Il Museum of Modern Art di New York presenta Crafting Modernity: Design in Latin America, 1940–1980, la prima rassegna di un importante museo americano ad esaminare il design moderno nella regione su vasta scala. In esposizione dall’8 marzo al 22 settembre 2024, la mostra si concentra su sei paesi — Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Messico e Venezuela — che hanno guidato lo sviluppo del design domestico moderno in America Latina.
Installation view of Crafting Modernity: Design in Latin America, 1940–1980, on view at The Museum of Modern Art from March 8 through September 22, 2024. Photo: Robert Gerhardt.
Attraverso circa 150 oggetti, tra mobili, design grafico, tessuti, ceramiche e fotografia, provenienti dalla collezione del MoMA e da collezioni pubbliche e private negli Stati Uniti, in America Latina e in Europa, la mostra si pone l’obiettivo di dimostrare come il campo del design in America Latina fornisca una piattaforma preziosa per esaminare e comprendere le trasformazioni politiche, sociali e culturali più ampie nella regione.
Crafting Modernity: Design in Latin America, 1940–1980 è organizzata da Ana Elena Mallet, curatrice ospite, con Amanda Forment, assistente curatore del Dipartimento di Architettura e Design del Museum of Modern Art.
Antonio Bonet (Spanish, 1913–1989), Juan Kurchan (Argentine, 1913–1975), Jorge Ferrari Hardoy (Argentine, 1914–1977). BKF Chair. 1938. Painted wrought-iron rod and leather, Overall: 87.3 x 83.2 x 75.6 cm. The Museum of Modern Art, New York. Edgar Kaufmann, Jr. Digital image ©2024 The Museum of Modern Art, New York.
Crafting Modernity analizza il periodo del dopoguerra in America Latina, un’epoca di cambiamenti radicali caratterizzati da una crescita economica significativa e una rapida modernizzazione. Durante gli anni ’40, mentre l’Europa era dilaniata dalla Seconda guerra mondiale, i paesi latinoamericani si videro costretti a sostituire i beni tradizionalmente importati con prodotti di produzione interna. Questo cambiamento portò ad una crescita esplosiva delle industrie nazionali, aprendo nuove opportunità professionali per i designer locali. Tuttavia, alla fine degli anni ’70, una serie di crisi economiche colpì la regione, segnando la fine di un’epoca di grande sviluppo.
Emilio Ambasz (Argentine, born 1943). Flashlights, 1983. Manufacturer: GB Plast, Bologna, Italy. ABS plastic, Each: 10.2 x 3.2 x 2.5 cm. The Museum of Modern Art, New York. Gift of the designer. Digital image ©2024 The Museum of Modern Art, New York.
La mostra newyorkese documenta anche il coinvolgimento del MoMA nel design latinoamericano a partire dal 1940 con il Concorso di Design Industriale per le 21 Repubbliche Americane. I vincitori di questo concorso furono l’anno successivo esposti nella mostra Organic Design in Home Furnishings del MoMA, organizzata da Eliot Noyes, direttore del Dipartimento di Design Industriale del Museo. Questo concorso incoraggiò i designer latinoamericani a incorporare materiali e metodi di costruzione locali, contribuendo così a definire il carattere unico del design latinoamericano. I vincitori del concorso, come Clara Porset e Michael van Beuren (entrambi dal Messico), hanno fuso influenze moderniste con tradizioni artigianali locali nei loro progetti. Tra i momenti salienti di questa sezione ci sono i materiali d’archivio della mostra del 1941, così come alcuni dei progetti vincitori, come la poltrona Alacran di van Beuren (ca 1940).
Michael van Beuren (Mexican, born United States. 1911–2004), Klaus Grabe (German, 1910–2004), Morley Webb (American, 1910–1986). Alacrán (scorpion) chaise. c. 1940. Primavera wood and nylon strap, 81.3 × 64.8 × 154.9 cm. Private collection.
Una sezione è dedicata agli interni domestici, considerati luoghi di sperimentazione fondamentali per la vita moderna e per lo sviluppo del design nella regione. Sono esaminati diversi esempi di case, tra cui la Casa de Vidro di Lina Bo Bardi (Brasile, 1951) e la casa di Alfredo Boulton a Pampatar, i cui mobili sono stati progettati da Miguel Arroyo (Venezuela, 1953), al fine di evidenziare l’importanza di questi spazi nell’evoluzione del design latinoamericano.
Lina Bo Bardi (Brazilian, born Italy. 1914–1992). Bowl Chair. 1951. Steel and fabric, 55 × 84 × 84 cm. The Museum of Modern Art, New York. Committee on Architecture and Design Funds. Digital image ©2024 The Museum of Modern Art, New York.
Viene esaminato anche l’emergere della professione di designer in America Latina attraverso lo studio dei circoli creativi che hanno contribuito alla crescita industriale della regione, oltre al ruolo degli imprenditori designer e al loro coinvolgimento con marchi internazionali come Knoll e Herman Miller.
Oscar Niemeyer (Brazilian, 1907–2012). “Modulo” Low Table. 1978. Painted plywood and steel, 24.1 x 192.4 x 50.2 cm. The Museum of Modern Art, New York. Committee on Architecture and Design Funds. Digital image ©2024 The Museum of Modern Art, New York.
Inoltre, Crafting Modernity illustra lo sviluppo delle industrie nazionali in diversi paesi della regione, in particolare in Argentina, Brasile e Cile, e l’impatto della politica di Sostituzione delle importazioni industriali (ISI – Import Substitution Industrialization) dell’era del dopoguerra.
Infine, la mostra esamina l’intersezione tra tradizioni locali, artigianato e modernismo attraverso una serie di esempi chiave, come la sedia a tre gambe di Joaquim Tenreiro (Brasile, 1947) e la Silla Ovejo di Jaime Gutierrez Lega (Colombia, 1972), mettendo in luce il ruolo dei designer di oggetti vernacolari che, sebbene parte integrante della modernità latinoamericana, non sono stati riconosciuti al tempo.
Questa sezione si propone di evidenziare come il design per gli ambienti domestici rifletta le idee di identità nazionale, modelli di produzione e modi moderni di vivere nell’America Latina del XX secolo.
Roberto Matta (Chilean, 1911–2002). Malitte Lounge Furniture. 1966. Manufacturer: Gavina, Italy. Wool and polyurethane foam, Overall: 160 x 160 x 63.5 cm. The Museum of Modern Art, New York. Gift of Knoll International ©2024 Artists Rights Society (ARS), New York / ADAGP, Paris.