Cité Frugès è un moderno quartiere di edilizia sociale realizzato tra il 1924 e il 1926, grazie all’entusiasmo dell’industriale zuccheriero Henry Frugès, a pochi chilometri a sud-ovest di Bordeaux, in Francia. Frugès, dopo aver letto il volume Vers une architecture (1923) di Le Corbusier, decide di sollecitare la sua collaborazione per costruire una città giardino con circa 200 case destinate agli operai.
Foto: ©Filippo Poli. (cliccare sull’immagine per consultare la galleria fotografica)
A tale proposito acquisisce, nel piccolo comune di Pessac, una vasta radura situata tra i boschi di pini, in un paesaggio naturale di grande bellezza.
La planimetria del nuovo quartiere, sebbene impostata secondo le regole dell’ortogonalità, si ispira ai piani delle città giardino inglesi e presenta al suo interno zone gerarchicamente diverse e spazi urbani con piazze e strade alberate. In più, nelle vicinanze si trovava una stazione ferroviaria che avrebbe favorito il collegamento non solo con i luoghi di lavoro degli abitanti, ma anche con la città di Bordeaux e le sue strutture, tra cui ospedali, negozi, teatri, mercati, ecc.
L’area di 2.179 ettari inserita nell’UNESCO World Heritage List (da: a’urba – Agence d’urbanisme. Bordeaux métropole Aquitaine, Cité Frugès, Plan de Gestion, novembre 2014).
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Sia il committente che l’architetto partono dalla premessa che il complesso abitativo di Pessac possa diventare un grande laboratorio in cui sperimentare dal vivo le innovative proposte architettoniche e urbanistiche elaborate da Le Corbusier.
Per questi si tratta di un’occasione unica per mettere in atto i cinque punti alla base della propria teoria architettonica e per presentare – sfruttando appieno le caratteristiche tecniche del cemento armato – un’architettura nuova e moderna, caratterizzata da pilotis, piante e facciate libere, terrazze sul tetto, finestre continue. Inoltre, Cité Frugès costituirà anche un’importante opportunità per sperimentare la prefabbricazione in architettura, con la standardizzazione dell’intero processo produttivo, dalle pareti, ai pavimenti, ai tetti.
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All’epoca, il risultato fu veramente rivoluzionario, sia per i materiali utilizzati, sia per l’immagine estetica trasmessa, con linee e forme geometriche essenziali, sia per il comfort offerto agli abitanti, conseguenza di una grande attenzione alla salubrità, i quali avevano a disposizione alloggi di 75 mq, con luminosi spazi individuali e collettivi, oltre che bagni con doccia, locali ripostiglio-lavanderia, riscaldamento centralizzato, garage e tetto a terrazza. Il tutto a un prezzo accessibile, avendo programmato che “una casa non deva costare più di un anno di salario”.
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Nonostante Henry Frugès volesse costruire circa 200 alloggi, ne saranno progettati 127, di cui soltanto 51 furono realizzati. Utilizzando un modulo tecnico e spaziale di 5 metri quadrati e un tipo architettonico di base, composto da due piani di una campata e mezzo, Le Corbusier e Pierre Jeanneret predispongono diverse tipologie di case, raggruppate in modi differenti: “les maisons Arcade”, abitazioni collegate tra di loro da un arco formando un lungo corpo longitudinale; “les maisons Gratte-Ciel”, costituite da due case contigue alte tre piani, con una terrazza sovrapposta, accessibile da una scala esterna; “les maisons Zig-Zag”, posizionate a nord, con due gruppi costituiti da tre case girate tra di loro e un’ultima singola; “les maisons Quinconce”, abitazioni unite in gruppi di 5 o 6 case sfalsate, posizionate alternativamente sul lato del giardino e sul lato della strada; “les maisons Jumelle”, case gemelle parallele una all’altra, e, infine, un’abitazione isolata denominata “la maison Vrinat”.
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La policromia, sebbene inizialmente non fosse prevista, assumerà il ruolo di protagonista nella Cité Frugès. Le Corbusier, artista e pittore oltre che architetto, progetta giochi cromatici non solo sulle pareti interne degli alloggi, ma anche sugli esterni, potenziando la plasticità dei volumi costruiti. Con il colore valorizza certi elementi architettonici, dà uniformità ad alcuni gruppi di case, oppure crea alternanza fra le diverse abitazioni.
Ancora oggi alcune case presentano le combinazioni cromatiche originali, con una serie di verdi, rossi e blu, mentre altre, purtroppo, sono state rimaneggiate.
Foto: ©Filippo Poli. (cliccare sull’immagine per consultare la galleria fotografica)
Il servizio fotografico di Filippo Poli ci mostra lo stato attuale di Cité Frugès, uno dei primi complessi abitativi destinato agli operai, costruito secondo i canoni della nuova architettura moderna, e una delle 17 opere di Le Corbusier inserite nella lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco (vedi qui).
testo di Carmen Murua
Diverse tipologie di case costruite. (da: a’urba – Agence d’urbanisme. Bordeaux métropole Aquitaine, Cité Frugès, Plan de Gestion, novembre 2014).
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