Prosegue con questo secondo itinerario (qui il primo itinerario) l’opera dei Maestri in Pavia e provincia dal secondo dopoguerra quasi all’epoca attuale.
Alcuni di loro proseguono con coerenza compositiva e di linguaggio creando anche piccoli capolavori come Giovanni Muzio con la Chiesa parrocchiale di S. Maria di Caravaggio in Pavia; altri sviluppano e trasformano la loro opera adeguandosi a una nuova interpretazione del razionalismo o seguono le indicazioni relative alle “preesistenze ambientali” introdotte da Ernesto Nathan Rogers.
Troviamo anche alcuni esempi di progetti per l’Ina-Casa – che scopriremo in abbondanza nel terzo itinerario, dedicato alla seconda generazione di progettisti – caratterizzati da una sorta di neorealismo e di semplificazione minimalista dettati anche dal catalogo di esempi di riferimento fornito dall’ente stesso; notiamo anche esempi sperimentali di prefabbricazione supportati da tentativi di razionalizzazione del cantiere quali gli edifici di Gaetano Ciocca a Pavia e Vigevano.
Non mancano esempi conseguenti al cosiddetto “boom” economico del dopoguerra caratterizzati da volumetrie piuttosto “consistenti” – nonostante siano declinate con maestria – o in simboli dell’epoca quali gli autogrill sulle autostrade conseguenza delle automobili alla portata di tutta la popolazione.
Ci imbattiamo anche nell’apparentemente inspiegabile mancata realizzazione del grande complesso residenziale progettato da Alvar Aalto per Pavia, fino ai grandi contenitori commerciali che, con Gardella, assumono dignità architettonica o in luoghi magici e inquietanti quale il memoriale a Enrico Mattei di Pietro Porcinai.
(Le fotografie attuali, quando non meglio specificato, sono dell’autore)
Alvar Aalto, progetto di complesso residenziale “Patrizia”, Pavia, 1966-68. Archivio Febbroni.