Giuseppe Pagano Pogatschnig, Idroscalo, Società Italiana Servizi Aerei SISA (linea aerea Torino-Pavia-Venezia-Trieste), 1925-26
Pavia, Lungo Ticino Sforza 51
Nel 1928 Pagano è nominato Direttore Tecnico dell’Esposizione Internazionale di Torino al Parco del Valentino, realizza molti padiglioni e, lungo il corso del fiume, un “gemello” dell’idroscalo pavese.
Pagano appena laureato redige il progetto dell’idroscalo nello stesso periodo in cui vince il concorso per la costruzione dei ponti di corso Bramante e corso Belgio a Torino realizzati tra il 1925 e il 1928. Il tratto dei disegni e la cifra stilistica delle tavole acquerellate dei particolari costruttivi delle balaustre sono decisamente simili a quelli presenti negli elaborati e negli studi per i prospetti dell’idroscalo pavese.
Cesare De Seta (Giuseppe Pagano architetto e critico, in: C. De Seta, Il destino dell’architettura Persico Giolli Pagano, Laterza, Bari, 1985, pp. 168-69) nota che il giovane Pagano ha una formazione visiva di gusto secessionista e un linguaggio affine sia a Wagner e Olbrich che a Perret.
Musei Civici Pavia, foto Chiolini.
Una piastra – collegata alla riva da una passerella, sorretta da travi parallele trasversali in calcestruzzo a vista posate su due travi maggiori longitudinali appoggiate a quattro pilastri che emergono dall’acqua – accoglie il grande hangar di ricovero per gli idrovolanti. I pilastri originariamente erano a sezione poligonale con l’attacco superiore che si allargava con fazzoletti triangolari; in seguito sono stati incamiciati con sezione cilindrica. Due lunghi binari paralleli inclinati costituiti da travi a “V” in calcestruzzo che collegano il grande portale del ricovero al fiume erano utilizzati per calare in acqua gli idrovolanti. Una maglia strutturale ortogonale a vista con due fasce orizzontali sovrapposte di finestre definisce i prospetti; le porzioni cieche mostrano motivi ornamentali geometrici; la porzione di timpano ha un tamponamento con disegno a rombi. Lungo il perimetro dell’edificio è posizionato un ballatoio continuo con parapetto esile e metallico.
Su concessione dell’Archivio Storico Civico del Comune di Pavia.
Soluzioni iniziali di progetto prevedono un edificio a un piano con tetto a quattro falde e bucature quadrate o a due piani con doppio ordine di bucature quadrate.
L’aerostazione viene inaugurata il primo aprile 1926 con una cerimonia alla quale partecipa anche Benito Mussolini. La SISA comunica al Sindaco di Pavia che il servizio bi-giornaliero sulla linea Trieste-Torino inizia il giorno lunedì 12 luglio 1926.
Una vista stupenda è determinata dalla leggera rotazione dell’idroscalo rispetto alla riva del fiume, che si allinea alla corrente; si resta sospesi sull’acqua. Potrebbe essere trasformato in uno spazio pubblico dopo un corretto restauro filologico.
Nel 1981 la struttura è abbandonata ed è acquistata da un privato nel 1999; attualmente è in condizioni di avanzato degrado.
Su concessione dell’Archivio Storico Civico del Comune di Pavia.
Su concessione dell’Archivio Storico Civico del Comune di Pavia.