La struttura Archivi Storici del Politecnico di Milano, afferente all’area Servizi Bibliotecari e Archivi, viene istituita nel 2013 e, attualmente, gestisce (conserva e promuove) una quarantina di Fondi archivistici, tra cui i fondi Chiodi, Favini, Frisia, GPA Monti, Mucchi, Steiner e tanti altri.
A tale proposito, abbiamo voluto rivolgere alcune domande a Federico Bucci, Delegato del Rettore per politiche culturali con delega anche per gli Archivi Storici del Politecnico.
Gianni Albricci, Marco Zanuso, progetto per albergo-rifugio tipo in Val Malenco, 1938. Archivi Storici del Politecnico di Milano.
Quali sono le prossime iniziative che avete in programma, Covid-19 permettendo, per promuovere i fondi archivistici facenti parte degli Archivi Storici del Politecnico di Milano?
Stiamo lavorando al progetto MADE IN POLIMI, che inaugureremo ufficialmente nel 2021, in uno spazio allestito all’ingresso dell’edificio del Rettorato in piazza Leonardo da Vinci. Si tratta di un progetto dedicato alla storia e alle attività presenti e future del Politecnico di Milano. Abbiamo immaginato MADE IN POLIMI come un’esposizione in grado di presentare i temi fondanti della cultura politecnica a studenti, cittadini e visitatori, attraverso parole e immagini raccolte negli Archivi Storici. Questa struttura di Ateneo – istituita nel 2011 con il rettore Giovanni Azzone e oggi sostenuta dal rettore in carica Ferruccio Resta – raccoglie documenti e materiali della storia del Politecnico di Milano sin dalla sua fondazione, nel 1863: oltre all’archivio del fondatore, Francesco Brioschi (1824-1897), il patrimonio di Archivi Storici del Politecnico di Milano conserva infatti la memoria delle nostre tre grandi scuole: ingegneria, architettura e design.
È una memoria fatta di materiali eterogenei: disegni, documenti, riviste, volumi. Attraverso di essi, raccontiamo alle nuove generazioni i progetti che docenti e allievi hanno ideato e realizzato nella loro carriera accademica e professionale, dentro e fuori l’Ateneo: invenzioni e brevetti, di oggetti, edifici e infrastrutture, che svelano i molteplici ambiti in cui il Politecnico di Milano ha sempre lavorato, dalla ricerca alla vita quotidiana, dalla città al mondo che abitiamo. Pensando al mondo delle costruzioni, al Politecnico hanno studiato e insegnato grandi protagonisti della cultura architettonica italiana, da Camillo Boito (fondatore della sezione “Architettura” nel 1865) ad Aldo Rossi e Renzo Piano, vincitori del Premio Pritzker.
Senza gli Archivi Storici non potremmo raccontare questa storia e MADE IN POLIMI segnerà l’ingresso nel meraviglioso “teatro della memoria” politecnica.
Tavola tratta dall’atlante che raccoglie gli Elaborati degli allievi del R. Istituto Tecnico Superiore di Milano, Sezione Ingegneri Industriali, 1882. Biblioteca Storica del Politecnico di Milano.
Nel mondo, ma, soprattutto, negli USA è in atto sempre di più la tendenza di lasciare scaricare le immagini digitali dei propri archivi (per esempio, vedi la Library of Congress) in modalità “free to use and reuse”, liberamente, in cambio di citazione della fonte di provenienza. Non si potrebbe ipotizzare anche qui, al Politecnico, una soluzione di questo tipo?
Perché il “problema” degli Archivi in generale mi sembra sia un po’ proprio questo: dall’esterno sono percepiti come strutture troppo chiuse e burocratiche, mentre un modo per “aprirli” – anche a un pubblico più vasto, costituito non solo da specialisti – sarebbe quello di “liberalizzare” l’utilizzo delle immagini facenti parte dei vostri fondi archivistici.
Anche agli Archivi Storici del Politecnico di Milano stiamo pensando di creare un archivio digitale, disponibile online per la consultazione e l’uso dei materiali che conserviamo. Ma ancora meglio di un archivio digitale, è un archivio che mostra al pubblico il suo patrimonio, che fa uscire i propri materiali dagli spazi di sola conservazione, per esporli e raccontarli non solo a specialisti, ma a un pubblico più ampio.
Per questo abbiamo già avviato un grande progetto espositivo in cui, accanto al museo MADE IN POLIMI, continueremo a organizzare mostre tematiche negli spazi di Archivi Storici (nella sede del Politecnico a Milano-Bovisa), lezioni ed esposizioni di volumi antichi e moderni nelle sale della Biblioteca Storica (aperta qualche anno fa nella sede di piazza Leonardo da Vinci), che raccoglie opere uniche e manuali d’ingegneria e trattati di architettura di grande interesse. Ma non solo: il Politecnico è anche un archivio diffuso, pezzi e oggetti della sua storia sono collocati nei molteplici spazi dell’Ateneo, talvolta raccolti dai Dipartimenti che li hanno creati, talvolta parte della sede stessa che li ospita. Pensiamo all’edificio principale del Politecnico a “Città Studi”: qui la storia dell’Ateneo è raccontata dal 1927, anno di cui viene inaugurata la nuova sede milanese, con due statue collocate in facciata e dedicate al fondatore Francesco Brioschi e a Giuseppe Colombo (1836-1921), rettore dal 1897 al 1921.
Tavola tratta dall’atlante che raccoglie gli Elaborati degli allievi del R. Istituto Tecnico Superiore di Milano, Sezione Ingegneri Industriali, 1882. Biblioteca Storica del Politecnico di Milano.
Oggi vogliamo rileggere questa intenzione originale, estrarre dai depositi oggetti, libri e disegni ed esporli nei luoghi che studenti e docenti frequentano quotidianamente: conservati con grande attenzione, in teche refrattarie alla luce e con i necessari sistemi di protezione, i materiali d’archivio escono dai depositi e possono così essere visti e studiati ogni giorno. E possono mostrarci come si svolgeva la didattica e la ricerca al Politecnico di Milano: lo vediamo negli elaborati realizzati dagli allievi dell’Istituto tecnico superiore, denominazione dell’Ateneo nell’Ottocento, in una ricca collezione di disegni di eccezionale perizia e precisione ingegneristica. Oppure, nelle tavole di un concorso di architettura per studenti a cui parteciparono i laureandi Gianni Albricci e Marco Zanuso e, ancora nei materiali degli archivi donati successivamente, come quello di Albe e Lica Steiner, fondamentale per la storia della comunicazione grafica, o degli studi d’architettura GPA Monti, di Enrico Castiglioni, di Vittorio Introini, Raffaella Crespi, Marcello Grisotti.
I materiali raccolti in Archivi Storici – di architetti, designer e ingegneri – sono numerosi e testimoniano l’intreccio tra arte e scienza su cui si è costruita nel tempo la cultura italiana del progetto: vogliamo dare la possibilità di osservarli da vicino, venirne incuriositi e stupiti mentre si visitano gli spazi dell’Ateneo.
Gianni Albricci, Marco Zanuso, progetto per albergo-rifugio tipo in Val Malenco, 1938. Archivi Storici del Politecnico di Milano.
Per finire una domanda un po’ “cattiva”: perché uno dovrebbe donare il proprio archivio agli Archivi Storici del Politecnico di Milano e non, invece, a un’altra struttura simile, magari di natura privata e/o situata all’estero?
Perché il Politecnico di Milano è una Università italiana e gli Archivi Storici sono una struttura creata per interpretarne la missione formativa valorizzando la memoria sulla quale si costruisce ogni progetto di futuro e, inoltre, vorrei segnalare che la loro consultazione è gratuita e con il personale di supporto. Al Politecnico la valorizzazione del patrimonio storico e della cultura tecnico-scientifica di Ateneo è inserita nel processo formativo degli studenti.
Gli Archivi Storici, così come i progetti espositivi che abbiamo realizzato, prendono avvio dalla consapevolezza del valore formativo della memoria storica nell’educazione degli ingegneri, architetti e designer: 45 mila studenti – italiani e di ogni parte del mondo – che oggi frequentano il nostro Ateneo. L’attività formativa degli studenti è mirata anche a questo, a far sì che acquisiscano consapevolezza della storia politecnica e si riconoscano nei valori che il Politecnico detiene.
Ogni archivio che ci viene donato diventa parte di questo sistema di disseminazione della conoscenza e di valorizzazione del patrimonio, che partendo dalla formazione degli studenti approda a un più vasto pubblico di cittadini con lo stesso proposito: studiare e raccontare la storia per progettare e costruire il futuro.
GPA Monti, edificio per abitazioni e uffici, via Carducci 34, 1963-65. Foto: ©Marco Introini (immagine tratta dalla mostra GPA: i Monti a Milano, Spazio Mostre Archivi Storici, Milano, 2019).