Gaetano Ciocca (con Pierluigi Rossi), Edificio residenziale e commerciale, 1955-57
Garlasco, piazza Repubblica 7, vicolo della Bella
Il vuoto urbano nella piazza principale, non completato dal progetto di Casa del fascio che Ciocca commissionò a Pietro Lingeri nel 1938 è stato risarcito negli anni Cinquanta dall’edificio in linea realizzato dallo stesso Ciocca.
L’edificio, dotato di portico continuo, ha una porzione verso la chiesa a cinque piani e il corpo principale a quattro. Un ulteriore piano è aggiunto in posizione arretrata così da definire ampie terrazze che si affacciano verso la piazza; i vani scala sporgono con volumi più alti e conducono alla copertura a terrazza.
Il volume è costituito da tre nuclei accostati ognuno caratterizzato in prospetto da due fasce accostate di logge con balconi a parapetto inclinato e bucato; al piano terra i pilastri del portico sono rivestiti in pietra e le travi a vista sono rastremate e sporgono a reggere i balconi.
Il coronamento è costituito da una veletta che segna la soletta del terrazzo con soprastante parapetto pieno e aggetti corrispondenti alle logge con balcone.
Foto dell’autore.
La testata verso la via principale ha il prospetto leggermente aggettante con porzione verso l’angolo con la piazza pieno, due fasce verticali di porte finestre in sottosquadro e finestrelle laterali. Il fronte opposto è quasi completamente cieco.
Il prospetto retrostante ha un basamento arretrato rispetto al volume superiore caratterizzato da balconi ancora sorretti dall’aggetto di travi rastremate ai lati dei vani scala con finestrelle verticali sovrapposte.
La porzione di edificio più alta ha il volume del vano scala verticale sporgente con un vuoto che lo separa da un volume a torre posizionato in angolo; il basamento alto un piano sporge con copertura a terrazza.
Foto dell’autore.
Ciocca in un articolo (G. Ciocca, Urbanistica e comuni minori, “Il Giornale dell’Ingegnere”, a. III, n. 15, 1 agosto 1955, pp. 1-5) risponde alle polemiche successive alla costruzione del suo edificio caratterizzato da un linguaggio “moderno” e non mimetico, affermando l’impossibilità di realizzare la parte nuova con le caratteristiche estetiche dell’ala vecchia ottocentesca come se il tempo non fosse trascorso e individua il vero problema nella capacità di legare vecchio e nuovo con armonia. Nulla, come vediamo, è cambiato nel dibattito architettonico nonostante i decenni trascorsi…