11 Augusto Magnaghi, Mario Terzaghi (con G.C. Carena, A. Carena), Quartiere Scala, 1966-67, 1969, 1973

Augusto Magnaghi, Mario Terzaghi (con G.C. Carena, A. Carena), Quartiere Scala, 1966-67, 1969, 1973
Pavia, frazione Mirabello, via Scala, via S. Zanella

Il quartiere Scala è collocato a nord della città prima della frazione di Mirabello, a fianco della cascina omonima, uno dei maggiori interventi Gescal.
“Nell’agosto del 1957 l’Amministrazione Comunale bandì un concorso fra architetti e ingegneri per lo studio della sistemazione urbanistica di un vasto appezzamento di terreno (…) La Commissione giudicatrice – presieduta dal Sindaco On. le Fassina e della quale facevano parte, oltre all’Assessore ai Lavori Pubblici Avv. Gian Paolo Ferrari e allo scrivente Ingegnere Capo del Comune, i professori architetti Luigi Dodi, Ezio Cerutti e Mario Morini del Politecnico di Milano e l’In. Ajace Astori di Pavia – esaminati i quindici progetti presentati, stabilì la graduatoria dei primi tre” (da: Il nuovo quartiere di cascina Scala, in “Pavia” n. 7-9, luglio-settembre 1959.

Foto dell’autore.

Archivio ALER.

Il progetto vincitore è redatto dagli ingegneri Guido Colombo e Alberto Gabba e dagli architetti Angelo Galesio e Benvenuto Villa. Il secondo posto ex aequo è assegnato agli architetti Vito e Gustavo Latis e agli ingegneri Tullio Del Bo ed Ettore Ricotti.
Il Consiglio Comunale approva il piano di sistemazione urbanistica costituito da una strada interna sinuosa ad anello che lambisce i fabbricati tra loro sfalsati o piegati ad angolo; la soluzione è decisamente simile alla planimetria in seguito realizzata da Magnaghi e Terzaghi, ad esclusione dell’estremità ovest più frammentata.

Al centro dell’abitato sono presenti una scuola, una chiesa e alcuni servizi collettivi e in seguito un piccolo teatro, un centro di quartiere e una piccola biblioteca.
Gli edifici in linea a cinque piani sono caratterizzati da sfalsamenti in corrispondenza del vano scala che distribuisce due alloggi per piano.
Gli elementi architettonici adottati e i materiali denotano pochezza linguistica e compositiva che si associa a mediocrità morfologica nonostante l’abbondanza di spazi a verde.
La forma urbana appare debole e casuale fondata su un disegno di carattere naturalistico che si adegua alla sinuosità della strada interna.