È stata inaugurata la settimana scorsa, presso la Triennale Milano, una rassegna antologica dedicata all’opera progettuale dell’architetto e designer milanese Vico Magistretti (1920-2006), programmata originariamente per il 2020, l’anno del centenario della sua nascita, ma, poi, a causa dell’emergenza sanitaria, fatta slittare al periodo attuale.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Fondazione studio museo Vico Magistretti e curata da Gabriele Neri, presenta al grande pubblico numeroso e interessante materiale originale (schizzi, disegni, fotografie, modelli, prototipi) proveniente dell’archivio Magistretti, oltre che dagli archivi di diversi musei, aziende, istituzioni e privati.
Vico Magistretti con la lampada Atollo, s.d. Courtesy Oluce. Foto: Giorgio Lotti.
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Con questa iniziativa Triennale Milano vuole rendere omaggio all’affermato progettista milanese, il cui percorso professionale si è spesso intrecciato con l’istituzione ospitata all’interno del Palazzo dell’Arte, sin dagli inizi esponendo, nel 1946, alla mostra della R.I.M.A. (Riunione Italiana per le Mostre di Arredamento) per poi proseguire attraverso altre edizioni della Triennale, tra cui la VIII, la IX (premio Medaglia d’oro, 1951) e la X (Gran Premio).
Vico Magistretti, Torre al Parco Sempione, Milano, 1953-56 (con F. Longoni). Foto: Gabriele Basilico / Archivio Gabriele Basilico.
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Ciò che rende particolarmente interessante la mostra intitolata Vico Magistretti. Architetto milanese (chissà perché non Architetto e designer milanese, visto il gran numero di oggetti di design, di qualità internazionale, progettati da Magistretti nel corso della sua carriera), è il fatto di mettere insieme, per la prima volta, gli oggetti di design e le opere di architettura di Magistretti “attraverso un racconto capace di intrecciare architettura e design nelle loro molteplici declinazioni: dagli allestimenti agli edifici, dall’arredo al disegno urbano, dal design del prodotto all’architettura degli interni”.
Il percorso espositivo è organizzato in diverse sezioni tematiche, mentre come filo conduttore della mostra è stato scelto il colore preferito di Magistretti, il cosiddetto “RossoVico”, un connubio tra il rosso delle sue calze preferite, di alcune avanguardie artistiche e del rosso mattone della vecchia Milano.
Renato Guttuso, Sedia rossa libri e bicchiere, 1968. Courtesy Galleria Mazzoleni.
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Fanno parte della rassegna le opere d’architettura più significative di Magistretti realizzate a Milano, tra cui la chiesa di Santa Maria Nascente al QT8 (1947-55, con Mario Tedeschi), la Torre al Parco in via Revere (1953-56, con Franco Longoni), il palazzo per uffici in corso Europa (1955-57), le torri di piazzale Aquileia (1961-64) e la Facoltà di Biologia dell’Università di Milano (1978-81), oltre alle “non milanesi” la Casa Arosio ad Arenzano (1956-59), il Golf Club di Carimate (1958-61), la casa Bassetti ad Azzate (1959-62), il Municipio di Cusano Milanino (1966-69) e la Casa Tanimoto a Tokyo (1985-86).
Vico Magistretti, Facoltà di Biologia dell’Università degli Studi, Milano, 1978-81 (con F. Soro). Foto: Gabriele Basilico / Archivio Gabriele Basilico.
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Invece, come designer, Magistretti – vincitore, tra gli altri, di numerosi prestigiosi premi internazionali (Vienna, Colonia, Londra) e di diversi Compassi d’Oro –, nel corso della sua carriera collabora con molte aziende “storiche” del settore – tra cui Artemide, Cassina, De Padova, Flou, FontanaArte, Fritz Hansen, Campeggi, Kartell, Olivari, O-Luce, Schiffini – progettando alcuni degli oggetti più iconici del design italiano e internazionale, di cui molti presenti nelle collezioni museali dedicate al design: la lampada Eclisse, la sedia Carimate, le lampade da tavolo Atollo e Dalù, la poltroncina Vicario, il tavolo Vidun e tantissimi altri.
Vico Magistretti, Incisa, De Padova, 1993. Foto: Luciano Soave / Archivio De Padova.
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Accompagnano la mostra differenti iniziative collaterali, tra cui una serie di Talk digitali, che saranno trasmessi sul sito e sul canale YouTube di Triennale Milano, due Tour in bicicletta (il mezzo di trasporto usato da Magistretti per spostarsi in città) per visitare le sue principali opere milanesi e l’Album RossoVico (56 pagine) dedicato al tema del rosso, edito direttamente da Triennale Milano.
Il catalogo dell’esposizione, a cura dell’editore Electa, raccoglie, nelle complessive 256 pagine, numerosi interventi scritti, insieme alle opere oggetto della mostra.
Vico Magistretti, Eclisse, Artemide, 1966-67. Schizzo. ©Archivio Studio Magistretti – Fondazione Vico Magistretti.
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Inoltre, dal 5 al 10 settembre, l’azienda Olivari, in collaborazione con la Fondazione studio museo Vico Magistretti e la piattaforma per l’architettura moderna Ad Urbem, organizza visite guidate gratuite in italiano e inglese alla Torre al Parco Sempione, edificio residenziale simbolo dell’architettura di Magistretti, insieme a una piccola mostra allestita nell’atrio dell’edificio. Per partecipare sarà necessario iscriversi sul sito www.olivari.it