La Locanda La Raia prende vita in un vecchio edificio abbandonato da circa 40 anni che un tempo fu una vecchia osteria (Osteria Lomellina) dalle fattezze tipiche della tradizione locale, e che successivamente subì una serie di trasformazioni, ampliamenti e consolidamenti strutturali talmente incongrui da rendere irriconoscibile, per morfologia e per uso, il suo ruolo nel territorio.
Foto: Alberto Strada.
Prima ancora di essere un progetto di architettura e di interni, Locanda La Raia è un progetto di paesaggio che cerca di ridefinire le relazioni tra oggetto e contesto a scala territoriale.
La Locanda è situata sul bordo della “strada delle ville” a circa metà distanza tra Gavi e Novi Ligure (AL). Storicamente lungo questa strada sono posizionate alcune delle più importanti dimore estive della zona dell’aristocrazia genovese e ciò conferisce ancora oggi a questo percorso uno speciale status di nobiltà.
Planimetria, schizzo di studio.
La Locanda in questo contesto può essere a ragion veduta considerata un nuovo tassello che rinnova questa tradizione cambiando tuttavia le modalità di relazione: non più residenze che “usano” il territorio per la sua bellezza ma servizi e attività integrate che legano turismo (Locanda La Raia), agricoltura (cantina La Raia) e arte nel paesaggio (Fondazione La Raia) in un unico sistema di valorizzazione del territorio.
Foto: Alberto Strada.
Al fine di ottenere questo legame il progetto ha cercato di ricostruire fisicamente la relazione tra la strada e la Locanda tramite la modellazione del sito e la formazione di due giardini di diversa natura: da un lato il giardino delle erbe aromatiche (a forma di foglia) che, reinterpretando la tradizione del giardino all’italiana, regola le dinamiche, anche percettive, di accesso alla Locanda, e dall’altro il giardino di raccordo “a balze” che regola la transizione tra gli spazi pertinenziali e le vigne. Quest’ultimo giardino, per la scelta delle specie vegetali autoctone e per le modalità delle loro aggregazioni a gruppi, è stato realizzato in conformità alle indicazioni dei francesi Coloco, redatte sulla base delle teorie del famoso paesaggista francese Gilles Clement, di cui sono allievi e collaboratori.
Foto: Alberto Strada.
Un altro forte elemento di relazione territoriale riguarda l’uso del colore per le facciate. Allontanandosi completamente dalle tinte proprie della tradizione locale, la Locanda, nella sua unicità, dialoga con il paesaggio assumendo le cromie che esso stesso esprime, così da considerare la natura naturale (i boschi), la natura artificiale (le vigne e le coltivazioni) e i manufatti umani (gli edifici), come parte di un unico quadro con sfumature (di verde) diverse, e quindi affermare, anche simbolicamente, che sono tutti parte di un unico ecosistema che li comprende.
Foto: Alberto Strada.
Un’ analoga attenzione alle dinamiche di relazione tra le varie parti è stata posta nella ristrutturazione integrale dell’edificio, con particolare attenzione al rapporto tra interno ed esterno. Le proporzioni del corpo di fabbrica sono state ridefinite tramite riempimenti e movimenti di suolo per recuperare un’identità più marcata e riconoscibile, nuove aperture, diverse per forme e dimensioni, hanno selezionato le viste più interessanti, e la stessa matrice tipologica è stata rovesciata trasformando il lugubre cavedio interno preesistente in un patio astratto attorno a cui ruota la nuova organizzazione degli spazi interni.
Foto: Alberto Strada.
Il progetto architettonico e quello di interior sono stati guidati dal tentativo di realizzare una struttura dove fosse ben percepibile la cura e la stratificazione tipiche delle più belle residenze private. Conseguentemente i dettagli architettonici, le componenti di arredo fisso e la gran parte degli accessori sono stati realizzati a disegno, e, analogamente, gli arredi e le componenti decorative sono state recuperate una ad una (la maggior parte delle quali direttamente dalla proprietà nei luoghi più impensati) avendo cura di miscelare stili ed atmosfere antiche con quelle contemporanee, proprio come avviene nelle storie personali di ognuno per effetto della sedimentazione e contaminazione nel tempo di cose e ricordi.
Foto: Alberto Strada.