Il 9 febbraio è stata inaugurata, presso il Museo ICO di Madrid, la mostra Anna Heringer. La belleza esencial, una rassegna retrospettiva dedicata al lavoro e alla filosofia progettuale dell’architetta tedesca promotrice di numerose opere di architettura sostenibile in Asia, Africa ed Europa.

METI Rural School, Rudrapur, Bangladesh, 2006. Foto: ©Kurt Hoerbst.

Organizzata e promossa dalla Fundación ICO e curata da Luis Fernández-Galiano, l’esposizione – che fa parte anche del programma del Madrid Design Festival 2022 (qui), in corso di svolgimento in questi giorni presso le diverse sedi della capitale spagnola– illustra l’operato della Heringer impegnata a promuovere l’uso di materiali e tecniche locali per creare edifici sostenibili caratteristici del luogo in cui sono situati.

Shelters alla Longquan Bamboo Biennale di Baoxi, Cina, 2016. Foto: ©Jenny Ji.

Per lei l’architettura è un mezzo attivo per sostenere le economie locali e rinforzare l’equilibrio ecologico globale. Ciò porta l’architetta tedesca a cercare di coinvolgere al massimo le comunità locali nella progettazione e costruzione delle opere, affinché possano fornire formazione e assistenza nell’utilizzo di tecniche di costruzione tradizionali. Inoltre, questo tipo di coinvolgimento sviluppa nella comunità un forte senso di appartenenza garantendo anche una conservazione duratura degli edifici realizzati.

Birth Space, Frauenmuseum Hittisau, Vorarlberg, Austria, 2016. Foto: ©Laurenz Feinig.

La massima coniata dalla Heringer “La forma segue l’amore”, parafrasando il “La forma segue la funzione” di Louis Sullivan, descrive una certa natura rivoluzionaria della sua concezione dell’architettura. Inoltre, afferma: “Sostenibilità è sinonimo di bellezza, e ciò che definisce il valore estetico e sostenibile di un edificio è l’armonia con il suo disegno, la struttura, la tecnica e l’uso dei materiali, nonché in relazione alla sua posizione, con l’ambiente, con l’utente e con il contesto socioculturale”.

Anandaloy Building, Rudrapur, Bangladesh, 2018-20. Foto: © Kurt Hoerbst.

Tramite l’esposizione del numeroso materiale iconografico (fotografie, disegni, modelli, testi) la mostra illustra il metodo progettuale adottato da Anna Heringer e offre un excursus attraverso i suoi lavori, tra cui: le scuole Meti Rural School (2006) e Desi (2008) e l’Anandaloy Building (2020), a Rudrapur (Bangladesh); gli Shelters alla Longquan Bamboo Biennale di Baoxi (Cina, 2013-16); il Museo della Ceramica Majiayao (Cina); l’altare per la chiesa di San Pietro a Worms (Germania, 2018); il progetto di ecoturismo al Cortijo La Donaira a Ronda (Spagna).

Guesthouse RosAna, Rosenheim, Germania, 2015. Foto:©Gabrical.

Anna Heringer, nata nel 1977 in Germania, all’età di 19 anni, per quasi un anno, vive in Bangladesh, dove attraverso l’ONG Dipshikha scopre lo sviluppo sostenibile. Da questa esperienza deduce che la migliore strategia di sviluppo sostenibile è fare affidamento sulle risorse esistenti sfruttandole al meglio. Otto anni dopo, nel 2005, inizia a trasferire questa filosofia nel campo dell’architettura.
Nel corso del suo percorso professionale riceve numerosi riconoscimenti, tra cui l’Aga Khan Award (nel 2007, per la Meti Rural School), il New European Bauhaus Prize 2021, il Philippe Rotthier European Prize for Architecture 2021 e il Femmes Architects Award 2020 (qui).
Il suo lavoro è stato esposto al MoMA di New York, al V&A di Londra, a La Loge a Bruxelles, alla Cité de L’architecture et du Patrimoine a Parigi, al MAM di San Paolo e alla Biennale di Venezia.

Anna Heringer alla mostra di Madrid. Foto: César González.

Alla rassegna di Madrid è presente anche uno spazio in cui è possibile acquistare diversi prodotti di tessuti realizzati dalle donne di Rudrapur, grazie al supporto offerto da Dipdii Textiles, un’iniziativa collettiva di Anna Heringer, Veronika Lena Lang e Dipshikha. L’intero ricavato delle vendite sarà destinato a Dipdii Textiles di Bangladesh perché possa continuare con la propria attività.
Accompagna l’esposizione un nutrito catalogo, in spagnolo e inglese, edito dalla Fondazione ICO, in collaborazione con “Arquitectura Viva”, con l’obiettivo di costituire un riferimento obbligatorio sull’opera di Anna Heringer che illustri i suoi progetti sviluppati negli ultimi 16 anni.

Tessuti realizzati dalle donne di Rudrapur in esposizione alla mostra. Foto: César González.