Guglielmo Mozzoni, Villa Crespi, 1951
Zelata di Bereguardo
La villa progettata e realizzata nel 1951 dall’architetto Guglielmo Mozzoni per sé e per la moglie, Giulia Maria Crespi, si trova isolata in un vasto prato e circondata dai boschi e dalla campagna a breve distanza dal fiume Ticino.
La dimora, rialzata su palafitte in ragione delle esondazioni del Ticino, è mutuata dalle antiche case fluviali e declina temi e soluzioni della tradizione adottando però un linguaggio contemporaneo e non mimetico e stabilisce un raffinato rapporto con il contesto.
Il volume appare sospeso nella campagna appoggiato a grandi pilastri alternati a esili montanti a perimetro: lo spazio sottostante diventa un grande portico con camino che è di fatto un prolungamento dello spazio interno alla casa collegato al terreno da una scala “calata” dall’intradosso e da scale laterali in metallo e legno agganciate a terrazzini triangolari in continuità con il ballatoio che circonda a perimetro la casa.
Archivio Mozzoni.
Archivio Mozzoni.
Il ballatoio continuo è riparato dall’aggetto delle due coperture in coppi affiancate ognuna a quattro falde; una terza in linea corrisponde a una propaggine verso est. La rotazione dei terrazzini con scale definisce una concavità che accoglie un grande albero.
La villa è costituita da un unico volume composto da due corpi accostati quasi uguali e simmetrici collegati da un volume basso con patio centrale e scala lineare di collegamento al terreno.
Uno dei volumi laterali è dotato di un nucleo centrale che accorpa quattro bagni; a perimetro troviamo una camera matrimoniale e cinque camere a uno o due letti. Due camere principale hanno un lato con una porzione triangolare dovuta a una parziale rotazione a costituire un profilo a dente di sega. Il secondo volume ospita un ampio soggiorno con un lato ad apice triangolare verso il terrazzino, la cucina in posizione centrale e tre camere da letto sul fronte opposto.
La villa è stata utilizzata quale set per alcune sequenze, in cui la moglie dell’industriale si concede all’Ospite, del film Teorema del 1968 di Pier Paolo Pasolini (qui il relativo Itinerario).