L’evento Archichat Night, tenutosi alla Fabbrica del Vapore mercoledì 19 giugno, a cura del team di attiviste RebelArchitette e grazie all’ospitalità dell’associazione Viafarini e al patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Milano, è stato occasione di un ricco approfondimento sulla molteplicità di approcci all’architettura contemporanea grazie all’intervento di cinque interpreti milanesi.
Foto: C.P. Palumbo.
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Laura Berni, Selina Bertola, Silvia Calatroni, Elena Sacco e Isabella Inti hanno illustrato il loro percorso formativo e professionale insieme ai loro progetti più significativi, spaziando dalla progettazione del paesaggio all’utilizzo temporaneo di spazi pubblici, dall’architettura di interni a quella degli spazi comuni, fino alla rivitalizzazione delle periferie.
Laura Berni. Foto: F. Perani.
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Laura Berni, una delle cinque architette fondatrici dello studio Lascia la Scia, ha sottolineato l’importanza dell’esperienza di lavoro in team sin dai tempi universitari e del valore aggiunto di un approccio differenziato in cui allo studio di progettazione – dedicato ad architettura temporanea e microarchitettura – si affianchi uno spazio di co-working artigiano, fonte di nuove sinergie creative.
Il lavoro di squadra consente a questo studio di giovani progettiste di affrontare con professionalità progetti di allestimento in ambito urbano, come la “Piazza Affari Verde” per l’inaugurazione di una nuova filiale della Banca Centropadana, con un atteggiamento trasversale tra design, arte e sostenibilità.
Selina Bertola. Foto: F. Perani.
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Selina Bertola, fondatrice di Nomade Architettura, ha raccontato quanto sia stata per lei determinante l’esperienza formativa e professionale a Londra, che l’ha avvicinata a modelli organizzativi fortemente strutturati, grazie ai quali riesce oggi a gestire in contemporanea progetti creativi in Italia e all’estero.
Nomade Architettura è uno studio al femminile che si occupa di progettazione di spazi residenziali e commerciali, che dà lavoro a un gruppo di 12 professioniste e che si esprime attraverso un network internazionale in cui il retail occupa un importante ambito di crescita e sperimentazione, con clienti quali Michael Kors, Timberland e Ferragamo.
Silvia Calatroni. Foto: F. Perani.
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Silvia Calatroni, partner dello studio SdARCH Trivelli associati, ha confermato che anche per lei l’esperienza all’estero ha rappresentato una svolta nella scelta della propria specializzazione, consigliandola quindi a ogni giovane che si affacci nel mondo del lavoro.
Grazie all’esperienza sul campo in studi francesi, a partire da Montpellier con Alain Marguerit, è riuscita ad approfondire le sue competenze nella pianificazione del verde che è diventata così la sua prima occupazione. L’architetta è infatti responsabile oggi di progetti di architettura del paesaggio di scala diversificata – parchi pubblici, ville residenziali, spazi temporanei – svolti principalmente all’estero, dal Kuwait alla Russia, dalla Turchia al Belgio.
Elena Sacco. Foto: F. Perani.
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L’intervento di Elena Sacco, fondatrice e associata di DAP studio, affronta l’architettura a varie scale di intervento, rivolgendo una particolare attenzione alla progettazione dello spazio comune, sia quando destinato ad attività culturali pubbliche, come la Biblioteca Elsa Morante di Lonate Ceppino o il Centro della Musica a Cassano d’Adda, sia quando si tratti di spazi più privati, come nel caso di una residenza universitaria a Torino: interventi di forte impatto compositivo e di grande contemporaneità, nei quali emergono la cura artigianale del dettaglio e la grande competenza di una professionalità condivisa dagli inizi con l’architetto Paolo Danelli.
Isabella Inti. Foto: F. Perani.
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Fondatrice dell’associazione Temporiuso, Isabella Inti ha presentato alcune casistiche di processi di rigenerazione territoriale e riuso temporaneo di spazi in abbandono, in cui la progettazione partecipata e il coinvolgimento degli abitanti delle aree da rivitalizzare risultano quali punti fermi del suo modus operandi.
Ciò risulta evidente nei quattro progetti presentati durante la serata, fra cui l’Archeobiketour negli spazi delle fabbriche abbandonate Falck di Sesto San Giovanni, che ha visto come guide gli stessi ex operai delle fabbriche, e l’intervento di riqualificazione partecipata GreenLivingLab, con il coinvolgimento di residenti in un quartiere di edilizia residenziale pubblica a San Siro. Isabella ha suggerito ai giovani colleghi e colleghe di lavorare per costruirsi un curriculum impeccabile, ricco soprattutto di esperienze internazionali: e il suo ne è certamente un esempio.
Foto: F. Perani.
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La serata si è conclusa con il coinvolgimento del pubblico in un confronto aperto con le relatrici, nel quale sono state affrontate tematiche riguardanti la professione e argomenti correlati alla progettualità al femminile.
In particolare è emerso il confronto fra le modalità di lavoro negli studi di architettura in Italia e all’estero, in relazione alle ore di lavoro dedicate: nel nostro territorio la professione risulta ancora sminuita e sottopagata e sembra richiedere un impegno di tempo ed energie che include straordinari a discapito della vita privata, rivelandosi così fortemente discriminante per chi si occupa delle cure parentali. Nei paesi nordici invece la contrazione della giornata lavorativa permette di conciliare i tempi di lavoro con quelli privati a favore di una conduzione familiare più bilanciata.
Altro spunto di riflessione è stato l’opportunità per le più giovani di collocarsi in un settore specifico della professione perché ancora oggi alle architette, più che ai colleghi, è richiesto un elevato livello di specializzazione per arrivare a ottenere un maggiore grado di considerazione ed autorevolezza sul lavoro.
Foto: M. Brambilla.
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Il collettivo RebelArchitette intende riproporre questa tipologia di incontri in tutta Italia, con la precisa volontà di far conoscere modelli di ruolo al femminile di eccellenza, che possano affiancare il sistema di riferimento attuale ad un’unica voce – maschile – come testimoniato dalle statistiche della campagna #timefor50 (tempo di parità), ed essere così di riferimento per le nuove generazioni.
“Con la diffusione della pubblicazione Architette=Womenarchitects Here we are! e la realizzazione di queste iniziative, ci proponiamo di esplorare un terreno diverso da quello di prassi nella promozione degli eventi di architettura, per mostrare un panorama più ampio, fatto da eccellenze che lavorano quotidianamente dietro i riflettori degli enti ufficiali e delle riviste di fama in una professione in grande cambiamento e con una disperata necessità di rinnovarsi sia nell’approccio sia nelle tematiche”, affermano Marta Brambilla e Francesca Perani, curatrici dell’evento.