Recentemente è stato presentato il programma espositivo del MAXXI per il 2025, un calendario che conferma la vocazione del Museo nazionale delle arti del XXI secolo come luogo di sperimentazione e ricerca, capace di indagare le trasformazioni del presente e proporre nuovi percorsi di senso. Le mostre e i progetti annunciati per il prossimo anno abbracciano arte, architettura, design e fotografia, favorendo un dialogo aperto tra discipline e linguaggi diversi.

La stagione espositiva si apre a Roma il 18 aprile con due grandi appuntamenti.
La prima è Something in the Water, progetto collettivo curato dall’artista Oscar Tuazon, che esplora il tema dell’acqua come metafora e mezzo essenziale per l’espressione artistica. La rassegna si articola come un’esperienza fluida in cui le opere, firmate da artisti come Lita Albuquerque, Matthew Barney, Christo, Nancy Holt, Pavlo Makov e Marjetica Potrč, si configurano non come oggetti statici, ma come parti di un processo in continua evoluzione. Il progetto si inserisce nella ricerca più ampia di Tuazon, Water School, qui declinata in una nuova produzione realizzata appositamente per il MAXXI.

Oscar Tuazon, Building, 2023. Legno, acciaio, vetro. Courtesy the Artist. Exhibition view Oscar Tuazon, Words for Water, fjk3 – Contemporary Art Space, Vienna, 2024. Photo Lisa Rastl.

Nello stesso giorno prende avvio STOP DRAWING: Architettura oltre il disegno, esposizione curata da Pippo Ciorra che propone un’approfondita riflessione sui mutamenti del disegno come strumento di progettazione architettonica. Accanto alle opere di maestri come Carlo Scarpa, Aldo Rossi e Superstudio, il percorso espositivo presenta i lavori di Frida Escobedo, Atelier Bow Wow, Gordon Matta-Clark, Frank Gehry, Greg Lynn e Philippe Rahm, illustrando l’evoluzione di tecniche e linguaggi che spaziano dal collage alla performance, fino alle simulazioni digitali.

November Wong, The Drawing Machine. Courtesy of The Artist.

Con l’arrivo di maggio, il MAXXI inaugura ENTRATE, un nuovo format dedicato a installazioni ambientali e interattive. Ad aprire il programma, il 23 maggio, è il progetto Nacho Carbonell. Memory, in practice, a cura di Martina Muzi, che vede protagonista il designer spagnolo. L’intervento, concepito per la hall del museo progettato da Zaha Hadid, si presenta come una grande struttura ad albero alta sette metri, composta da reti da pesca e materiali di recupero, capace di trasformare lo spazio in un ambiente immersivo e partecipativo. Il progetto apre un percorso pluriennale che vedrà il MAXXI impegnato nella costruzione di una collezione dedicata alle espressioni più attuali del design contemporaneo.

Nacho Carbonell, Prototipo dell’installazione. Foto Boudewijn Bollmann.

Pochi giorni dopo, dal 30 maggio, viene proposta una nuova lettura dello stadio, non solo come infrastruttura sportiva, ma come simbolo sociale e culturale. È il tema di STADI. Architettura e mito, esposizione a cura di Manuel Orazi, Fabio Salomoni e Moira Valeri. Attraverso una selezione di progetti e impianti firmati dai maggiori studi internazionali, la mostra racconta l’evoluzione di questi spazi, sottolineandone il ruolo nella storia civile e nell’identità collettiva delle città, con un focus dedicato agli stadi italiani.

Archea Associati, Nuovo Stadio Nazionale dell’Albania, Tirana 2019. Courtesy Archea Associati, Foto Pietro Savorelli e Associati.

A completare l’offerta espositiva di fine primavera, lo stesso giorno apre Douglas Gordon. Pretty much every film and video work from about 1992 until now. L’installazione raccoglie oltre trent’anni di produzione video dell’artista scozzese, presentata in un allestimento scultoreo che consente una fruizione libera e non lineare delle opere. In mostra alcuni dei suoi lavori più celebri, da 24 Hour Psycho a The End of Civilisation, passando per Silence, Exile, Deceit.

Douglas Gordon ©Studio lost but found/VG Bild-Kunst, Bonn, Germany / SIAE 2025. Photo: Lucy Dawkins. Courtesy Gagosian.

Dal 31 ottobre il museo propone 1+1. The relational years, la prima retrospettiva interamente dedicata all’Arte Relazionale. Curata da Nicolas Bourriaud, ideatore del concetto di Estetica Relazionale, la mostra ricostruisce l’evoluzione di una delle principali correnti artistiche del nuovo millennio attraverso le opere di artisti come Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Dominique Gonzalez-Foerster, Carsten Höller, Pierre Huyghe e Rirkrit Tiravanija. Il percorso si configura come un dispositivo dinamico, capace di attivare relazioni tra lo spazio museale e il pubblico, attraverso dispositivi e installazioni partecipative

Jens Haaning, Turkish Jokes, 1994. Installation view at Prosjekt i Gamlebyen (PiG), Oslo Norway, 1994. Courtesy the Artist, Photo Jens Haaning.

La personale di Rosa Barba, curata da Francesco Stocchi, si inaugura il 28 novembre. L’artista italiana, nota per le sue installazioni che combinano cinema, scultura e sperimentazione sonora, presenta una serie di opere, tra cui alcuni lavori inediti, concepiti per instaurare una relazione diretta con il visitatore. Il percorso espositivo si configura come una lunga passeggiata immersiva, in cui le pellicole, i fasci di luce e i macchinari cinematografici diventano parte integrante di un organismo in costante trasformazione.

Rosa Barba, VOICE ENGINE, 2021/2024 and Hear, There Where the Echoes Are, 2016/2024. Performance/Installation view at Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, 2024 / SIAE 2025. Photo: Aad Hoogendoorn ©Rosa Barba.

Lo stesso giorno apre Roma nel Mondo, progetto espositivo curato da Ricky Burdett in occasione del venticinquesimo Giubileo. La rassegna propone una riflessione sull’identità contemporanea di Roma, indagandone il ruolo tra le megalopoli globali. Attraverso datascape, materiali iconografici e narrazioni visive, l’esposizione traccia il DNA della città eterna, mettendone in luce la complessità e la capacità di generare immaginari che continuano ad affascinare urbanisti, architetti e artisti.

Iwan Baan, MAXXI, novembre 2009. Courtesy Collezione Fotografia MAXXI Architetura e Design contemporaneo.

Il programma si arricchisce con una serie di focus espositivi.
In viaggio per l’arte. La Galleria Pieroni 1975 – 1992, a cura di Stefano Chiodi, ripercorre l’attività della storica galleria attraverso materiali d’archivio, mentre Classicismo e modernità nel Foro Italico di Enrico Del Debbio, a cura di Ariane Varela Braga e Carla Zhara Buda, analizza il ruolo simbolico del marmo nel progetto architettonico del Foro. Un omaggio a Elisabetta Catalano, a dieci anni dalla scomparsa, presenta sedici nuove acquisizioni della fotografa nella collezione permanente, mentre Calcestruzzo, personale di Nicola Di Giorgio, riflette sul paesaggio italiano contemporaneo. Completano il quadro Luigi Pellegrin. Prefigurazioni per Roma, che esplora i progetti per la capitale dell’architetto, e Segno. Dentro l’archivio di una rivista, dedicata al cinquantesimo anniversario della rivista d’arte contemporanea.

Nicola Di Giorgio, Calcestruzzo, Vele di Scampia, Napoli, #41, 2024.

Tra le attività che completano l’offerta, prosegue EXTRA, con due progetti significativi: MEDITERRANEA. Visioni di un mare antico e complesso, a cura di Viviana Panaccia, che propone un viaggio attraverso la storia e le contraddizioni del Mediterraneo; e Sveva Caetani: Forma e Frammento, a cura di Chiara Ianeselli, che ricostruisce la figura dell’artista con opere in dialogo con Carlo Benvenuto e Houda Kabbaj.

Il programma LIVE! si amplia nel 2025 con appuntamenti settimanali dedicati alle arti performative. Un progetto che trasforma gli spazi del museo in luoghi di sperimentazione per performance, musica, cinema e danza, coinvolgendo istituzioni culturali affermate e realtà emergenti.

Il Public Program prevede un fitto calendario di incontri, conferenze e workshop in dialogo con le mostre in corso. Tra le iniziative confermate, il ciclo Letteratura e Cinema, curato da Antonio Monda, e AXES, il progetto musicale che esplora le relazioni tra musica e architettura. In estate torna Estate al MAXXI, con concerti curati da Paolo Damiani, proiezioni cinematografiche e talk con ospiti d’eccezione.

Il 2025 sarà un anno chiave per Grande MAXXI, l’ambizioso progetto di ampliamento che prevede un nuovo edificio multifunzionale e un parco urbano. I lavori inizieranno in autunno e comprenderanno interventi per l’efficienza energetica e l’accessibilità. Tra le novità, lo sviluppo di un assistente virtuale basato su intelligenza artificiale.

Camilla Gurgone, Artificial Simmetry, 2019. Installazione site specific, in collaborazione con RUFA – Rome university of Fine Arts.

A L’Aquila, il programma espositivo 2025 prende avvio il 6 giugno con True Colors. Tessuti, movimento, colori e identità, una mostra che esplora l’impiego del tessuto nell’arte contemporanea, in dialogo con la tradizione tessile del territorio abruzzese. Il progetto è anticipato dall’installazione site-specific Towards Tomorrow di Kaarina Kaikkonen, realizzata nella corte di Palazzo Ardinghelli grazie alla partecipazione dei cittadini. La mostra, curata da Monia Trombetta con Chiara Bertini, Fanny Borel, Donatella Saroli e Anne Palopoli, riunisce installazioni immersive e opere processuali che riflettono sui temi dell’identità e della memoria.

Claudia Losi, Etna Project, 2001. Foto Patrizia Tocci.

Il 5 dicembre, a L’Aquila, si inaugura Andrea Pazienza. La matematica del segno, un’esposizione che celebra il legame tra l’artista e l’Abruzzo, presentando una selezione di opere grafiche e pittoriche che ne ripercorrono l’intero percorso creativo. La mostra, curata da Giulia Ferracci e Oscar Glioti, analizza lo stile, la tecnica e le influenze di Pazienza, anticipando la monografica che nel 2026 il MAXXI di Roma dedicherà all’artista.

Andrea Pazienza, Repubblica italiana, 1974 ©Mariella Pazienza, Michele Pazienza.

Torna a settembre il festival PERFORMATIVE, giunto alla quinta edizione, che propone un fitto programma di performance, danza, teatro e musica diffusi negli spazi del museo e in quelli dell’Accademia di Belle Arti progettati da Paolo Portoghesi. Il festival rinnova la tradizione abruzzese legata alla performance, da Fabio Mauri a Joseph Beuys, trasformando la città in un laboratorio urbano.
Il Public Program del MAXXI L’Aquila arricchisce l’offerta culturale con un calendario di talk, proiezioni e concerti estivi, in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila, il Conservatorio “A. Casella” e il L’Aquila Film Festival. Durante l’estate, l’abaco urbano progettato da Giuseppe Grant animerà la piazza antistante il museo, offrendo strutture mobili e funzionali per favorire la partecipazione attiva dei cittadini.

Il programma 2025 del MAXXI Roma e L’Aquila è articolato in una serie di appuntamenti che confermano il ruolo del Museo nazionale delle arti del XXI secolo come luogo di incontro, ricerca e sperimentazione, capace di esplorare i temi della contemporaneità e di promuovere il dialogo tra arti, architettura, design e società.