Anche se le sue due principali esposizioni – Eduardo Souto de Moura. Architettura sulla Storia, al Palazzo della Ragione, e Paolo Zermani. Paesaggio sacro, al Museo diocesano – sono ancora aperte al pubblico, fino alla fine del mese, il 9 giugno la manifestazione internazionale Mantovarchitettura 2022 ha ufficialmente terminato la sua programmazione.
Si tratta di un progetto culturale ideato e organizzato dal Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano, nell’ambito delle attività della Cattedra UNESCO in Pianificazione e tutela architettonica nelle città patrimonio mondiale dell’umanità, che in quest’ultima, nona, edizione ha organizzato ben 59 eventi dedicati al mondo dell’architettura e della progettazione e ai suoi protagonisti.
I primi dati e numeri di Mantovarchitettura 2022 parlano di oltre 70 ospiti e oltre 6.000 presenze in circa un mese (dal 6 maggio al 9 giugno 2022) del festival, di oltre 22.580 visualizzazioni della pagina web dedicata, un incremento di oltre + 546% (rispetto al mese di aprile) e di 96.900 “impression” sulla pagina instagram allestita.
A fronte di questi numeri rilevantissimi, abbiamo deciso di contattare Federico Bucci, Prorettore del Polo di Mantova del Politecnico nonché responsabile della Cattedra UNESCO, il quale più di dieci anni fa (contando anche le prime edizioni sperimentali) ha iniziato questa straordinaria avventura, per sentire le sue impressioni e punto di vista.
Foto: Giuseppe Gradella / ©Polo di Mantova del Politecnico di Milano.
Cosa ci puo raccontare di quest’ultimo Mantovarchitettura 2022: ci sono state differenze rispetto alle edizioni passate e quali sono i motivi del suo successo?
FB: Questa edizione di Mantovarchitettura, dopo due anni di pandemia, ci fa capire, innanzitutto, quanto ci sia bisogno di un aggiornamento sull’architettura contemporanea, condotto sulla base dei progetti che noi possiamo osservare e commentare da vicino.
Premesso che tutto ciò che riguarda la comunicazione dell’architettura riguarda l’assenza dell’oggetto vero e proprio, l’architettura, ma nonostante ciò, possiamo affermare che il Festival Mantovarchitettura ha avuto uno straordinario successo. Riteniamo che questo sia avvenuto, principalmente, per i seguenti tre motivi:
– Il grande interesse e la qualità della proposta. Il Politecnico di Milano come una delle migliori “Scuole” di architettura (al quinto posto nella classifica mondiale per Architettura, secondo il QS World University ranking by subject) attira i migliori conferenzieri e progettisti, i quali vengono molto volentieri da noi a tenere lecture o a illustrare le proprie opere. Questo ci ha permesso di presentare alcuni esempi di architettura mondiale con un’altissima qualità dei contenuti, determinando grande successo presso studenti, architetti e ciitadini.
– Vista la difficoltà oggettiva di comunicare architettura, il fatto di avere allestito e organizzato presso diverse sedi storiche della città di Mantova incontri ed esposizioni di architettura, ha sicuramente contribuito al successo dell’iniziativa; cioè, abbiamo, infatti, voluto comunicare il futuro dell’architettura immersi nella “storia” desunta da alcuni notevoli esempi storici, quali il Palazzo della Ragione, l’ex chiesa della Madonna della Vittoria e Palazzo Te.
– Il terzo motivo, secondo me anche il più importante, è che arrivati alla nona edizione di Mantovarchitettura – grazie all’esperienza acquisita, l’interesse delle proposte offerte e l’ubicazione eccezionale di numerosi eventi all’interno di luoghi storici della città –, possiamo dire di essere riusciti a rompere il famoso “muro imaginario”, la barriera tra lo spettatore e il palcoscenico. Così facendo, abbiamo reso accessibile l’architettura di qualità a un vasto pubblico, non solo agli specialisti della materia, ma anche a tutti gli altri interessati. La facilità di comprensione a Mantovarchitettura è semplice, immediata, forse anche perché sostenuta dagli spazi storici utilizzati, non è destinata solo a una determinata élite, ma a tutta la cittadinanza interessata all’architettura. Questo è uno degli obiettivi più importanti che una manifestazione come Mantovarchitettura può prefiggersi.
Foto: Giuseppe Gradella / ©Polo di Mantova del Politecnico di Milano.
Invece, la situazione italiana come si presenta, quanto incide rispetto agli altri paesi?
FB: Per ora troppo poco. La nostra cultura architettonica e la capacità di curare i territori sono di ottimo livello, ma dobbiamo fare molto di più. Noi c’è la mettiamo tutta, le “Scuole” e gli Ordini professionali hanno una qualità alta, diffusa, ma, poi, ci sono ancora troppi problemi irrisolti, storie che non si riescono a realizzare… Per questo è fondamentale il rapporto tra il costruito e l’ambiente. Quando la bellezza sarà una pratica diffusa, soprattutto a livello di decisioni politiche, solo allora potremo affermare di aver operato bene nel territorio.
Il fatto che la figura del critico di architettura sia praticamente assente sui nostri quotidiani e media, mentre negli altri paesi costituisce una professione considerata utile per lo sviluppo e la diffusione dell’architettura, è significativo come esempio. Auspico sempre che in Italia possa affermarsi una politica con l’architettura al centro e – devo ammettere – trovo strano che in un Paese con testimonianze di così alto valore architettonico ciò non succeda.
Penso, insomma, che si debba lavorare ancora tanto. Il mio augurio è, con Mantovarchitettura, di riuscire almeno un po’ a divulgare quest’idea di architettura di qualità diffusa e disponibile per tutti. Inoltre, quali insegnanti, abbiamo il compito di formare le nuove generazioni perché pongano sempre l’ambiente, costruito e naturale, al centro dei propri progetti.
Foto: Giuseppe Gradella / ©Polo di Mantova del Politecnico di Milano.
State già lavorando alla decima edizione di Mantovarchitettura?
FB: Sì, lo stiamo facendo con l’augurio che il territorio risponda. Anche se, purtroppo, devo segnalare quasi una cronica assenza da parte delle imprese verso la possibilità di “investire” in cultura.
Ciononostante, siamo certi che anche questa volta, per i motivi sopra illustrati, il pubblico risponderà con grande interesse ed entusiasmo.
Foto: Giuseppe Gradella / ©Polo di Mantova del Politecnico di Milano.