Il 27 gennaio sarà aperta al pubblico a Napoli, nel Palazzo Gravina, la mostra Radici #1. Dalla fondazione al dopoguerra (1927-1945). Al convegno inaugurale – trasmesso anche in streaming – alla presenza del Magnifico Rettore della “Federico II” Matteo Lorito, del direttore del DiARC_Dipartimento di Architettura Michelangelo Russo e del coordinatore del Dottorato in Architettura Fabio Mangone, offriranno la loro riflessione critica, dalle rispettive angolature disciplinari, quattro illustri ospiti: Marco Biraghi, Patrizia Gabbellini, Franco Purini, Claudio Varagnoli.
In chiusura vi saranno – in rappresentanza delle varie “anime e saperi” della scuola – gli interventi di Alfredo Buccaro (Storia dell’Architettura), Antonella di Luggo (Disegno), Laura Lieto (Urbanistica), Mario R. Losasso (Tecnologia dell’Architettura), Carmine Piscopo (Composizione Architettonica e Urbana).
Giulio De Luca, Arena Flegrea. Modello: Gianluca Palmiero. Foto: Mario Ferrara.
La mostra è la prima programmata del più ampio ciclo Radici_La Scuola di Architettura a Napoli: i maestri e le opere – promosso dal DiARC e dal suo Direttore e curato da Renato Capozzi, come delegato alle attività espositive nell’ambito del Gruppo di lavoro della cultura coordinato da Renata Picone –, che ripercorre e rilegge la storia della nascita, della formazione e dello sviluppo della Facoltà di Architettura dell’Università di Napoli “Federico II” – tra le più antiche d’Italia, dopo quella di Roma, e trasformata nel 2012 in Dipartimento di Architettura – dalla sua fondazione nel 1927 al 1989.
Seguiranno, infatti, due ulteriori mostre: Dalla ricostruzione e gli anni del boom alla contestazione (1945-1970) e Dagli anni della contestazione al dopo terremoto (1971-1989).
Gino Chierici, restauro della Chiesa di Donnaregina. Modello: Gianluca Palmiero. Foto: Mario Ferrara.
Se altre interessanti iniziative in ambito napoletano avevano indagato questo cruciale momento storico, da un punto di vista accademico – pensiamo alla mostra Rassegna dell’attività professionale dei laureati della Facoltà di Architettura di Napoli del 1957, a cura di Carlo Cocchia, Massimo Nunziata e Roberto Pane, al volume pubblicato nel 2001, curato da Fabio Mangone e Raffaella Telese, e a quello del 2008, La Facoltà di Architettura dell’Ateneo fridericiano di Napoli (1928-2008), a cura, tra gli altri (C. Grimellini, F. Mangone, R. Picone, S. Villari), del compianto Benedetto Gravagnuolo – e dal punto di vista delle opere costruite – con la bella mostra, curata da Cesare de Seta, Architettura a Napoli tra le due guerre –, la mostra, curata da Renato Capozzi, Enrico Formato, Giovanni Menna e Andrea Pane, per la prima volta, legge in stretta relazione i due ambiti facendo i conti col proprio passato e rimarcando il ruolo cruciale, anche se esterno, di Luigi Cosenza nella formazione del primo vero gruppo di razionalisti napoletani.
Marcello Canino, Palazzo delle Finanze. Modello: Gianluca Palmiero. Foto: Mario Ferrara.
La mostra è articolata in due sezioni fortemente connesse: i “maestri” e le “opere”.
La prima restituisce un ritratto preciso e contestualizzato dei primi allievi della Scuola e dei sei maggiori protagonisti del periodo oggetto di osservazione critica: Alberto Calza Bini, Marcello Canino, Roberto Pane, Luigi Piccinato, Ferdinando Chiaromonte e Luigi Cosenza che, pur non essendo stato docente della Scuola di Architettura, ha rappresentato, come anticipato, un punto di riferimento indiscusso per la cultura architettonica e urbana della città di Napoli.
La seconda, dopo una scheda dedicata al Piano Regolatore del 1939 di Luigi Piccinato a mo’ di quadro di riferimento, seleziona cinque opere paradigmatiche: il restauro della Chiesa di Donnaregina, ad opera di Gino Chierici, il Palazzo delle Finanze di Marcello Canino, il Caffè panoramico a Posillipo, di Roberto Pane, l’Arena Flegrea di Giulio De Luca e le Serre Botaniche di Carlo Cocchia, aggiungendo, anche in questa sezione, la figura di Luigi Cosenza con la sua prima opera, il Mercato Ittico.
Luigi Cosenza, Mercato Ittico. Modello: Gianluca Palmiero. Foto: Mario Ferrara.
A corredo della seconda sezione della mostra, trova posto una selezione di alcuni materiali documentari (testi, libri e articoli) inerenti sia i contributi teorici e il dibattito dell’epoca sia l’illustrazione delle opere.
In mostra sono esposti anche sei modelli lignei a grande scala delle opere sezionate longitudinalmente o trasversalmente, realizzati da Gianluca Palmiero.
Oltre ai testi dei curatori e degli autori, ai profili dei maestri e degli allievi e alle schede analitiche e di ridisegno critico delle opere, redatte da giovani dottorandi e assegnisti di ricerca, il ciclo “Radici” si avvarrà, in ognuna delle relative pubblicazioni a corredo, di saggi critici a firma di riconosciuti e autorevoli esperti dei caratteri della scuola napoletana di architettura messi a fuoco dalla mostra e nel catalogo.
Carlo Cocchia, Serre Botaniche. Modello: Gianluca Palmiero. Foto: Mario Ferrara.
Nel caso della mostra Radici #1 sono stati invitati a dare il loro contributo nel catalogo – Radici #1. La Scuola di Architettura a Napoli: i maestri e le opere. Dalla fondazione al dopoguerra (1927-1945), a cura di R. Capozzi, E. Formato, G. Menna, A. Pane, edito per i tipi delle CLEAN edizioni di Napoli – Pasquale Belfiore, in merito alla vicenda architettonica e alle figure di riferimento della scuola, e Attilio Belli, sulla più generale vicenda dei piani della prima metà del secolo scorso con particolare riferimento al Piano di Luigi Piccinato, per l’occasione mostrato in originale nella sua tavola di zonizzazione.
Roberto Pane, Caffè panoramico a Posillipo. Modello: Gianluca Palmiero. Foto: Mario Ferrara.
Le Radici di una scuola, se se ne vogliono far sviluppare le foglie, aperte al futuro senza nostalgia, riprendendo l’affermazione della “Santa” prima che i fenicotteri spicchino il volo ne La grande Bellezza, “sono importanti”.