È appena stata inaugurata, presso il Mudec, la rassegna Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen, che presenta al pubblico una importante selezione – 180 opere, tra dipinti, sculture, disegni, documenti e manufatti originali – della Collezione di arte surrealista del museo dei Paesi Bassi, in dialogo con alcune opere della Collezione permanente del Museo delle Culture di Milano.
La mostra, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano – Cultura, è curata dalla storica dell’arte Els Hoek, curatrice del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, con la collaborazione di Alessandro Nigro, professore di Storia della critica d’arte presso l’Università di Firenze.
Max Ernst, Le couple, 1923. Olio su tela, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam ©Max Ernst by SIAE 2023.
L’esposizione si sviluppa attraverso sei sezioni riferite al mondo e alla poetica surrealista – Una rivoluzione surrealista; Dadaismo e Surrealismo; La mente sognante; Il caso e l’irrazionale; Desiderio; Stranamente familiare –, introdotte ciascuna da una scultura o un oggetto iconico, che evoca il tema della sezione, e da una citazione, che documenta come il surrealismo, oltre alla liberazione dell’individuo perseguiva anche l’ideale di una liberazione della società.
Piet Ouborg, Compositie (Composizione) 1931. Olio su tela, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam.
La prima sezione presenta alcune opere eccezionali (il libretto originale del Manifesto del Surrealismo di André Breton, 1924; l’iconico divano a forma di labbra di Mae West di Salvador Dalí, 1938), che ci introducono nella filosofia e mondo surrealista, “il surrealismo non è uno stile, ma un atteggiamento”, mentre la seconda parte (con opere di Kurt Schwitters, Tristan Tzara, Francis Picabia, Max Ernst, Man Ray, Marcel Duchamp) documenta le origini dadaiste del movimento. Segue la terza sezione che indaga la visione artistica di Salvador Dalí e il suo “metodo paranoico-critico”, che lo portò a creare immagini multi-interpretabili.
André Breton, Manifeste du surréalisme. Poisson soluble, Éditions du Sagittaire Paris 1924. Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam.
La successiva, quarta, parte si concentra sui vari metodi utilizzati dai surrealisti per accedere all’inconscio, tra cui il gioco d’azzardo, il collage, il frottage, la scrittura e il disegno del flusso di coscienza (con la Figura seduta di Eileen Agar). La quinta sezione presenta opere (tra cui Venere restaurata di Man Ray) che trattano dell’amore e del desiderio sessuale, tematiche esplorate dai surrealisti per accedere ad aree che la società borghese aveva represso. Infine, la sesta parte, Stranamente familiare, illustra come gli artisti surrealisti creavano una “bellezza” attraverso combinazioni casuali di oggetti insoliti tra loro, prendendo come spunto il romanzo gotico I Canti di Maldoror, in cui la bellezza è descritta come “l’incontro casuale di un ombrello e una macchina da cucire su un tavolo da dissezione”, (il dipinto Sotto le resede di Meret Oppenheim).
Vista della mostra. Foto: ©weArch.
Fa parte della rassegna anche una settima parte, la sezione Il Surrealismo e le culture del sud globale dedicata al tema del rapporto con le culture native, un importante fil rouge che accomuna numerosi artisti del movimento, a partire da André Breton, che scoprì l’arte “primitiva” sin da giovane. L’interesse per le culture “del sud” costituisce uno dei capisaldi del surrealismo, non per il lato estetico degli oggetti etnografici in sé, ma perché furono ritenuti dotati di valenze magiche e ancestrali, che s’integravano bene con la poetica del movimento e il suo concetto di “meraviglioso”, che assicurava l’accesso alla dimensione della surrealtà.
Eileen Agar, Seated Figure, 1956. Olio su tela, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam.
Le sezioni della mostra sono arricchite da un affascinante apparato multimediale, tra cui spezzoni di film d’epoca quali Entr’acte (1924) di Rene Clair, tratto da una sceneggiatura di Francis Picabia, e Spellbound di Alfred Hitchcock, del 1945.
Accompagna la rassegna il volume-catalogo di 272 pagine, curato da Els Hoek e Alessandro Nigro, oltre a numerose iniziative collaterali, tra cui Il Suono dell’Arte. LaFil al Mudec. Musica surrealista, che nel mese di maggio proporrà al pubblico diverse sessioni di musica surrealista, brevi esecuzioni musicali da camera e prove d’orchestra.
Elsa Schiapparelli, Snuff, 1949. Legno, cartone, litografia su carta, doratura, cellophane, vetro, metallo, plastica e sostanza liquida, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam. Purchase with support of the Mondriaan Fund.