Inaugurata pochi giorni fa, è in corso, presso il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, l’esposizione Architetture a regola d’arte. Dagli archivi BBPR, Dardi, Monaco Luccichenti, Moretti, che propone al pubblico oltre 400 opere di prestigiosi studi di architettura italiani i cui archivi fanno parte della Collezione del MAXXI Architettura.
Castello Sforzesco, sala 15, prove di allestimento per la “Pietà Rondanini” di Michelangelo – Restauro BBPR (prima fase 1953-56) ©Mario Perotti. Studio Fotografico Perotti. Civico Archivio Fotografico, Comune di Milano.
Curata da Luca Galofaro con Pippo Ciorra, Laura Felci ed Elena Tinacci, la rassegna romana presenta documenti d’archivio di quattro differenti studi di progettazione del ’900 – BBPR, Costantino Dardi, Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti, Luigi Moretti – accomunati nei propri lavori da una profonda relazione tra architettura e opere d’arte.
Enrico Peressutti (a sinistra) e Costantino Nivola con due bozzetti per lo showroom Olivetti, Springs, East Hampton, USA, 1953. Courtesy Fondazione Nivola.
Così, in mostra possiamo ammirare, oltre alle ricostruzioni di alcuni storici allestimenti espositivi, opere di diversi autorevoli artisti con cui i progettisti collaborarono – tra cui Saul Steinberg, Costantino Nivola, Daniel Buren, Giuseppe Capogrossi, Pietro Consagra, Antonio Corpora, Nino Franchina, Giulio Paolini, Gino Severini, Giuseppe Uncini – in un interessante dialogo culturale tra architetti e artisti e le reciproche “contaminazioni”, che caratterizzarono una fase importante della storia culturale italiana.
Costantino Dardi con Andreas Sedler, Donata Tchou, Allestimento della mostra Avanguardia e Transavanguardia a cura di Achille Bonito Oliva, Roma, Mura Aureliane, 1982.
Il percorso espositivo è articolato attraverso una sequenza di quattro grandi “stanze”, dedicate ciascuna a uno studio di architettura, di cui vengono illustrati e documentati i progetti, la loro storia e la relazione con gli artisti. Ne emergono materiali e linguaggi differenti tra di loro, uniti, però, da una grande volontà di sperimentare. Le “stanze” sono collegate da spazi più intimi e personali, delle piccole wunderkammer, che anticipano e orientano la lettura dei progetti.
Costantino Dardi, Bozzetto per la scenografia del film Il ventre dell’Architetto, Vittoriano, Roma 1986. Collezione MAXXI Architettura, Archivio Dardi.
La prima “stanza” illustra l’operato dello studio BBPR – Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers, con al centro il loro progetto di restauro e “musealizzazione” del Castello Sforzesco di Milano, uno tra i più importanti interventi di questo genere del secondo dopoguerra. Per l’occasione, è stata ricostruita l’ambientazione spaziale, che, dal 1956 al 2015, ospitò la Pietà Rondanini di Michelangelo a Milano, con un calco del gruppo scultoreo prestato dal museo tattile Omero di Ancona. Integrano il lavoro dei BBPR nel campo espositivo gli allestimenti realizzati alla X Triennale di Milano del 1954, tra cui il “Labirinto dei ragazzi” con opere di Alexander Calder e Saul Steinberg, la Sala di esposizione per la Olivetti nella Fifth Avenue, New York, e il progetto per il memoriale di Auschwitz.
Luigi Moretti, Collage. Collezione MAXXI Architettura, Archivio Moretti-Magnifico.
Nella seconda sala spicca un traliccio, che trae ispirazione dagli allestimenti progettati da Costantino Dardi, in dialogo con una scultura di Giuseppe Uncini e gli altri lavori del progettista, tra cui il concorso per il Padiglione italiano all’Expo 1970 di Osaka e la sistemazione del Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 1982. Ne fanno parte anche diverse immagini della celebre mostra di Achille Bonito Oliva Avanguardia Transavanguardia 68-77, allestita da Dardi, e alcune incisioni dello stesso, esposte nel 1980 alla galleria A.A.M. (Architettura Arte Moderna), che conversano con Senza Titolo, l’opera di Giulio Paolini (dalla Collezione MAXXI Arte).
Luigi Moretti, Studio dei volumi de La Rotonda di Andrea Palladio pubblicato nella rivista “Spazio” n. 7 (dicembre 1952 – aprile 1953). Collezione MAXXI Architettura, Archivio Moretti-Magnifico.
Nella “stanza” dedicata allo studio Monaco Luccichenti risaltano numerose fotografie di Giovanna Silva dedicate agli interventi artistici che accompagnano i progetti dei due architetti romani, tra cui quello del tetto della sede di Confindustria con la pavimentazione realizzata su disegno di Capogrossi. Arricchiscono i contenuti della “stanza” altre opere di Nino Franchina, Gino Severini, Giuseppe Capogrossi, Antonio Corpora, artisti con cui Monaco e Luccichenti hanno collaborato in diverse occasioni.
Monaco Luccichenti, Palazzina “Vega”, via Barnaba Tortolini n. 36, Roma, 1949-50. Dettaglio degli affreschi di Nino Corpora, Credit Giovanna Silva 2022, Courtesy Giovanna Silva.
Protagonista della quarta sala è Luigi Moretti e il suo film su Michelangelo, insieme ai suoi disegni e modelli dedicati allo studio dei maestri del passato; invece, il rapporto con i contemporanei prendeva forma, soprattutto, attraverso la rivista “Spazio”, fondata e diretta da Moretti negli anni Cinquanta, e l’omonima galleria d’arte. Completano la “stanza” le immagini della storica mostra Contemporanea, allestita nel 1973 da Piero Sartogo nel parcheggio di Villa Borghese a Roma, progettato da Luigi Moretti.
Stanza studio Monaco Luccichenti, by SIAE 2022. Intallation View, Photo credit: Musacchio Ianniello Pasqualini Fusilla.
È da segnalare che la rassegna Architetture a regola d’arte apre il suo percorso con la Pietà Rondanini di Michelangelo, allestimento milanese dei BBPR, e si conclude con il film di Moretti dedicato al grande artista, assunto a figura-simbolo della relazione tra arte e architettura, tra gli stessi artisti e i progettisti presenti qui in mostra.