Sta per essere inaugurata, presso lo Schaudepot Vitra – il recente grande “deposito d’esposizione” progettato da Herzog & de Meuron, nel 2016, al Vitra Campus – la mostra Gae Aulenti: A Creative Universe. Dedicata al ricco e affascinante “universo creativo” dell’architetta e designer italiana nata Gaetana Emilia Aulenti (1927–2012), la rassegna di Weil am Rhein esplora la sua poliedrica produzione, che include, oltre a progetti di architettura e oggetti di design, anche la realizzazione di numerosi allestimenti di spazi commerciali ed espositivi, scenografie, costumi teatrali, ecc.
Il corpus della mostra ruota intorno a una trentina di articoli particolarmente significativi della carriera della Aulenti, coadiuvati da molteplici schizzi e disegni originali, fotografie, modelli e filmati documentari.
L’appartamento di Gae Aulenti in via Fiori Oscuri, Milano, 1993. Courtesy of Archivio Gae Aulenti, photo: ©Santi Caleca.
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Dopo la laurea in architettura, nel 1953 presso il Politecnico di Milano, Gae Aulenti entra a far parte di quella Milano degli anni Cinquanta alla ricerca di nuove strade progettuali, lontane da un certo razionalismo postbellico, diventandone presto una delle principali protagoniste, fino alla sua consacrazione internazionale con il Musée d’Orsay, realizzato a Parigi negli anni Ottanta. Ne seguiranno altre prestigiose opere museali, tra cui l’interno del MNAM – Centre Georges Pompidou di Parigi (1982-85), il rinnovo del Palazzo Grassi di Venezia (1985-86) e la riconversione del Palau Nacional di Montjuïc di Barcellona in Museu Nacional d’Art de Catalunya (1985-92).
Gae Aulenti/Poltronova, Locus Solus, 1964 ©Vitra Design Museum, photo: Andreas Sütterlin.
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Il percorso espositivo al Vitra si apre con i primi oggetti di design progettati negli anni Sessanta dalla Aulenti, tra cui la poltrona Sgarsul (1962), il divano Stringa (1963) e la collezione di mobili outdoor Locus Solus (1964), caratterizzati tutti dall’uso contemporaneo e distintivo delle forme e dei colori.
Seguono i due lavori di design degli interni realizzati per l’allestimento degli showroom Olivetti di Parigi (1966-67) e Buenos Aires (1968), che presentano ambienti espositivi innovativi ed esteticamente efficaci, da relazionare ai canoni estetici (colori, materiali, forme) dell’arte pop.
Gae Aulenti, Interno dello showroom Olivetti di Buenos Aires, 1968. Courtesy of Archivio Gae Aulenti, photo: ©Erich Hartmann.
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Tra gli altri oggetti in mostra spiccano le iconiche lampade Pipistrello (1965) e King Sun (1967), ma anche Giova (1964), Ruspa (1968), Oracolo (1968) e altre, progettate per alcune note aziende italiane d’illuminazione; poi, alcuni oggetti “ibridi”, come il vaso-lampada-portacenere Rimorchiatore (1967) e il famoso Travolo con ruote, tavolino con quattro ruote decisamente fuori dimensione.
Infine, quasi per ribadire la grande versatilità creativa di Gae Aulenti, fanno parte dell’esposizione anche una selezione di alcune sue opere meno conosciute, come gli esempi di packaging per Rochas (1978), i vasi per Venini (1995-2008) e i due oggetti elettronici, Toaster (1996) e Blender (1998), per Trabo.
Gae Aulenti/FontanaArte Spa, Rimorchiatore, 1967 ©Vitra Design Museum, photo: Andreas Jung.
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La mostra ci illustra un’Aulenti, designer e progettista poliedrica, allo stesso tempo pragmatica e professionale, ma anche coraggiosa e innovatrice, che realizzò numerosi oggetti di design di successo, con forme decisamente contemporanee (del suo tempo), utilizzando un linguaggio formale, spesso, sorprendente.