Un progetto residenziale concepito come un intervento di rigenerazione urbana. Il corpo di fabbrica rispetta i limiti del lotto, ma rinnova le condizioni spaziali che stabiliscono la relazione tra gli interni, il paesaggio, lo spazio pubblico. Giovanni Vaccarini ha recentemente realizzato sul lungomare della città di Pescara un edificio che lui stesso descrive come un tassello della conurbazione diffusa del litorale adriatico. Un edificio elegante, perfettamente inserito nel tessuto urbano, che reinterpreta la tipologia della palazzina, alla quale l’architetto che ha base in questa città da tempo dedica studi e progetti.
Foto: ©Massimo Crivellari.
“Pescara è una città americana in Italia”, ricorda Giovanni Vaccarini citando Guido Piovene il quale, nel suo “Viaggio in Italia”, definì il capoluogo abruzzese come una città lineare, senza un vero centro, nata dalla confluenza delle genti d’Abruzzo che dalla montagna si spostavano verso la costa in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita. Un sogno che somiglia molto a quello americano. In effetti, osserva Vaccarini, la città è stata in grado di attrarre capitali, persone, attività e nell’arco di pochi anni è diventata il polo economico della regione e del medio Adriatico.
Una città giovanissima, Pescara, con meno di cento anni di vita, ma cresciuta nel dopoguerra a un ritmo vorticoso tanto da dare luogo a forti contrasti, riconoscibili lungo le sue strade. È la città dei “vitelloni”, così descritti da Ennio Flaiano che qui era nato: ragazzoni nullafacenti che trascorrevano il loro tempo nei locali della città di mare. Ma, allo stesso tempo, è la città laboriosa, abitata da una florida e giovane imprenditoria che oggi ha assunto dimensioni nazionali e internazionali.
Foto: ©Massimo Crivellari.
Il progetto si colloca in una porzione di tessuto urbano che racconta con chiarezza questa crescita tumultuosa: a alcune superstiti ville liberty o di ispirazione neoclassica si affiancano imponenti edifici con molti piani, spesso senza qualità. Alcune delle ville, negli anni, sono state rapidamente sostituite dalla rampante tipologia edilizia della palazzina. Una tipologia a blocco isolato, servita da una distribuzione verticale centrale intorno alla quale si articolano gli alloggi, nella misura di due o più per piano. È in questo ambito che il progetto di Vaccarini si colloca.
Riviera 107 reinterpreta questa tipologia, introducendo nella palazzina una logica distributiva per fasce funzionali. La fascia anteriore dell’appartamento, quella più aperta alla dimensione pubblica, si contrappone così a quella dei servizi, che comprende la distribuzione verticale, i bagni, le cucine, le lavanderie, e a seguire alla parte più privata delle camere e degli studi. Seguendo questa logica l’edificio sviluppa ulteriormente il proprio dialogo con l’esterno. Il fronte dell’edificio è arretrato rispetto al filo stradale, e definisce così uno spazio semi-pubblico di mediazione tra la parte pubblica della città e gli spazi privati. Una sorta di dilatazione del marciapiede che l’edificio condivide con la città. L’androne diventa il luogo collettivo per eccellenza, al quale sono affiancati uno spazio comune per riunioni, feste, gioco e tutte quelle attività comuni che si dovessero rendere necessarie.
Pianta livello 4 (piano tipo).
Ma più di tutto questa logica distributiva ha reso possibile una originale trasformazione dell’affaccio a mare. La facciata che guarda a est, infatti, è pensata come una vera e propria sezione aperta dell’edificio, lungo la quale emergono, con aggetti di diversa ampiezza, i piani dell’edificio. Il corpo compatto viene così scardinato e i piani “slittano” verso l’esterno. Lo slittamento dei piani definisce un sistema di sbalzi che si protendono verso il mare definendo una porzione di abitazione all’aperto, una sorta di “trabocco urbano”, spiega Giovanni Vaccarini facendo riferimento alle tradizionali strutture lignee per la pesca, che caratterizzano questo litorale. Tale scelta permette agli ambienti interni di realizzare un rapporto diretto e assoluto con la vista del mare. Un intenso rapporto con la città e il paesaggio, con la luce e la vita all’aria aperta, è al centro del progetto. Gli ambienti principali degli appartamenti godono di affacci diretti e di terrazze esterne, pensate come vere e proprie stanze all’aria aperta, parte integrante della vita domestica.
L’intradosso dei balconi aggettanti è in metallo, un rivestimento in ottone traforato che aggetta ulteriormente rispetto al piano di calpestio. Vista dal basso, percorrendo il lungomare, la serie di aggetti riflettenti dà luogo a una sorta di inedito quinto prospetto dell’edificio che contribuisce a definire la scena urbana.
Sezione B-B’.
Riviera 107, Pescara
A residential project conceived as an urban regeneration effort. The building respects the limits of the lot, but reinterprets the relationships between the interior, the landscape, the public space. Giovanni Vaccarini has recently completed a building on the seafront of the city of Pescara that he describes as a piece of the widespread conurbation of the Adriatic coast. An elegant building, perfectly inserted in the urban fabric, which reinterprets the typology of the palazzina (apartment building), to which the architect, based in this city, has been dedicating his research and studies for some time.
Photo: ©Massimo Crivellari.
“Pescara is an American city in Italy,” recalls Giovanni Vaccarini quoting Italian journalist and writer Guido Piovene who, in his “Viaggio in Italia” (“Journey through Italy”), defined the capital of Abruzzo as a linear city, without a real center, born from the confluence of people of the region who moved from the mountains to the coast in search of work and better living conditions. A dream that sounds a lot like the American dream. In fact, notes Vaccarini, the city has been able to attract investments, people and activities, and in just a few years it has become the economic hub of the region and the mid-Adriatic area.
Pescara is a very young city, less than one hundred years old, but it has grown in the post-war period at such a rapid pace as to give rise to strong contrasts, recognizable along its streets. It is the city of the “vitelloni”, as described by Italian playwright and novelist Ennio Flaiano, who was born here: a bunch of lazy guys who spent their time in the clubs of the seaside town. But, at the same time, it is an industrious city, inhabited by a thriving and budding entrepreneurship that today has taken on national and international dimensions.
Photo: ©Massimo Crivellari.
The project is located in a portion of the city that clearly speaks of this tumultuous growth: some surviving Art Nouveau or neoclassical villas are flanked by imposing buildings, often lacking in quality. Some villas, through the years, were quickly replaced by the rampant palazzina (apartment building) type. A single block typology, served by a central vertical distribution around which the apartments – two or more per floor – are arranged. This is the context in which Vaccarini’s project is located.
Riviera 107 reinterprets this typology, arranging distribution in the building according to functional bands. The front band of the apartment, the one most open to the public domain, is thus opposite to the service band, which includes the vertical distribution, bathrooms, kitchens, laundries, and further back the more private quarters with bedrooms and studios. Following this logic, the building further develops its dialogue with the surrounding environment. The front of the building is set back from the street edge, and thus defines a semi-public space of mediation between the public and the private spaces. A kind of sidewalk expansion that the building shares with the city. The hallway becomes the collective place par excellence, flanked by a communal space for meetings, parties all those common activities that may be necessary in a condominium.
Photo: ©Michele Boccia.
More than anything else, this distribution layout allowed an original transformation of the seafront overlook. The east-facing facade, in fact, is conceived as a real open section of the building, along which the floors of the building cantilever. The compact volume is thus dissolved in a way and the floor plates “slip” outwards. The shifting of the planes and the cantilevers that jut out towards the sea define a portion of open-air dwelling, a sort of trabocco urbano, explains Giovanni Vaccarini, referring to the traditional trabocchi – wooden structures for fishing that characterize the local coastline. This choice allows the interiors to attain a direct and unconditional relationship with the sea view. An intense relationship with the city and the landscape, with light and outdoor life, is at the heart of the project. The main rooms of the apartments enjoy direct views and all have outdoor terraces, designed as real open-air rooms, an integral part of domestic life.
The soffit of the cantilevered balconies is made of a perforated brass cladding. Seen from below, as one walks along the promenade, the series of reflective overhangs gives rise to a sort of unprecedented fifth elevation of the building that helps to define the urban scene.
Short film The Living Section.