Il premio di design “Il mobile nel cassetto” viene ufficialmente promosso il 1° marzo in concomitanza con la prima newsletter di weArch, ma, in realtà, l’idea nasce qualche mese prima, nell’istante in cui abbiamo iniziato a interrogarci se non fosse il caso di fare “qualcosa” in occasione della Milano Design Week.
Ed è allora che abbiamo compreso come l’azione migliore da offrire ai nostri lettori fosse regalare un servizio, proponendo uno scambio basato sulla reciproca fiducia: in cambio dei progetti di design tirati fuori da qualche “cassetto”, vero o virtuale, promozione e pubblicità attraverso weArch, il sito web, ma anche la sua newsletter e la pagina facebook.
La risposta ricevuta è stata per molti versi sorprendente, sia per la qualità, sia per la quantità dei lavori.
Maestria progettuale, originalità e “freschezza” contraddistinguono la gran parte delle opere pervenute, tant’è vero che non è stato facile individuare le quattro migliori, illustrate qui di seguito.
Per questo, alla fine, abbiamo deciso di affiancare una piccola raccolta contenente i lavori di tutti i partecipanti, perché costituisca una testimonianza della vostra partecipazione.
Grazie per aver creduto nel Premio, in weArch e per averci affidato i vostri lavori!
Infine, un sentito ringraziamento va anche nei confronti, da un lato, dei giurati del Premio, i quali sono andati ben oltre il proprio ruolo istituzionale, partecipando attivamente alla promozione del Premio e supportando il lavoro redazionale di weArch, e, dall’altro, della rivista “Interni” – il prestigioso magazine di design internazionale e milanese –, che ha accettato con piacere, e con generosità, la proposta di offrire ai quattro progetti selezionati altrettanti abbonamenti alla propria rivista.
Cristina Deponti libreria Wooden Fan / libreria a doppio affaccio Wooden Fan “D”
L’idea alla base del progetto ha preso ispirazione dal mondo architettonico concepito dall’architetto Alvar Aalto, in particolare dalla tipologia delle piante ricorrenti negli edifici realizzati tra gli anni ’50-’60, come la “casa alta” a Brema del 1958.
Il progetto della libreria a ventaglio è nato durante gli studi per un esame universitario che aveva come tema la progettazione di un complemento d’arredo in legno. La libreria è realizzata con pannelli verticali in compensato impiallacciato aventi 2 cm di spessore, il pannello fondale è in legno massello e su quest’ultimo sono incise delle scanalature che permettono di far scorrere i pannelli verticali e di fissarli saldamente. I ripiani orizzontali hanno forme irregolari e angolazioni tali da mostrare una “prospettiva aperta” della libreria a 180°, prospettiva che cambia al minimo variare del punto di vista dell’osservatore nella stanza.
La versione “D” con doppio affaccio permette di ottenere una “prospettiva aperta” a 360°, dove anche i lati corti della libreria sono attrezzati con ripiani orizzontali e non creano barriere visive verticali.
Argenzia Cristina Gallotta lampada da tavolo S-Toy Lamp
S-Toy, abbreviazione che sta per Spatial Toy, è parte di una ricerca che, a partire da paradossi geometrico-matematici, si ripropone di trovare applicazioni concrete e funzionali degli stessi nel mondo del design.
S-Toy Lamp è un’interpretazione del triangolo di Penrose. Una lampada da tavolo dal carattere ironico. È composta da quattro bracci in legno che hanno una particolare terminazione a “pettine” per consentire la rotazione attorno ad un perno. Gli snodi così disegnati permettono alla lampada di assumere diverse configurazioni, il gesto della trasformazione della stessa, da una combinazione all’altra, ha in sé un richiamo ai giochi d’infanzia.
All’interno dell’ultimo braccio è presente una foratura a forma di clessidra. La forma conica è stata disegnata per un migliore direzionamento della luce. Nei due tronchi di cono che formano la clessidra, sono posizionate due lampade a led.
Sintayehu Passuello moduli d’illuminazione Dynamic Light Flex
Dynamic Light Flex è una lampada personalizzabile, ergonomica e creativa. Il nome sintetizza i punti di forza di questo prodotto di illuminazione. È dinamica, versatile e vastamente personalizzabile con:
scelta del colore, variegata possibilità nella composizione di figure.
La possibilità di interfacciamento con centraline elettroniche programmabili consente una pluralità di effetti luminosi (temporizzazioni, transizioni luminose), interfacciamento con trasduttori di segnali acustici, ecc.
L’installazione può essere sia a parete, sia a soffitto; il supporto può essere la normale parete muraria, mentre trova la sua ideale collocazione nelle pareti in cartongesso e/o controsoffitti dove è facile la cablatura.
Il modulo base è destinato a essere accostato e ripetuto più volte per creare e decorare pareti o soffitti personalizzati di ambienti vari pubblici e privati, con forme geometriche, luci e colori che variano in base alla composizione prescelta.
Giochi di luce e colori opportunamente progettati, magari interfacciati con sincronizzazione a musica diffusa nell’ambiente possono essere elementi per il relax o lo svago.
Enrico Scaramellini tavolo Franco
FRANCO è un tavolo di cm 150 x 80 cm con struttura di sostegno centrale. Esso nasce dalla necessità di avere un tavolo di piccole dimensioni che possa essere utilizzato anche per piani di seduta continui. La struttura in metallo è costituita da una serie di 4 montanti verticali, abbinati a coppia e con un diverso orientamento. Questo permette di alleggerire le gambe che visivamente, a seconda del punto di vista, presentano la costante di un elemento frontale abbinato ad un elemento di costa. A pavimento un sistema di elementi a “L” stabilizza la struttura e rimane fedele all’assunto dell’abbinamento frontale/di costa. Gli elementi orizzontali fungono da poggiapiedi.
Il piano del tavolo si caratterizza dall’abbinamento di un elemento lapideo e di un semplice multistrato. La dima per il taglio della pietra viene nobilitata e accoppiata al materiale nobile. Come la pietra presenta la sua vena, il pannello di legno mostra la sua stratificazione.
Il peso del piano in pietra stabilizza il tavolo. Con il cambiamento della pietra, il tavolo può assumere diverse configurazioni.