Vittorio Gregotti, Lodovico Meneghetti, Giotto Stoppino, Casa Sforza, 1953
Stradella, via P. Bianchi 32
La villa – inserita in una lottizzazione a villette nella periferia della cittadina – è la prima opera dopo la laurea dei tre architetti che iniziano così un lungo sodalizio.
Due blocchi con falde inclinate e ruotati di novanta gradi tra loro sono raccordati da una porzione piana che costituisce l’ingresso.
Il primo blocco accoglie soggiorno, zona pranzo e cucina; il secondo la zona notte e i servizi. La zona pranzo è più alta di 45 centimetri rispetto al soggiorno e prosegue verso l’esterno con una loggia.
Il piano inferiore, destinato ad alloggio per il custode, autorimessa e cantine, è interrato verso strada e fuori terra sul lato opposto.
La muratura in mattoni pieni è portante, con solai in laterizio armato coibentati. Le pareti esterne sono rivestite in tavelle di cotto e le finestre sono protette da ante a lamelle regolabili.
La recinzione è in tubo di ferro verniciato bianco e la sua particolare concezione permette di evitare piantoni e saette.
La villa ha subito alcune modifiche.
Foto dell’autore.