“Questo fotografo, pittore, scultore e scrittore sapeva vedere tutto e, grazie alla sola virtù della sua attenzione, dava alla realtà una qualità e un’aderenza che rendevano il mondo allo stesso tempo più strano e meno estraneo”, Roger Grenier.
A Palazzo Reale, Milano, fino al 2 giugno è attiva la mostra Brassaï. L’occhio di Parigi, promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Silvana Editoriale, realizzata in collaborazione con l’Estate Brassaï Succession. La retrospettiva è curata da Philippe Ribeyrolles, studioso e nipote del fotografo proprietario di un’inestimabile collezione del suo lavoro di artista.
Brassaï è stato uno dei protagonisti della fotografia del XX secolo, definito dall’amico Henry Miller “l’occhio vivo” della fotografia. La mostra presenta al visitatore più di 200 stampe d’epoca, oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo, per un approfondito e inedito sguardo sull’opera di Brassaï, con particolare attenzione alle celebri immagini dedicate alla vita della Ville Lumière.
Autoportrait, Boulevard Saint-Jacques, Paris, 1930-32. ©Estate Brassaï Succession – Philippe Ribeyrolles.
A partire dal 1924, Brassaï fu partecipe del grande fermento culturale che investì Parigi, stringendo amicizie con artisti quali Picasso, Dalí e Matisse, e avvicinandosi al movimento surrealista. È stato uno dei primi fotografi in grado di catturare l’atmosfera notturna di Parigi e dei suoi abitanti, quali lavoratori, prostitute, clochard, artisti e girovaghi solitari. Nelle sue passeggiate notturne, l’artista non si limitava alla rappresentazione del paesaggio o delle vedute architettoniche, ma si avventurava in spazi interni, intimi e confinati della città, per catturare scene di una società che si incontrava e si divertiva.
Brassaï ha guardato a Parigi con fascinazione e dedizione, scoprendone con occhio attento e curioso tutte le sue sfaccettature. Quell’atmosfera che i surrealisti interpretavano utilizzando immagini oniriche, veniva rappresentata dal fotografo nella ordinaria quotidianità dell’ambiente urbano della Parigi di giorno, della notte, degli ambienti aristocratici, del lusso e della moda, dei bistrot, dei cabaret e delle case di tolleranza, dei graffiti sui muri, delle palizzate stinte e dei salotti intellettuali.
Soirée Haute couture, Paris 1935. ©Estate Brassaï Succession – Philippe Ribeyrolles.
Le sue fotografie furono anche pubblicate sulla rivista surrealista “Minotaure”, di cui Brassaï divenne collaboratore e attraverso la quale conobbe scrittori e poeti surrealisti come Breton, Éluard, Desnos, Benjamin Péret e Man Ray. Nel 1933 viene pubblicato il suo volume Paris de Nuit (Parigi di notte), un’opera fondamentale per la storia della fotografia francese.
Lo stile della rappresentazione fotografica di Brassaï appartiene a quella “scuola” francese di fotografia definita umanista, per la presenza essenziale di donne, uomini e bambini all’interno dei suoi scatti. In aggiunta alla fotografia di soggetto, l’artista continua in quegli anni la sua esplorazione urbana catturando le immagini dei muri di Parigi e dei loro innumerevoli graffiti, testimoniando così il suo legame anche con le arti marginali. “Indaga la città, la sua luce, i suoi abitanti, esaltandone la bellezza, anche nella loro rappresentazione più cruda o scabrosa; cerca, senza alcun atteggiamento furtivo, morboso o voyeuristico, l’inaspettato nelle cose già viste, in quelle che ai più sembrano banali e che invece, lui, riesce a vedere, e a rendere speciali”, Domenico Piraina.
Couple avec matelot, Pont de la Tour Eiffel ca. 1932. ©Estate Brassaï Succession – Philippe Ribeyrolles.
Il lavoro Brassaï viene notato da Edward Steichen, che lo invita a esporre al Museum of Modern Art (MoMA) di New York nel 1956 nella mostra Language of the Wall. Parisian Graffiti Photographed by Brassaï, che riscuote un enorme successo. I legami del fotografo con l’America continuano grazie alla collaborazione con la rivista “Harper’s Bazaar”, per cui sono ritratti molti protagonisti della vita artistica e letteraria francese, con i quali Brassaï era solito socializzare.
Couple au bal des Quatre Saisons, rue de Lappe. ©Estate Brassaï Succession – Philippe Ribeyrolles.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale e curato da Philippe Ribeyrolles, con un testo critico di Silvia Paoli.