Milano, via Emanuele Odazio 9
“Primo esempio di biblioteca realizzata in ottemperanza ad un programma di diffusione della lettura nei quartieri periferici. Struttura in cemento armato con grandi serramenti in legno. Sala lettura per 50 persone, 6.000 volumi”. Cosi Arrighetti presentava la biblioteca sul numero 6-7 della “Città di Milano” del luglio 1961.
Foto: C. Camponogara.
La biblioteca è composta da tre nuclei affiancati a pianta rettangolare, due di uguale dimensione e uno minore destinato all’ingresso oltre che ai servizi e da un locale per il personale. Oltrepassato l’ingresso l’utente si trova nella zona destinata ai cataloghi dove si trovano schedari, scaffali e banchi per la lettura dei quotidiani; oltre dalla zona dei depositi le due aree sono separate dal banco di distribuzione dei libri. La zona destinata alla lettura è collocata nella zona periferica dell’edificio. Questa è costituita da un unico spazio adibito ad adulti e ragazzi. La sala in occasioni particolari veniva utilizzata come sala conferenze. Una enorme parete vetrata la separa dallo spazio verde del giardino recintato che d’estate diventa una stanza dove studiare all’aperto. La copertura è costituita da un leggero guscio in cemento armato. Anche in questo caso Arrighetti pone grande attenzione alla relazione tra forma, funzione e costruzione riuscendo a costruire con poco e bene un edificio funzionale.
Foto: C. Camponogara.
Ancora oggi la biblioteca è un luogo riconosciuto e utilizzato dagli abitanti del quartiere come punto di riferimento culturale e di socializzazione; bisognerà quindi prestare attenzione a cosa succederà a questa architettura in vista della realizzazione della nuova biblioteca di quartiere in corso d’opera, dato lo scarso interesse alle realizzazioni di Arrighetti dai funzionari del Comune.
Pianta.