Inaugurata un po’ in sordina, verso la fine del mese di luglio, è in corso a Milano, presso il Museo del Novecento, una vasta e interessante rassegna pittorica, che, attraverso oltre un centinaio di opere esposte, ricostruisce il percorso artistico di Mario Sironi (1885-1961), uno dei massimi protagonisti dell’arte italiana del XX secolo.
Mario Sironi, Paesaggio urbano, 1925-28, olio su tela, 80,5 x 70,5 cm, Milano, Museo del Novecento.
Intitolata Mario Sironi. Sintesi e grandiosità, l’esposizione, curata da Elena Pontiggia e Anna Maria Montaldo e realizzata in collaborazione con Andrea Sironi-Strausswald (Associazione Mario Sironi, Milano) e Romana Sironi (Archivio Mario Sironi di Romana Sironi, Roma), ripercorre l’intera produzione sironiana a sessant’anni dalla sua morte.
Mario Sironi, Paesaggio urbano con camion, 1920, olio su tela, 44 x 60 cm, Milano, Pinacoteca di Brera, donazione Emilio e Maria Jesi.
Le numerose opere presenti in rassegna documentano, oltre alla più conosciuta “stagione classica” di Sironi, quella del Novecento Italiano – di cui è uno dei fondatori (insieme a Bucci, Dudreville, Funi, Oppi, Malerba e Marussig) – anche altri suoi periodi pittorici, più o meno lunghi e artisticamente proficui: la breve stagione adolescenziale dell’interesse verso il simbolismo e il divisionismo; l’adesione al futurismo, di cui firma il manifesto, e il successivo “momento” metafisico; la crisi espressionista, con dipinti carichi di tensione; la pittura monumentale degli anni Trenta fino al secondo dopoguerra; e infine, le ultime opere ispirate all’Apocalisse.
Mario Sironi, Composizione (I costruttori), 1928-29, olio su tela, 100 x 70 cm, Milano, Museo del Novecento, collezione Boschi.
Tra i vari temi, l’antologica milanese ci restituisce in maniera molto esaustiva il rapporto del pittore con il capoluogo lombardo, la sua città d’adozione dal 1919 fino alla morte. I dipinti di Sironi illustrano una Milano moderna, proiettata nel futuro, caratterizzata da “paesaggi urbani” – il tema sironiano per eccellenza – in cui le periferie cittadine acquisiscono una potenza drammatica e nobiltà classica, nonostante siano disadorne, senza alberi e figure umane. Si tratta di paesaggi (urbani) popolati di camion e tram, ciminiere e gru, lunghi muri di recinzione, gasometri e fabbriche, e tanti edifici a prima vista disabitati, che costituiscono l’affascinante universo milanese di Sironi. L’impressione che si ha è che la metropoli milanese di questi costituisca uno “sfondo” perfetto per l’opera artistica, personale e inquieta, del pittore del Novecento.
Mario Sironi, Nudo e albero, 1931 ca., olio su tela, 80 x 70 cm, Monza, collezione privata.
Accompagna la rassegna una pubblicazione di 320 pagine (con 382 illustrazioni a colori), curata dalle Pontiggia e Montaldo, che costituisce, di fatto, attraverso l’analisi delle 120 opere presenti nella mostra e alcuni saggi pubblicati (delle due curatrici, di Fabio Benzi, Maria Fratelli), uno dei più aggiornati studi storico-critici dell’opera sironiana.
Mario Sironi, Testa, 1913, olio su tela, 51,5 x 49 cm, Milano, Museo del Novecento.