È in corso a Madrid, presso la Fondazione Juan March, una vasta esposizione monografica sull’opera di Bruno Munari (1907-1998), una delle figure più innovative e importanti della comunicazione visiva e del design del Novecento.
La rassegna Bruno Munari costituisce anche la prima retrospettiva spagnola dedicata all’artista e designer italiano, oltre che una delle più complete realizzate finora fuori dall’Italia.

Bruno Munari, Instalación del Alfabeto Lucini, 1986. Colección particular. Cortesía Repetto Gallery. ©Foto: Daniele De Lonti. ©Bruno Munari. Maurizio Corraini s.r.l. Todos los derechos reservados.

Impostata – dai curatori Marco Meneguzzo, Manuel Fontán del Junco e Aida Capa – come “una mostra collettiva di Bruno Munari”, prendendo lo spunto dal titolo di una sua celebre esposizione, la rassegna di Madrid presenta al pubblico una selezione di quasi 300 opere e materiale d’artista, tra cui disegni, dipinti, sculture, prototipi, filmati, giochi di luce, oggetti di design grafico e industriale, esercizi e prove tipografiche, libri, provenienti da collezioni e istituzioni pubbliche e private.

Bruno Munari, Sculture da viaggio [Esculturas de viaje], 1958. Cartulina, medidas variables, Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese, Milán. Todos los derechos reservados.

Artista poliedrico, Munari si muoveva liberamente tra discipline e linguaggi diversi, quelli dell’arte, del design, della letteratura e dei giochi per bambini e non solo, cercando di capirne il funzionamento e le capacità di comunicare.
L’arte e la produzione di Munari attraversano numerosi periodi artistici italiani e internazionali, come la seconda generazione del futurismo, l’astrattismo, il surrealismo, l’arte concreta, sperimentazioni di estrazione “pop” e “radical”, realizzate con l’ausilio della fotocopiatrice, della macchina da presa e della tecnica del collage, le installazioni, gli esercizi di calligrafia e altro ancora.

Bruno Munari, Negativo-positivo, 1951. Óleo sobre tabla, 49 x 49 cm. Colección particular ©Foto: Bruno Bani ©Bruno Munari. Maurizio Corraini s.r.l. Todos los derechos reservados.

Il percorso espositivo è suddiviso in sei aree tematiche, i cui titoli rimandano a processi di pensiero che caratterizzarono l’opera di Munari: “Essere nel tempo”; “Da due a tre e quattro dimensioni”; “Metodo come metodo”; “Superare il limite”; “Annullare il tempo”; “Scoprire il mondo”. Dietro questi processi si nasconde quello che egli chiamò “metodo”, spiegato anche in questo modo molto pratico: “il segreto è che inizio sempre dalla tecnica, non dall’arte (…) Se parti dalla tecnica sai fin dove puoi arrivare”.

Bruno Munari, Ora X [La hora X] para Danese, 1963. Plástico, aluminio y base de madera, 22 cm (alto) x 20 cm (diámetro). Colección particular. Cortesía de Repetto Gallery, Kaufmann Repetto y Andrew Kreps Gallery ©Foto: Daniele De Lonti. ©Bruno Munari. Maurizio Corraini s.r.l. Todos los derechos reservados.

Fanno parte della mostra un laboratorio didattico – in cui bambini, ragazzi e famiglie possono sperimentare i materiali, i colori e le loro capacità creative attraverso il gioco –, un libro-catalogo – di quasi 400 pagine, corredato da dieci saggi introduttivi, tra cui quelli di Marco Meneguzzo, Beppe Finessi, Giorgio Maffei, Juli Capella, Manuela Cirino – e altri eventi collaterali, tra cui una conversazione pubblica su Munari e sulla mostra, tra il designer Juli Capella e Manuel Fontán del Junco, moderata dalla giornalista Anatxu Zabalbeascoa (qui la video registrazione), e la presentazione in anteprima, in programma per l’8 aprile, del film documentario Bruno Munari: la magia del arte.

Bruno Munari, Autoritratto (Autorretrato), 1971. Xerografía original, 37 x 25 cm. Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese, Milán. ©Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese, Milán ©Foto: Roberto Marossi. ©Bruno Munari. Maurizio Corraini s.r.l. Todos los derechos reservados.