Milano, via San Paolino 20
L’edificio sacro è immaginato da Arrighetti, oltre che come elemento religioso, anche come un cardine urbano e sociale ed è inserito in prossimità delle grandi aperture in modo da poter esser visto dall’esterno. La chiesa si giustappone ai lunghi e sinuosi edifici residenziali del quartiere Sant’Ambrogio I grazie alla linea ascendente che svetta al di sopra di tutto il complesso. Ma lasciamo la parola a Arrighetti: “L’edificio si articola in tre parti, la cui destinazione è sottolineata dalla particolare forma della copertura. Queste sono: l’aula per l’assemblea domenicale, l’aula per l’assemblea feriale e il complesso destinato ai catecumeni attraverso un percorso sul quale si affacciano le cappelle di devozione che sfocia nel battistero. Nel grande triangolo che costituisce la facciata si aprono numerose finestre-feritoie, in cui sono inseriti vetri colorati di notevole spessore che creano all’interno una suggestiva illuminazione policroma.
Altra luce colorata scende attraverso zone trasparenti ricavate nella copertura (lacunari) costituite da tegoloni in resina poliestere. Sia per l’illuminazione naturale che artificiale, è stato seguito il criterio di concentrare nei punti di interesse, altare e battistero, una maggiore quantità di luce, mantenendo nel resto dell’ambiente una illuminazione tenue e diffusa. Dall’ingresso principale sono visibili, su due assi diversi l’altare festivo e quello feriale che si trovano ad una certa altezza rispetto al piano dell’aula. Il pavimento in gres smaltato a fuoco, è infatti in leggera salita al fine di consentire una migliore visibilità dell’officiante. Sul soffitto è in vista l’orditura dei cavi che sostengono la copertura”.
La struttura portante è composta da muri in cemento armato con travi in acciaio che sorreggono una copertura in lamiera di alluminio porcellanato, la differenza dei materiali della copertura è dovuta all’incendio del 1980 che ha distrutto la copertura originale. Il fianco sinistro della chiesa è occupato dagli edifici parrocchiali e dalle residenze del clero, inseriti a semicerchio attorno a un giardino. Al piano interrato sotto la chiesa è stato ricavato un ampio auditorium.
Attualmente la chiesa risulta modificata a seguito dei lavori realizzati dall’arch. Donatella Forconi, finalizzati all’inserimento dell’impianto di riscaldamento a pannelli radianti nel pavimento. Questo ha portato alla realizzazione di una nuova pavimentazione e a una riorganizzazione dei poli liturgici.