La nuova architettura
Un ulteriore capitolo è costituito dai film-documentari che mostrano e propagandano la nuova architettura moderna. Prevalgono i confronti tra la nuova architettura e l’inadeguata e insalubre architettura antica, le nuove prerogative estetiche, funzionali, spaziali e le corrispondenti proposte rappresentate da caratteristiche di salubrità legate alla luce e alle attività all’aperto.
Richard Paulick in Neues Wohnen. Haus Gropius, Dessau del 1926, mostra i dettami del Bauhaus di Gropius e Hannes Meyer, sintetizzati in sequenze che declinano la funzionalità di arredi fissi e mobili nella nuova casa moderna. Tutte le attività domestiche principali sono esemplificate da donne che puliscono la casa, cucinano, utilizzano i funzionali nuovi arredi fissi, azionano moderni congegni e si rilassano sedute su arredi mobili contemporanei.
Da ricordare il corto recentemente realizzato da Marcio Kogan – Studio MK 27, relativo alla casa P, da lui progettata, che propone una sorta di parodia del documentario di Paulick.
Richard Paulick, Neues Wohnen. Haus Gropius, Dessau, 1926.
Richard Paulick, Neues Wohnen. Haus Gropius, Dessau, 1926.
“L’architecture d’aujourd’hui” è una rivista fondata nel 1930 con lo scopo di promuovere l’architettura moderna. Nello stesso anno produce alcuni documentari realizzati da Pierre Chenal. In L’architecture d’aujourd’hui sono presentate le opere di Le Corbusier e in una versione più lunga appaiono inizialmente anche alcune opere di Auguste Perret e Robert Mallet-Stevens.
Sole, luce, igiene, spazio, attività fisica all’aperto sono le parole d’ordine.
Di Perret vediamo gli esterni della chiesa Notre-Dame du Raincy, vicino a Parigi, con le meravigliose pareti traforate.
Seguono alcuni edifici di Robert Mallet-Stevens: l’ingresso dal giardino interno, l’accesso dalla strada centrato tra due finestre a oculo – innestato su un edificio preesistente –, il volume del vano scala con la fascia verticale vetrata a disegno geometrico e una testata del corpo principale – con volumi aggettanti – dell’edificio per appartamenti in rue Méchain a Parigi del 1927-29.
Pierre Chenal, L’architecture d’aujourd’hui, 1930.
Ulteriori sequenze sono dedicate ai volumi bianchi della rue Robert Mallet-Stevens: la pergola del terrazzo al primo piano con i volumi retrostanti della casa e studio dello stesso Mallet-Stevens; i prospetti verso strada della maison Mallet-Stevens e della maison Reifenberg; il particolare dell’ingresso con vetrata e pensilina della maison Reifenberg (che possiamo vedere anche ne La Sirène des Tropiques di Henri Etiévant e Mario Nalpas); l’infilata prospettica di un lato della via con le maison Reifenberg e Martel (in: L’Architetto.it n. 38, maggio 2016).
Henri Etiévant e Mario Nalpas, La sirène des tropiques, 1927.
La parte più consistente è dedicata a Le Corbusier con immagini degli esterni, di terrazze e logge e di alcuni interni: le case del quartiere a Pessac del 1924-26, la villa Stein a Garches del 1927, la villa Church a Ville-d’Avray del 1927-30 con persone che eseguono esercizi ginnici sulle terrazze; la Villa Savoye a Poissy del 1928-31 con sequenze esterne, dall’interno all’esterno attraverso le grandi vetrate e di una donna che percorre la lunga rampa inclinata fino a raggiungere il terrazzo dell’ultimo livello.
Seguono immagini a contrasto di stretti e angusti vicoli di un centro storico antico, Le Corbusier che disegna su un foglio a parete e il plastico del Plan Voisin per Parigi del 1925 con la mano di Corbu che indica le torri a pianta cruciforme e i punti nodali del piano.
Pierre Chenal, L’architecture d’aujourd’hui, 1930.
Die neue Wohnung (Il nuovo appartamento), Hans Richter, 1930. I primi esperimenti cinematografici di Richter sono mutuati dalla pittura astratta e sintetizzati in cortometraggi quali Rythm 21 del 1921, Rythm 23 del 1923, Rythm 25 del 1925 unendo costruttivismo e neoplasticismo, per proseguire in seguito con esperimenti dadaisti e surrealisti.
Il lungometraggio a colori del 1947 Dreams That Money Can Buy (I sogni che il denaro può comprare) è composto da sei episodi, ognuno realizzato da un artista: Max Ernst, Fernand Léger, Man Ray, Marcel Duchamp, Alexander Calder e lo stesso Richter, che è anche autore della sceneggiatura e delle scene insieme a Max Ernst e Jack Bittner (in: L’Architetto.it n. 36, marzo 2016).
Con Die neue Wohnung Richter restituisce immagini della nuova architettura razionalista contrapposte alla pesantezza di linguaggio e di spazi della città storica, ai sovraccarichi e ridondanti interni ottocenteschi e di architetture espressioniste quale il Chilehaus ad Amburgo di Fritz Höger del 1922-24.
Alcuni degli esempi di nuova architettura sono la Lovell Health House di Richard Neutra del 1929 a Los Angeles, la Villa Savoye a Poissy e Villa Cook a Boulogne-sur-Seine del 1926-27 di Le Corbusier, il quartiere a Hoek van Holland, Rotterdam di J.J.P. Oud del 1924-27, il quartiere Hellerhof a Francoforte del 1928-31, la casa di riposo a Francoforte del 1928-31 di Mart Stam e altro, unitamente a dettagli degli interni, di arredi fissi e mobili e di scene di vita sia all’interno che all’esterno delle nuove abitazioni.
Hans Richter, Die neue Wohnung, 1930.
Paul Wolff, Jonas Geist e Joachim Krausse realizzano Das Neue Frankfurt, documentario dedicato essenzialmente alla Siedlung Praunheim realizzata a Francoforte da Ernst May nel 1926-29.
Il film è diviso in tre parti:
– Die Häuserfabrik der Städt Frankfurt am Main (la costruzione di abitazioni nella città di Francoforte) mostra la realizzazione in fabbrica di pannelli prefabbricati che sono trasportati nei cantieri e utilizzati per costruire rapidamente nuovi quartieri residenziali secondo sequenze di montaggio che procedono dalle pareti alle coperture.
– Die Frankfurter Kleinstwohnung restituisce le attività di una giornata tipo della vita di una famiglia in una nuova abitazione: il gioco dei bambini, le camere da letto, l’attività in cucina, i nuovi arredi, le visite di amici, il pranzo e lo svago in una terrazza all’aperto. Il tutto corredato da immagini delle piante dell’abitazione che mostrano in sequenza le posizioni variabili degli arredi e le differenti possibilità di utilizzo delle stanze.
– Die Frankfurter Kuche: l’attività di una donna in una vecchia cucina è confrontata con le differenti e innovative possibilità offerte dai nuovi strumenti e dalle nuove cucine. Tutti i gesti e gli spostamenti sono sintetizzati da linee riportate sui disegni in pianta dei nuovi locali arredati.
Paul Wolff, Jonas Geist e Joachim Krausse, Das Neue Frankfurt, 1926-29.
Laslo Moholy-Nagy collabora con Walter Gropius al Bauhaus di Weimar e si occupa di pittura, scultura e architettura, teatro, fotografia e cinema. Durante il nazismo si rifugia a Chicago dove diventa direttore del New Bauhaus. Dopo alcuni film astratti sperimentali proposti negli anni Venti, nel 1936 realizza The new Architecture and the London Zoo dedicato al nuovo zoo in Regent’s Park a Londra progettato dal gruppo di architettura radicale Tecton co-fondato da Berthold Lubetkin, Francis Skinner, Denys Lasdun, Godfrey Samuel e Lindsay Drake nel 1932.
Il documentario inizia individuando la posizione dello zoo in una mappa di Londra; seguono le immagini degli edifici abitati dagli animali alternate a scritte e disegni sintetici che spiegano i diversi padiglioni. Il guardaroba è costituito da un edificio allungato con la fronte principale costituita da una parete curvilinea con ingresso centrale e panca continua ai lati riparata da una veletta aggettante curvilinea sostenuta da esili pilastrini. Proseguiamo con la casa degli elefanti dotata di quattro ambienti a pianta circolare allineati e raggruppati da una copertura allungata con il lato maggiore curvilineo; gli elefanti su pedane circolari possono allungare le proboscidi verso gli spettatori che si affacciano da un telaio a griglia, separati da una fossa con acqua. La casa delle giraffe è un padiglione con struttura a telaio ligneo chiuso da pannelli verticali a liste orizzontali in legno intercambiabili con alte porte per l’ingresso degli animali. Il padiglione ha una pianta curvilinea di fronte a uno spazio recintato per il movimento degli ospiti. Un’addizione a un edificio antico preesistente – sviluppata orizzontalmente e caratterizzata dall’adozione di vetrocemento e di ampi ambienti con vetrate rivolte verso lo spazio aperto – caratterizza il ristorante. Il punto di ristoro è un padiglione basso e lineare con bancone rivolto verso l’esterno riparato da una copertura autonoma a nastro ondulato sorretta da pilastrini. Un padiglione cilindrico, adatto sia alla vita estiva che invernale, ospita la casa dei gorilla; in inverno il padiglione è chiuso, il pubblico rimane nella prima metà del cilindro e i gorilla nella seconda. In estate una parete curvilinea corrispondente a metà pianta circolare, ruota a scomparsa e i gorilla occupano interamente il cilindro mentre il pubblico li osserva dall’esterno protetto da una grata. La vasca dei pinguini – forse una delle soluzioni migliori – ha una pianta ellittica con rampe a nastro curvilinee, intrecciate in posizione centrale, che conducono i pinguini verso l’acqua. A perimetro una rampa curvilinea a gradoni è addossata alle pareti che ospitano le tane degli animali.
Laslo Moholy-Nagy, The new Architecture and the London Zoo, 1936.
In conclusione di questo paragrafo azzardo – con un discreto salto spazio-temporale – la proposta di un corto sperimentale della regista Bady Minck: Der Mensch mit den modernen nerven (The man with modern nerves) del 1988.
Bady Minck e Stefan Stratil hanno realizzato un modello costruito basandosi su schizzi di Adolf Loos eseguiti per il progetto di un municipio a Città del Messico. Il film non è unicamente basato sull’animazione del modello del progetto piramidale – figura geometrica spesso adottata da Loos –ma propone una sorta di gioco di forme, movimenti, ombre e luci che produce figure astratte al fine di rivelare i concetti architettonici, formali e spaziali sottesi al lavoro di Loos.
Loos che si appresta a disegnare è ritratto con una gamba fasciata e imbragata a tradurre la disabilità di un architetto non compreso dalla società. Alcuni fogli accartocciati si accumulano emblematicamente ai piedi del tavolo da lavoro. Le immagini del modello, con sagome di persone e modelli di automobili a simulare il traffico, si muovono, si sovrappongono, inquadrano dettagli o il modello complessivo.
L’animazione è realizzata con la spiazzante e raffinata tecnica stop motion.
Bady Minck, Der Mensch mit den modernen nerven, 1988.