Il 26 ottobre 2024 si inaugura a Merano la rassegna Architetture recenti in Alto Adige / Neue Architektur in Südtirol 2018-2024, organizzata dall’associazione culturale Kunst Meran Merano Arte in collaborazione con la Fondazione Architettura Alto Adige e la Südtiroler Künstlerbund. Questa quarta edizione, che segue le precedenti del 2006, 2012 e 2018, completa il progetto espositivo ed editoriale, offrendo uno sguardo approfondito sui 24 anni di architettura contemporanea in Alto Adige.

MoDusArchitects, Tree Hugger, Nuova sede dell’Associazione Turistica, Bressanone, 2019. Foto Oskar Da Riz.

La giuria, composta da Filippo Bricolo (curatore), Annette Spiro ed Elisa Valero Ramos, ha esaminato oltre 240 progetti realizzati negli ultimi sei anni, selezionandone 28 considerati tra i più significativi, di cui sarà proposta una restituzione iconografica dettagliata. A questi si aggiunge un secondo gruppo di altre 28 opere architettoniche, ritenute di particolare interesse.

Walter Angonese con Flaim Prünster, Cantina San Michele Appiano, Sala di conferimento uva e produzione, Appiano, 2019. Foto Samuel Holzner.

La rassegna Architetture recenti in Alto Adige 2018-2024 si interroga su due quesiti chiave: “Esiste un’architettura autenticamente altoatesina? E, se sì, quali sono le sue caratteristiche distintive?”. Inoltre, a differenza delle edizioni precedenti, che privilegiavano criteri morfologico-geografici, quest’anno l’attenzione si concentra maggiormente su aspetti legati alla sostenibilità, all’uso responsabile dei materiali e all’impatto sociale delle opere architettoniche costruite.
Questi nuovi criteri hanno condotto alla creazione di diverse nuove categorie tematiche, o “famiglie”, che sono alla base sia dell’esposizione sia del catalogo della mostra, fornendo un prezioso strumento per comprendere e documentare l’evoluzione recente dell’architettura altoatesina.

Alfred Gufler, Percorso circolare e spazio di lettura, Plata, Moso in Passiria, 2018. Foto Benjamin Pfitscher.

Ad esempio, nella sezione Riuso riflessivo si esplorano progetti di recupero architettonico, come quello di Lukas Wielander e Martin Trebo, che hanno trasformato un edificio medievale a Glorenza in appartamenti e spazi commerciali, dimostrando come sia possibile mantenere un dialogo con la storia dell’edificio pur soddisfacendo esigenze contemporanee. Analogamente, il progetto di MoDusArchitects per la riqualificazione dell’Accademia Cusanus di Bressanone (qui, su weArch), opera di Othmar Barth, rappresenta un fine equilibrio architettonico tra innovazione e rispetto per il passato.
Nella sezione Evocazioni urbane, progetti come la Biblioteca Civica di Carlana Mezzalira Pentimalli a Bressanone (qui, su weArch) dimostrano come l’architettura contemporanea possa integrarsi armoniosamente nel contesto storico, innovando senza perdere di vista la tradizione.

Carlana Mezzalira Pentimalli, Biblioteca civica, Bressanone, 2021. Foto Marco Cappelletti.

La sezione Architettura naturans esplora il rapporto tra architettura e natura, presentando opere come la Nuova cantina Pacherhof a Novacella, progettata dallo studio bergmeisterwolf, che sembra fondersi con la montagna circostante, in un connubio perfetto tra costruzione e paesaggio naturale. Quest’opera rappresenta uno dei principali esempi di architettura vinicola contemporanea.
In Topografia partecipata si indagano progetti che dialogano con il terreno, come il Centro protezione civile Renon di Roland Baldi Architects. L’edificio, dalla forma scultorea e semplice, si inserisce naturalmente nel paesaggio collinare, con una facciata in cemento che richiama le caratteristiche formazioni geologiche locali, le cosiddette “Piramidi di terra”.

Naemas Architekturkonzepte, Zierhof con stube, Brennero, 2022. Foto Gustav Willeit.

Vernacoli plausibili esamina il rapporto con la tradizione architettonica, proponendo progetti che evitano approcci stereotipati. L’opera Zierhof con Stube in Val di Fleres di NAEMAS Architekturkonzepte, ad esempio, mostra come un linguaggio contemporaneo possa dialogare con la memoria storica, mantenendo viva la continuità col passato.
Nella sezione Scavo generativo, i progetti operano attraverso il processo di la sottrazione. Un esempio realizzato è la Musealizzazione delle mura di cinta di Merano, a cura di Höller e Klotzner Architetti, che, attraverso semplici profili in acciaio, evoca le dimensioni originali delle mura medievali, restituendone memoria e visibilità.
Interni poetici si concentra sugli spazi interni, presentando opere che sfuggono ai modelli internazionali e ai recuperi stilistici locali. L’Art Library di Martin Feiersinger presso il Castello Gandegg crea un contrasto audace tra architettura storica e interventi contemporanei, generando un dialogo tra tradizione e innovazione.
Infine, la sezione Arte e architettura esplora l’interazione tra queste due discipline. Tra i progetti in mostra, la Halle 3 di Julian Tratter e Markus Hinteregger, presso la sede dell’azienda barth Innenausbau a Bressanone, combina spazi per i dipendenti e una galleria d’arte contemporanea, integrando l’arte nel contesto lavorativo quotidiano.

Senoner Tammerle Architetti, Rifugio Passo Santner 2.734 m, Passo Santner, Tires, 2023. Foto Lukas Schaller.

La rassegna Architetture recenti in Alto Adige / Neue Architektur in Südtirol 2018-2024 include opere di: alpina architects, Walter Angonese, Area Architetti Associati, Architekturgemeinschaft 15, Architekturkollektiv null17, Roland Baldi Architects, bergmeisterwolf, Busselli Scherer, Carlana Mezzalira Pentimalli, CeZ Calderan e Zanovello architetti, Comfort_Architecten, Daniel Ellecosta, Martin Feiersinger, Flaim Prünster Architekten, Andreas Gruber Architekten, Alfred Gufler, Markus Hinteregger, Höller & Klotzner Architekten, kostnerarchitektur, KUP – ARCH, Architekten Mahlknecht Comploi, Messner Architects, MoDusArchitects, Andreas Moroder, NAEMAS Architekturkonzepte, NOA, Fabian Oberhofer, Pedevilla Architects, Peter Pichler Architecture, Senoner Tammerle Architekten, Stifter + Bachmann, Plasma Studio, Markus Scherer, tara, Julian Tratter, Martin Trebo, Lukas Wielander.

Lukas Wielander e Martin Trebo, Recupero Fiegele-Prieth-Haus, Glorenza, 2021. Foto René Riller.