Giuseppe De Finetti, Villa Crespi, casa del guardiacaccia e capocaccia, 1938-43
Ronchi di Vigevano
De Finetti, allievo di Adolf Loos, realizza ai Ronchi di Vigevano un capolavoro di architettura ancora oggi perfettamente conservato.
La pianta definisce una “T” irregolare e simmetrica ad esclusione di un piccolo ponte che, in posizione disassata, supera il dislivello di un lato della villa e collega l’ingresso del primo livello con la campagna.
L’edificio, rivestito in laterizio a vista con marcapiani in pietra e una sorte di bugnato leggero nel basamento, ha tre piani dei quali il primo è un seminterrato. La porzione centrale del piano terra è occupata dalla triade costituita da un salone centrale a doppia altezza – con ballatoio di affaccio del piano superiore – e due saloni laterali, uno per il pranzo e il secondo con grande camino sospeso in posizione centrale; i citati spazi sono collegati da grandi portali. I saloni proseguono idealmente in continuità con il terrazzo leggermente rialzato definito al centro da un emiciclo, che risvolta anche lungo un lato della villa.
Foto: ©Marco Introini, dalla pagina web dedicata all’opera.
Da: AA.VV., Giuseppe De Finetti Progetti 1920-1951, Clup Edizioni e Triennale di Milano, Milano, 1981.
Le ali laterali ospitano le cucine con locali di servizio e una scala secondaria in un lato, mentre nell’ala opposta lo scalone principale e camere da letto di servizio.
Il primo piano ospita le camere da letto alternate a servizi igienici e guardaroba.
Il piano seminterrato è dedicato alla caccia; è caratterizzato da soffitti con travi in legno o da volte ribassate in laterizio a vista. Oltre a locali di servizio nelle ali laterali il nucleo principale prevede un piccolo portico che introduce a un grande atrio con panche e tavolo semicircolari contrapposti e simmetrici e all’armeria con grande camino in pietra bicroma.
I locali di tutta la villa sono prevalentemente rivestiti in legno che definisce anche pareti attrezzate, alternato a intonaco. I dettagli e i particolari costruttivi sono meravigliosi.
Da: AA.VV., cit.
Foto dell’autore.