Il volume, Una Storia Civile. Dal Naviglio interno all’idrovia Milano-mare, curato da Maurizio Brown, ingegnere, già direttore del Servizio Fognature e Corsi d’Acqua del Comune di Milano, e da Pietro Redondi, professore senior di Storia della Scienza e delle Tecniche all’Università di Milano-Bicocca, con la collaborazione di Antonello Boatti, Maria Antonietta Breda, Costanza Ceccarelli, Marco Stanislao Prusicki, Davide Rodi, Renato Rovere, raccoglie i risultati di una consistente ricerca svolta dall’Università Bicocca, in collaborazione con il Politecnico di Milano, l’Archivio di Stato, il Museo di Storia Naturale di Milano, il Consorzio del Canale Milano-Cremona-Po.
Milano a volo d’uccello, arch. Paravicini dis., in Titus Vespasianus Paravicini, Guide Artistique de Milan, environs e lacs. Souvenir de l’Exposition nationale de 1881, Editrice F. Vallardi, Milano 1881. Biblioteca Naz. Braidense, Milano.
Il tema verte sulle complesse vicende che hanno interessato la rete navigabile milanese dal 1857, anno della soppressione del Laghetto dell’Ospedale Maggiore di Milano, fino ai giorni nostri, in cui sono state presentate le ipotesi di riapertura della Cerchia dei Navigli e di completamento dell’idrovia tra Milano, Cremona e il Po.
Pianta idrografica della Città di Milano, 1866, in Emilio Bignami, I canali della Città di Milano: considerazioni e proposte, Tip. F. Zanetti, 1866. Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, Milano.
Gran parte della cospicua documentazione, frutto della ricerca, era già stata presentata nel corso di una mostra tenutasi, dal 28 novembre 2019 al 1° febbraio 2020, presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, e dall’11 febbraio al 15 marzo 2020, presso il Castello Sforzesco di Milano, in occasione del V Centenario Vinciano.
Nell’introduzione al testo vengono esplicitate le motivazioni che hanno spinto gli studiosi a compiere questo notevole lavoro di ricerca: “Comprendere cosa abbia reso possibile la fine del sistema della navigazione dei canali in un paese iniziatore di questa tecnica come la Lombardia è la ragione principale di questo libro”. Effettivamente è lecito chiedersi come sia stato possibile l’abbandono di un grande progetto di trasformazione idraulica e di organizzazione economica, fondato sulla realizzazione sapiente di una civiltà dell’acqua, che ha interessato il territorio milanese e lombardo a partire dal XII secolo fino alla seconda metà del XIX secolo.
Occorre, infatti, ricordare che gran parte dello sviluppo economico della Lombardia è stato reso possibile dalla valorizzazione di una ricca rete idrografica costituita da corsi d’acqua, integrata da rogge, canali e navigli. Tale struttura rendeva possibile l’uso dell’acqua come fonte di energia per muovere mulini e macchine, riforniva capillarmente le campagne di apporti idrici per l’irrigazione, ma soprattutto consentiva, tramite il disegno articolato dei navigli, una ampia navigabilità, favorendo le comunicazioni e il trasporto di merci, dalla Svizzera fino a Milano, attraverso il Ticino, il Lago Maggiore e il Naviglio Grande e anche da Lecco, attraverso l’Adda, il Naviglio di Paderno e il naviglio del Martesana. Questo imponente disegno idraulico, che aveva reso l’area milanese un formidabile esempio di costruzione ingegneristica e territoriale, studiato in tutta l’Europa, fin dal Cinquecento e ammirato da Leonardo da Vinci, negli ultimi due secoli venne a poco a poco trascurato, cancellato e dimenticato. La Cerchia dei Navigli interni di Milano venne interrata a partire dal 1929, per lasciare spazio alla viabilità funzionale al trasporto su gomma.
Il volume descrive quindi la nascita, ai giorni nostri, di un nuovo e crescente interesse per la riattivazione delle vie d’acqua, in parte dovuto alle esigenze di riconversione dettate dai princìpi dell’attuale transizione ecologica, cioè la ricerca di infrastrutture a basso impatto ambientale e paesaggistico. Si sottolineano anche le nuove prospettive che emergono a livello internazionale, in Europa, con l’attribuzione di una grande rilevanza economica e ambientale al potenziamento della navigazione sui fiumi e sulle reti di canali navigabili.
Il Naviglio al Ponte delle Gabelle in via S. Marco, autore n. id., ca. 1925, stampa ai Sali d’argento. Archivio storico F.C.A., MM S.p.A., Milano.
Il volume si articola in quattro sezioni: I. Un canale fonte di ricchezza e di discordia, 1857-1923; II. Un sogno lungo oltre un secolo, 1886-2019; III. La copertura del naviglio: una scelta univoca, 1925-1969; IV. Inventare un nuovo naviglio, 2011-2020.
Nella prima sezione, l’approfondimento degli studi sui rapporti tra Milano e la navigazione interna analizza il dibattito sorto nella seconda metà del XIX secolo, fra medici igienisti e ingegneri, sull’opportunità della chiusura della Cerchia interna dei Navigli.
Naviglio Vallone. Conca di Nostra Signora del Duomo, 4 febbraio 1929, stampa ai Sali d’argento. Museo di Storia Naturale, Milano, Fondo Codara.
Nel secondo capitolo la ricerca ricostruisce la genesi e lo sviluppo dell’idea di realizzazione di un collegamento tra Milano e l’Adriatico, cioè, il progetto di nuova idrovia Milano-Cremona-Po, nato all’inizio del XX secolo, portato avanti negli anni Sessanta del XXI secolo con lavori ingenti avviati nella zona sud di Milano, a Rogoredo (Porto di Mare) e poi abbandonato nel decennio successivo. Il progetto di collegamento tra Milano e il mare rimasto incompiuto, si è però nuovamente riaffacciato anche in anni recenti, tra il 2015 e il 2019, con uno studio di Fattibilità del Canale navigabile Milano-Cremona promosso dall’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo) con sede a Parma.
Planimetria generale del Porto di Mare di Milano e delle sue zone industriali con le indicazioni delle subzone, in Il Porto di Milano e la sua zona industriale, “L’Industria”, XXXV, n. 1, 1921, pp. 1-4.
Cantiere del Porto di Milano. Lavori del Porto canale industriale, autore n. id., ca.1921-22, stampa ai Sali d’argento. Museo di Storia Naturale, Milano, Fondo Codara.
La terza sezione rievoca le fasi della effettiva e definitiva copertura della Cerchia interna di Milano, avvenuta tra gli anni Venti e Trenta del ’900, e del Naviglio della Martesana, completata tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta.
Il Naviglio al Ponte delle Gabelle in via S. Marco, autore n. id., ca. 1925, stampa ai Sali d’argento. Archivio storico F.C.A., MM S.p.A., Milano.
Nella parte conclusiva, il testo descrive il progetto attuale di riapertura della Cerchia dei Navigli di Milano sviluppato da un gruppo di ricerca del Politecnico d Milano, guidato da Antonello Boatti e Marco Stanislao Prusicki. I recenti studi per la riattivazione della Cerchia interna hanno avuto inizio dopo il Referendum consultivo del giugno 2011 (in cui la cittadinanza milanese, con una maggioranza del 94%, espresse parere favorevole per la riapertura) e sono culminati nel 2020, quando il Comune di Milano diede incarico a MM Spa di sviluppare il Progetto di Fattibilità Tecnico ed Economica per l’intero tracciato di riapertura dei Navigli interni.
Schema dei Navigli esistenti (in blu) e tracciato (in rosso) dei nuovi Navigli milanesi sulla mappa della città, in Antonello Boatti e Marco Prusicki, I Nuovi Navigli Milanesi. Storia per il futuro, Maggioli, Santarcangelo di Romagna (Rimini), 2018.
Il libro è arricchito da una ricca dotazione documentale, in gran parte inedita, con una nutrita rappresentazione iconografica e numerosi dossier di documenti: 221 immagini, tra fotografie d’epoca, disegni progettuali e carte, corredano le 574 pagine del testo, 104 documenti sono trascritti, integralmente o parzialmente.
Gran parte dei materiali provengono dalla consultazione di due preziosi archivi milanesi, che non erano mai stati esplorati prima. Uno dei due archivi è quello di Giuseppe Codara, Ingegnere dell’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, conservato nella Biblioteca del Museo di Storia Naturale e dell’Acquario e Stazione Idrobiologica di Milano. L’altro è l’archivio del Consorzio del Canale Milano-Cremona-Po (ora in fase di inventario presso l’Archivio di Stato di Milano).
Completano il testo le interviste fatte a: Piero Bassetti, già presidente del Consorzio del Canale Milano-Cremona-Po e primo presidente della Regione Lombardia nel 1970; all’architetto Linda Capriolo fautrice negli anni ’70 della trasformazione in parco dell’area del cosiddetto Porto di mare, vicino a Rogoredo, il cui nome ricorda il bacino scavato nel primo dopoguerra per collegare per via d’acqua Milano all’Adriatico; ad Antonio Gentile, ingegnere idraulico, direttore della sezione Studi e progetti del Settore Fognature e Corsi d’Acqua del Comune di Milano; ad Alice Ingold, storica francese, docente all’École des hautes études en sciences sociales di Parigi.
Veduta fotografica di piazza Cavour oggi, foto digitale dei curatori, in A. Boatti e M. Prusicki, op. cit.
Simulazione fotorealistica di riapertura del Naviglio in piazza Cavour con la formazione di uno specchio d’acqua, render di S. Carzaniga, Studio del Politecnico di Milano, 2015, in A. Boatti e M. Prusicki, op. cit.