Eugenio Faludi, Palazzo dell’Impero (ora Palazzo delle Esposizioni), 1937-38
Vigevano, via E. Sacchetti 4, via D. Bramante, via A. Manzoni
Il complesso compone una parte di città con un volume principale parallelo a via Sacchetti ma complessivamente ruotato rispetto alla giacitura urbana.
La testata ospita l’ingresso principale ed è caratterizzata lateralmente da un grande semicilindro in vetrocemento che racchiude la scala elicoidale principale e segna l’angolo tra due vie.
La testata è perpendicolare al corpo in linea, leggermente ruotata con pianta in forma di cuneo che si affaccia verso piazza Volta.
Il volume di testa ha quattro livelli mentre si abbassa a tre nel corpo retrostante; ospita un auditorium e il grande atrio d’ingresso.
Il prospetto è definito da una grande vetrata curvilinea, che corrisponde a una doppia altezza interna, racchiusa da una cornice sporgente rispetto alla parete curva retrostante che delimita superiormente la terrazza con pergola segnata da un taglio orizzontale.
Il prospetto retrostante verso la piazza è segnato dalla struttura ortogonale a vista che definisce una serie di logge separate al centro da una fascia verticale in vetrocemento corrispondente al vano scala secondario.
Foto dell’autore.
La parte espositiva è costituita da un volume in linea con pianta a “L”: un’ala è a tre navate, la seconda a due. La navata centrale ha maggiore altezza ed è dotata di ampie vetrate lungo la parete esterna. L’angolo esterno della “L” è svuotato e determina uno stacco tra le navate verso strada di minore altezza. Il prospetto interno della “L”, verso piazza, è composto da una lunga pergola.
Nel 1939 l’edificio è modificato dall’Ufficio Tecnico Comunale che aggiunge una navata minore a un’ala e il terzo lato che definisce una pianta a “C”.
Affinità di linguaggio e composizione sono riscontrabili in altri edifici di Faludi quali il padiglione della SNIA Viscosa alla XVIII Fiera di Milano del 1936 e il padiglione della SNIA alla Mostra Internazionale di Bruxelles del 1935.
I riferimenti di Faludi sono rintracciabili nelle opere di Le Corbusier, Erich Mendelsohn e Terragni.