La vita delle città segue cicli di sistole e diastole, espansione e contrazione che difficilmente coincidono con le ipotesi e i tempi delineati dalla pianificazione urbanistica ma, molto più spesso, seguono andamenti e percorsi imprevedibili.
La realtà corre più veloce della nostra capacità di pre-determinarla.
Quello che separa gli scenari della pianificazione dalle azioni che si concretizzano spesso in direzione divergente, è uno sfasamento quantitativo e qualitativo: le nuove regole arrivano quando i contesti sono già cambiati ed esigono nuove risposte. Nascono vecchie.
Accade che, in alcuni cicli, si accumulino strati di idee, studi, piani e progetti che non riescono a originare trasformazioni concrete. Sono i periodi della stasi, dell’inerzia, dell’attesa.
Accade poi che in altri cicli, il futuro che era rimasto a covare sotto la cenere come una fiammella non visibile, emerga dal deposito della teoria e accenda azioni, opere, cantieri, trasformazioni reali.
Manifesto di Iconemi 2018: l’iniziativa, appena conclusa, è stata dedicata all’approfondimento del laboratorio di azioni e idee in corso a Bergamo.
In questo momento la città di Bergamo vive un ciclo “acceso” e si pone come interessante laboratorio di azioni urbane da osservare con attenzione.
L’humus in cui la fase attuale affonda le radici è quello di un territorio dalla grande tradizione edilizia, che ha impattato duramente con la crisi degli ultimi 10 anni: una crisi violenta che, insieme alla perdita di valore dei metri cubi di un mercato immobiliare iperalimentato, ha misurato il trend insostenibile del consumo di suolo, evidenziando l’urgenza di ridefinire il senso di un sistema territoriale ricchissimo di potenzialità, ma, per molti versi, non sintonizzato con la contemporaneità.
L’humus è anche quello di una grande tradizione urbanistica, che, soltanto per limitarsi agli anni dal secondo dopoguerra, attraverso i piani Morini-Muzio (1951-56), Dodi-Astengo (1969-72), Secchi-Gandolfi (1995-2000), fino al Pgt del 2009, ancora vigente, (consulente B. Gabrielli, progettisti G. Cavagnis, G. Della Mea, M. Zambianchi), ha abituato la città a ragionamenti alti su se stessa e sulle sue vocazioni, costruendo via via una classe di funzionari tecnici nei settori edilizio e urbanistico degli enti territoriali di buona levatura e una pubblica amministrazione che, nel panorama nazionale incerto e confuso, vanta una media di virtuosità e di buon governo.
Una tradizione che ha saputo spesso elaborare strumenti d’avanguardia anticipando tematiche fondamentali per l’intero paese in materia di tutela del patrimonio storico (a partire dal Piano di risanamento di Bergamo Alta di Luigi Angelini del 1935) e del patrimonio ambientale e paesaggistico (con l’istituzione nel 1977 del Parco Regionale dei Colli).
E l’humus è pure quello di una ricca tradizione culturale intorno al tema della città, dell’architettura e del paesaggio.
Nel 2019 ricorrerà il settantesimo anniversario del VII CIAM che, nel 1949, ebbe luogo a Bergamo, raggruppando una significativa comunità internazionale di architetti e pensieri sulla modernità. Nei 50 anni precedenti, la città si era confrontata col vivacissimo dibattito che ha accompagnato la formazione del Centro Piacentiniano, attivando un processo assai fertile di riflessioni sollecitate dai 2 concorsi nazionali banditi a inizio secolo dall’amministrazione comunale nel 1906 e nel 1907.
L’attitudine a incrociare sguardi locali ed extramoenia è continuata nel tempo con esperienze come quella del Lipau (Laboratorio Internazionale di Progettazione Architettonica e Urbana) del Politecnico di Milano, che, diretto da Sergio Crotti e Roberto Spagnolo, per oltre 20 anni ha ragionato sulla città.
Su un altro versante le attività di Istituzioni come il Centro Studi per il Territorio Lelio Pagani dell’Università di Bergamo (fondato nel 2001 come centro di ricerca pura e applicata in materia territoriale), o come l’Ateneo di Scienze Lettere e Arti (con la sua vasta e secolare produzione di studi sulla storia della città), hanno contribuito costantemente ad alimentare la cultura del territorio in una dimensione pluridisciplinare.
E neppure si può ignorare l’esistenza di un’attiva rete di associazioni ambientaliste e comitati di quartiere che negli anni ha sostenuto istanze e campagne di sensibilizzazione intorno a temi territoriali, diffondendo, attraverso forme di cittadinanza attiva “dal basso”, la consapevolezza che territorio, ambiente e paesaggio sono valori centrali della democrazia urbana e spingendo scelte fondamentali come quella del Parco Agricolo Ecologico, della tutela della valle di Astino, della salvaguardia degli Orti Storici di Via San Tomaso.
Il mondo professionale, anche se fortemente colpito dalla trasformazione del mercato del lavoro, insieme alla qualità diffusa delle nuove generazioni di progettisti, esprime esempi interessanti di vivacità e resilienza creativa, alla ricerca di una rifondazione del senso del proprio agire sociale: da Bergamo, il gruppo RebelArchitette, ha saputo attivare in breve tempo una rete internazionale intorno al progetto di empowerment al femminile nel mondo della professione, ancora lontano da un’effettiva parità di genere.
Sta di fatto che l’humus è ricco di nutrienti indispensabili per costruire, oltre che la città fisica, la polis dei cittadini.
I relatori di Iconemi 2018.
Le azioni in corso nella Bergamo di questo periodo sono molte: riguardano scale diverse, modalità e procedure di intervento articolate, temi che sviluppano singoli punti, ma che nel loro insieme compongono un quadro di riassestamento e rigenerazione complessiva della città, delle sue parti e dei loro rapporti: gli spunti di riflessione sono molto interessanti non solo rispetto alla dimensione locale, ma in generale rispetto ai temi e alle tendenze della città contemporanea.
Rigenerazione di grandi poli pubblici dismessi: ex Ospedali Riuniti; ex Caserme Montelungo-Colleoni; Nuova GAMeC
A comporre il nuovo quadro contribuisce la rigenerazione degli ex Ospedali Riuniti e delle ex Caserme Montelungo-Colleoni, poli pubblici dismessi e localizzati in posizioni centrali nel tessuto urbano.
Per entrambi i progetti (approvati con la procedura dell’Accordo di Programma tra soggetti pubblici: Comune, Regione, Cassa Depositi e Prestiti, Università agli Studi di Bergamo) sono iniziati i lavori e quindi quelle che per anni sono state soltanto ipotesi a questo punto sono cantieri. Considerata la posizione strategica delle due aree, è certo che i due interventi avranno ripercussioni e indotti su un contesto urbano allargato.
In particolare, nel comparto nord-ovest della città, il progetto di trasformazione degli ex Ospedali Riuniti (definitivamente chiusi nel 2012 in seguito al trasferimento dell’ospedale nella nuova struttura realizzata alla Trucca) riguarda un’area di oltre 100.000 mq in cui, fatta salva una porzione marginale destinata a nuove attività residenziali e terziarie sul libero mercato, troverà principalmente posto la nuova sede dell’Accademia Nazionale della Guardia di Finanza, che convenzionerà il proprio centro sportivo per l’uso pubblico. La ricaduta generata dall’intervento garantirà la realizzazione di alcuni servizi di quartiere e la riqualificazione della piazzetta di Santa Lucia che è già in corso.
Foto aerea (da: Comune di Bergamo. Accordo di programma – ex Ospedali Riuniti).
Nel comparto nord-est è, invece, in corso l’attuazione del progetto di trasformazione delle ex Caserme Montelungo-Colleoni, dismesse e in degrado da anni, esito di un concorso internazionale promosso dal Comune e da Cassa Depositi e Prestiti proprietaria dell’area e vinto dal team Barozzi-Veiga. Una parte del complesso ospiterà il nuovo studentato dell’Università di Bergamo, mentre nella grande piazza-giardino interna troverà collocazione il CUS (Centro Universitario Sportivo); per la parte privata è previsto un utilizzo misto residenza / terziario sul libero mercato.
Studio Barozzi/Veiga, progetto vincitore del concorso internazionale (da: Comune di Bergamo. Accordo di programma per la riqualificazione e riconversione funzionale del Compendio ex Caserme Montelungo-Colleoni).
Per il Palazzetto dello sport esistente accanto all’ex caserma Montelungo è stato presentato un progetto di fattibilità che prevede la sua riconversione in nuova sede della GAMeC (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea) finanziata dalla Fondazione della Banca Popolare di Bergamo, progetto dello studio C+S Architects, Cappai-Segantini.
C+S Architects Ltd., progetto per la nuova sede della GAMeC di Bergamo.
In questa parte di città prende così forza e forma la vocazione a svolgere il ruolo (annunciato dal Pgt) di “ambito dell’arte, della cultura e del tempo libero”, con la presenza dei principali poli museali e dell’università inseriti in un sistema di spazi aperti (strade storiche, parco Suardi, orti di San Tomaso) nel quale attivare una rete di connessioni di grande interesse.
Il primo passo in tal senso è stata la riqualificazione di piazza Carrara (antistante la omonima sede della celebre Pinacoteca riaperta nel 2015), avvenuta sulla base del progetto vincitore (capogruppo Andrea Borghi di Firenze) del concorso bandito dal Comune nel 2016.
Andrea Borghi (capogruppo), veduta della nuova piazza Carrara (da: Comune di Bergamo, Relazione illustrativa del progetto di Piazza Carrara).
Il nuovo stadio di Bergamo
Il progetto del nuovo Stadio (studio De8 Architetti di Bergamo) prenderà il posto dell’attuale Stadio Atleti Azzurri d’Italia, per il quale è previsto un sostanziale ridisegno: dopo anni di incertezza, viene quindi fatta la scelta di confermare questa struttura di scala sovraccomunale dentro il tessuto urbano semicentrale, scartando l’ipotesi di realizzare uno stadio nuovo dentro il Parco Agricolo Ecologico in fascia periurbana.
Si tratta di un progetto di iniziativa privata che riveste interesse rilevante per la collettività, elaborato ed approvato con la procedura dell’Accordo di Programma. I temi del progetto, di imminente realizzazione, sono quelli importanti e delicati della rigenerazione urbana, ossia dell’equilibrio con il contesto consolidato e abitato in cui lo Stadio si trova. È un equilibrio da ricercare nelle forme, negli spazi aperti che circondano e connettono la struttura sportiva con quanto già esiste, nel rispetto dell’adiacente edificio antico del Lazzaretto, nel governo dei flussi e dell’accessibilità che senz’altro, per funzioni come questa, sono aspetti di fondamentale e prioritaria importanza.
De8 Architetti, progetto per il nuovo stadio di Bergamo.
La Tramvia Elettrica Teb 2 – verso la Valle Brembana
È tornato di attualità, dopo anni di rimozione, il progetto per la tramvia elettrica verso la valle Brembana – Teb 2- che, nel suo tratto urbano, riutilizzando il sedime della linea ferroviaria dismessa anni fa, consentirà di servire i nuovi poli evitando un aggravio insostenibile dei flussi su gomma: il tratto di tramvia già realizzato verso la Valle Seriana – Teb 1- dimostra nei fatti come opere di questo genere portino benefici importanti e irrinunciabili per la gestione della mobilità che vede gravare sulla città capoluogo i flussi provenienti dal territorio di un’ampia e popolosa provincia.
Chorus Life
Tra gli interventi di iniziativa privata di rilevante interesse urbano c’è il progetto del Chorus Life di Joseph Di Pasquale architects, ossia del quartiere che crescerà sull’area dell’ex Ote, sostituendo il complesso produttivo dismesso da anni. Anche in questo caso si tratta di un’area semicentrale di 70.000 mq nel quadrante orientale della città, adiacente alla circonvallazione e già servita dalla tramvia elettrica che collega Bergamo alla Valle Seriana. Cuore del nuovo quartiere sarà l’arena multifunzionale con capienza di 6.500 posti: sono inoltre previste nuove residenze con servizi integrati, un albergo, spazi commerciali e per il loisirs. Anche in questo caso, dopo anni di sospensione, i lavori sono già iniziati.
Joseph Di Pasquale architects, Chorus Life, Bergamo.
La rivitalizzazione del centro moderno
Nel quadro di rinnovamento di Bergamo un’attenzione particolare è riservata al Centro della città bassa che sta attraversando una crisi di “ruolo” legata soprattutto alla trasformazione del mondo del commercio e allo spostamento dei grandi flussi del consumo verso la fascia degli ipermercati extraurbani.
Per il Centro è stato attivato un processo articolato che include azioni integrate, di tipo urbanistico, edilizio e di miglioramento degli spazi aperti.
Nella Variante 10 al Pgt, per esempio, sono state introdotte norme molto innovative finalizzate a incentivare il commercio e l’uso dei piani terra.
Sul versante edilizio è in corso e già in fase avanzata la ristrutturazione del teatro Donizetti (progetto dello Studio Berlucchi di Brescia), iconema fondativo del centro di Bergamo bassa, mentre sono ancora in incubazione i progetti di ristrutturazione di alcuni “contenitori” strategici in fase di dismissione (Palazzo Uffici Statali, sede di Confindustria).
Infine, per quanto riguarda gli spazi aperti è stato bandito un concorso internazionale per la rifunzionalizzazione del Centro Piacentiniano, vinto dal gruppo Flanerie (Luigino Pirola, Mariola Peretti, Gianluca Gelmini, Simone Zenoni, Elena Franchioni, Carlo Peretti) con un masterplan che ha dato forma a una visione complessiva da realizzare per fasi, in un arco temporale di medio termine.
Luigino Pirola, Mariola Peretti, Gianluca Gelmini, Simone Zenoni, Elena Franchioni, Carlo Peretti, progetto vincitore al concorso per la rifunzionalizzazione del Centro Piacentiniano di Bergamo.
L’area della Stazione
Il processo di ridisegno del Centro prosegue a sud verso l’area della Stazione, da molti anni oggetto di ipotesi e piani (mai decollati) finalizzati a superare la cinta ferroviaria e a sviluppare le aree liberate dallo spostamento dello scalo merci.
Anche per questo comparto urbano sono attualmente in gioco strumenti e strategie diversificati che comprendono:
– il progetto di opera pubblica per la sistemazione di piazzale degli Alpini (studio Capitanio Architetti di Bergamo e studio OSA architettura e paesaggio di Roma);
Studio Capitanio Architetti e studio OSA architettura e paesaggio, progetto di riqualificazione di piazzale degli Alpini.
– il progetto di gestione innovativa proposto da K-City per l’utilizzo sociale di edifici esistenti con inserimento di attività produttive artigianali e il ritorno in chiave contemporanea dell’abbinamento casa-bottega;
– il masterplan di vasta scala riferito all’intero comparto di Bergamo Sud, a cura del gruppo privato Vitali che coordina un team di progettazione con Francisco Mangado, Camillo Botticini, Matteo Facchinelli, Joao Nunes e Attilio Gobbi.
Aree dello scalo ferroviario di Bergamo, denominate Porta Sud (da: FS Sistemi Urbani. Manifestazione d’interesse per la redazione di un Masterplan).
Periferie: il progetto “Legami urbani”
Con il progetto “Legami Urbani” il Comune di Bergamo ha ottenuto finanziamenti per 18 milioni di euro dal bando Periferie, finalizzati a realizzare numerosi interventi di miglioramento delle connessioni e dei servizi richiesti dalle reti sociali dei quartieri periferici: il finanziamento riguarda anche il completamento della ristrutturazione dell’ex Centrale di Daste Spalenga, esempio straordinario di archeologia industriale che poi verrà assegnato in gestione a un gruppo di soggetti vincitori del bando comunale appositamente formulato.
Ristrutturazione dell’ex Centrale di Daste Spalenga.
Altri interventi in corso riguardano aree come quella dell’ex Gasometro, del piazzale della Malpensata e di piazza Risorgimento nel quartiere di Loreto già in corso (progetto di S.b.arch Bargone Associati di Roma, Neostudio Architetti Associati di Genova e Lucia Galetti di Perugia).
Città Alta: alla ricerca di un nuovo equilibrio
Per la Città Alta, ovvero per il Centro storico più antico di Bergamo è imminente l’avvio del percorso di ridefinizione del Piano Particolareggiato.
Negli ultimi anni il ruolo di questa parte di città è cambiato sostanzialmente grazie all’affermarsi di alcuni fenomeni, in primo luogo la crescita impetuosa del “nuovo turismo” legato ai grandi flussi dell’aeroporto di Orio al Serio, al riconoscimento Unesco per le Mura veneziane e alla diffusione pervasiva di utilizzo delle residenze per usi ricettivi. Si è consolidata, via via, la presenza universitaria, mentre la rete dei musei civici e dei musei delle Storie, insieme alla Biblioteca A. Mai mantengono viva la profonda vocazione culturale di Città Alta, alimentata dagli ultimi progetti di recupero dei poli di Sant’Agata e del Carmine, con l’attivazione di interessanti sinergie tra pubblico (il Comune, proprietario degli immobili) e privato (il Teatro Tascabile e la Cooperativa Circolino) per l’utilizzo socio-culturale di tali contenitori storici.
Il sistema ambientale
Determinanti sono anche alcune scelte che confermano l’importanza di Bergamo come sistema ambientale e paesaggistico di grandissimo pregio: dopo la nascita della Valle della biodiversità, con lo straordinario complesso di Astino, avvenuta in occasione di Expo 2015, è ormai in fase avanzata la procedura dell’ampliamento del perimetro del Parco Regionale dei Colli con l’inclusione di significative aree agricole della fascia periurbana per le quali potrà così essere garantito un futuro di tutela e valorizzazione, indispensabile per l’equilibrio ambientale della città.