06 Scuola per bambini ambliopici, 1955

di Claudio Camponogara

2024-12-15T11:23:35+01:006 Dicembre 2024 |

Milano, via Celeste Clericetti 22

Le scuole speciali sono state un particolare vanto del Comune di Milano, che negli anni della ricostruzione si era assunto il compito di studiare il recupero dei bambini con difficoltà.
L’edificio è organizzato in padiglioni disposti a pettine intorno a un asse di distribuzione centrale, che disimpegna i due nuclei principali del progetto: nel primo, dedicato ai laboratori, si trovano la sala d’attesa, la sala per l’esame della vista, le sale con le attrezzature tecniche e un reparto per piccoli interventi oltre ai locali destinati al personale medico.

Foto: C. Camponogara.

Nel secondo padiglione si colloca la scuola vera e propria. Questa, dal punto di vista distributivo, è un comune edificio scolastico, con ufficio per la direzione, la segreteria, uno spazio per la refezione con cucina, un auditorium, alcuni laboratori e una palestra e l’abitazione del custode. Le aule sono distribuite al piano terra e in parte al piano superiore. Queste sono di dimensioni ridotte per ospitare dai 10 ai 12 alunni. La necessità di avere un’illuminazione uniforme nelle aule anche con la luce naturale ha portato alla realizzazione delle fonti illuminanti sul fronte e sull’alto, determinando così la forma a gradoni del corpo delle aule.

Foto: ©Stefano Suriano.

Anche il grande atrio su cui si affaccia il refettorio e il corridoio che porta alle aule sono illuminati da lucernari, costituiti da formelle tonde a camera d’aria in vetrocemento inserite nella copertura.
Particolare è anche l’illuminazione degli ambulatori, filtrata dalla lunga parete in vetrocemento collocata verso nord. L’arredamento è stato condizionato alla gamma dei difetti della vista che gli alunni possono presentare, ad esempio i banchi sono a tavoletta mobile, le lavagne di colore diverso, inoltre sui gradini delle scale una striscia bianca su fondo scuro fa da guida.

Se nella progettazione degli altri edifici scolastici l’attenzione di Arrighetti era rivolta alla valorizzazione degli aspetti sociali e della vita collettiva della comunità, qui invece, l’architetto tende a creare una struttura capace di favorire l’apprendimento di bambini che avessero delle problematiche particolari, in questo caso legate a difficoltà della vista.