L’elegante volume a cura di Chiara Spangaro, edito da Silvana Editoriale, è stato pubblicato in occasione della mostra Aldo Rossi. Design 1960-1997 allestita al Museo del Novecento di Milano dal 29 aprile al 2 ottobre 2022 (qui). La grande retrospettiva dedicata all’attività di designer dell’architetto milanese ospita una raccolta inedita di oggetti e arredi – alcuni dei quali ancora oggi in produzione – che restituiscono la complessità e l’unicità del suo multiforme universo creativo: un mondo in cui gli oggetti d’uso e d’affezione divengono architetture e dove i monumenti architettonici si trasformano in oggetti di design all’interno di un processo immaginifico singolare e forse irripetibile nella storia della cultura visiva italiana.
Aldo Rossi, The Forkas Man, 1980, Collezione privata. ©Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi.
Il catalogo ragionato presenta l’intero corpus degli oggetti di design di Aldo Rossi, a partire dai primi mobili realizzati nel 1960 per finire con alcuni progetti che Alessi ha messo in produzione dopo la sua scomparsa sulla base dei disegni esistenti, come la pentola La cupola (progetto 1996, produzione 2001-07), le penne a sfera La conica e La cupola (progetto 1987, produzione 2008-13) e la caffettiera con manico lungo La conica (progetto 1980, produzione 2021-).
Scorrendo il catalogo, interamente illustrato da straordinari disegni a colori e schizzi preparatori, appare evidente come in ogni progetto si riconosca sempre il mondo privato dell’architetto, un tratto autobiografico che in qualche misura costituisce il fulcro e il filo conduttore di tutta la sua produzione. Le Cabine dell’Elba, espressioni archetipiche della casa, introducono il tema di una riflessione colta tra la scala dell’oggetto e la scala architettonica, che diverrà una costante nel lavoro di Aldo Rossi. Allo stesso modo la sequenza degli elementi d’arredo – le sedie AR2 (Bruno Longoni, 1982-83) e Milano (Molteni&C, 1987), il cassettone AR3 (Bruno Longoni, 1982), la credenza AR4 e il tavolo AR5 (Bruno Longoni, 1983), il tavolino-libreria in marmo Tabularium (Up Group, 1985) – diventano interpretazioni private di oggetti domestici che trovano la loro ragion d’essere in un sistema di consonanze affettive legate tanto alla sfera dell’abitare quanto a quella della memoria individuale e collettiva.
Aldo Rossi, Armadio Cabina dell’Elba, 1982, Bruno Longoni Atelier d’arredamento, Cantù. ©Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi.
Decisivo è il tema del rapporto tra gli oggetti disegnati e quelli realizzati, che vivono di rimandi reciproci creando una sorta di “paesaggio domestico” in cui la malinconia quasi metafisica degli oggetti sembra instaurare un dialogo con la “solitudine degli edifici”: lo straordinario accostamento tra la caffettiera espresso La cupola e la monumentalità della basilica antonelliana di San Gaudenzio a Novara ne è l’esempio più celebre. Ancor più radicale in questo senso era il progetto sperimentale Tea & Coffee Piazza, sviluppato tra il 1979 e il 1983 sotto la direzione artistica di Alessandro Mendini, dove nella proposta di Rossi le teiere e le caffettiere in argento, vere e proprie “micro architetture” da tavola, si collocano in un piccolo vassoio che è allo stesso tempo uno spazio urbano, una piazza, un teatro definito dall’architettura riconoscibile di un tempietto classico con un orologio inserito nel timpano. Gli oggetti per il caffè sono in seguito diventati una vera e propria ossessione per l’architetto milanese, che li disegnava in maniera instancabile assemblando volumi puri – la sfera, il cilindro, il cono, il cubo – come se fossero architetture fantastiche. A partire dal prototipo Percolator (1980), Aldo Rossi svilupperà per Alessi tutta una serie di caffettiere e oggetti per la cucina: la caffettiera espresso La conica (1984), il bollitore Il Conico (1986), la caffettiera a pressofiltro 9094 (1986), la caffettiera espresso La cupola (1988), la Cremiera 90023 e la Zuccheriera 90024 (1989), la scatola per cotture La Cubica (1991), la caffettiera espresso Ottagono (1993) e la Caraffa AR01 (1998).
Aldo Rossi, Servizio Tea & Coffee Piazza, 1983. Servizio da tè e caffè, Alessi. ©Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi
Lo stesso rigore compositivo e la stessa predilezione per le forme pure dà origine alla sedia Parigi (UniFor, 1991) che compare in primo piano nella composizione a tecnica mista e collage Interno milanese con persona che osserva il Duomo con nebbia (1989), vero e proprio “teatro domestico” in grado di riassumere la complessità della poetica rossiana. Il dialogo tra design e architettura si ripropone nel disegno dei tappeti Taccas (ARP Studio e Cooperativa Zeddiani, 1987-88), dove Rossi cita alcuni tra i suoi più importanti progetti come Il monumento di Segrate, la scuola di Fagnano Olona, l’Hotel Il Palazzo di Fukuoka, il Monumento a Pertini, le Cabine dell’Elba, Casa Aurora a Torino e Casa Alessi a Verbania.
Aldo Rossi, Interno milanese con persona che osserva il Duomo con nebbia, 1989. Collezione privata. ©Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi.
Anche nelle credenze Intarsia AR1 e AR2 (Bruno Longoni, 1997) sono presenti due architetture rossiane, inserite come grandi quadri sulle superfici dei mobili. Ma Aldo Rossi ha realizzato oggetti di design anche per le architetture da lui costruite, come la Poltrona Carlo Felice (Molteni&C, 1990), progettata con Luca Meda per l’omonimo teatro genovese e la sedia Museo (UniFor, 1994), prodotta per la caffetteria del Bonnefanten Museum di Maastricht. Dalla sistemazione urbana di piazza Croce Rossa a Milano nasce il progetto del lampione stradale ARLAMURB, di cui le lampade da terra ARLAMTER e da tavolo ARLAMTAV sono riduzioni in scala che ripropongono in modo emblematico il tema del passaggio dall’architettura della città all’oggetto domestico. E infine il salto di scala più originale, quello che vede il mobile-libreria con sistema modulare Piroscafo (Molteni&C, 1992) trasformarsi proprio in un battello a vapore, nell’installazione ideata da Luca Meda per il Salone del Mobile del 1992 e riproposta trent’anni dopo nella mostra al Museo del Novecento di Milano.
Aldo Rossi e Luca Meda, libreria modulare Piroscafo, 1992, Molteni&C, Giussano. Molteni Museum. ©Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi.
Oltre ai saggi di Chiara Spangaro e Domitilla Dardi, il catalogo presenta una biografia, una cronologia dei progetti di architettura e di design, una bibliografia selezionata degli scritti di e su Aldo Rossi e un regesto delle Esposizioni tenute dal 1960 a oggi, apparati redatti con completezza e precisione a cura di Fondazione Aldo Rossi.