Il MiC – Ministero della Cultura ha annunciato che il 3 febbraio è stata attivata la nuova piattaforma, intitolata “Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi” (qui), dedicata a tutte le opere di architettura giudicate di interesse storico-artistico, costruite in Italia a partire dalle prime ricostruzioni postbelliche. Si tratta di una vasta “mappatura” dell’architettura moderna e contemporanea nazionale, intrapresa nel 2002 dall’allora DARC – Direzione Generale per l’Arte e l’Architettura Contemporanee con il titolo di “Censimento nazionale delle architetture del secondo Novecento”, che attualmente comprende 4.948 schede progettuali ed è tutt’ora in aggiornamento.
Mario Asnago e Claudio Vender, Edificio polifunzionale in via Alberico Albricci 10, Milano, 1953-59.
Foto: Stefano Suriano, 2016 / Courtesy MiC.
Promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC, ed effettuato in collaborazione con le strutture periferiche del Ministero, gli enti locali, le Università e i centri di ricerca specialistici, il Censimento offre una ricognizione generale sullo stato del patrimonio architettonico italiano dal dopoguerra per accrescerne la consapevolezza e favorirne la salvaguardia.
Per la selezione delle opere è stata elaborata una griglia di valutazione complessa, basata essenzialmente sui seguenti sette criteri:
– “L’edificio o l’opera di architettura è citato in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale;
– L’edificio o l’opera di architettura è illustrato in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale;
– L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale;
– L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale;
– L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive;
– L’edificio o l’opera di architettura è stato progettato da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale;
– L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata”.
Piero Bottoni, Guglielmo Ulrich e Mario Pucci, Palazzo Argentina, corso Buenos Aires 36, Milano, 1947-51.
Foto: Marco Introini, 2015 / Courtesy MiC.
Le quasi 5.000 schede progettuali sono state suddivise per territori regionali. Qui, abbiamo voluto provare a mettere in ordine (discendente) le regioni a seconda del numero di architetture selezionate: Lombardia, 730; Lazio, 517; Emilia-Romagna, 453; Toscana, 392; Campania, 336; Puglia, 292; Veneto, 280; Piemonte, 251; Abruzzo, 202; Marche, 193; Trentino-Alto Adige, 181; Sicilia, 169; Liguria, 164; Molise, 150; Umbria, 124; Friuli-Venezia Giulia, 122; Sardegna, 114; Basilicata, 116; Calabria, 112; Valle d’Aosta, 50.
GPA Monti, Edificio per abitazioni, negozi e uffici in via Giosuè Carducci 34, Milano, 1963-65.
Foto: Marco Introini, 2015 / Courtesy MiC.
Infine, nella sezione “Tipologie” le opere sono state suddivise in: Abitazioni bifamiliari; Abitazioni plurifamiliari; Abitazioni unifamiliari; Attrezzature sportive; Biblioteche e archivi; Centri di ricerca; Centri direzionali; Cimiteri; Complessi residenziali; Edifici militari e di pubblica sicurezza; Edifici per attività agricole; Edifici per attività assistenziali e spirituali; Edifici per attività produttive; Edifici per i trasporti; Edifici per il commercio; Edifici per il culto; Edifici per la promozione culturale; Edifici per la ristorazione; Edifici per lo spettacolo; Edifici per uffici; Edifici polifunzionali; Edilizia carceraria; Edilizia residenziale pubblica; Fiere; Grattacieli; Impianti idrici, elettrici o idroelettrici; Infrastrutture; Insediamenti; Interventi di recupero e trasformazione; Istituti di credito e assicurativi; Monumenti; Municipi; Musei e aree archeologiche; Padiglioni espositivi; Palazzi di giustizia e tribunali; Parchi e giardini; Quartieri; Scuole; Sedi del settore terziario; Sedi di enti pubblici e istituzioni; Spazi pubblici; Stabilimenti balneari; Stabilimenti termali; Strutture ricettive; Strutture sanitarie; Università e campus.
Studio BBPR, Quartiere di case per impiegati in vie Alcuino, Giovanni Gattamelata, Bartolomeo Colleoni, Milano, 1945-52.
Foto: Stefano Suriano, 2016 / Courtesy MiC.
In conclusione, sicuramente si tratta di un’iniziativa interessante e pregevole, volta alla valorizzazione e alla salvaguardia dell’architettura moderna e anche di quella più recente.
Vi consigliamo di consultarla, di provare il suo funzionamento (qui) e, poi, riprovarlo ancora, perché noi l’abbiamo trovata un po’ “macchinosa”, ma, forse, basta solo “farci la mano”.
La prova più semplice e immediata è quella di cercare le opere di un’autrice (poche) o di un autore nella sezione “Indice Autori” (qui) e, poi, confrontarle con quelle di un altro, e anche qui – ma è quasi inevitabile che lo sia, perché ognuno di noi ha i propri progettisti o architetture “preferite” – abbiamo notato qualche discrepanza, ma, d’altronde non potrebbe essere diversamente visto che si tratta di un progetto ancora in corso di aggiornamento.
Di sicuro è un passo avanti notevole da tenere monitorato.