Nello studio dei territori, la rappresentazione fotografica ha spesso rivestito un ruolo fondamentale per l’analisi, la comprensione e la conoscenza dei luoghi. Questa ricerca intende collocarsi nella tradizione delle campagne fotografiche che nel corso degli anni e dalle origini della fotografia fino ai nostri giorni, hanno rivestito un ruolo sempre importante per la lettura del paesaggio ed il consolidamento dell’identità dei luoghi presi in esame.

Napoli Ponticelli, 2020. Foto: Mario Ferrara.

Oggi il paesaggio non è una nozione univocamente determinata, ma assume una connotazione plurale; un concetto che riguarda gli spazi di vita delle persone e delle comunità nelle aree urbane dense, così come nel territorio sparso.
Michael Jackob afferma che “la nostra epoca è chiaramente l’età del paesaggio”, almeno per quanto riguarda la sua riproduzione verbale e la sua rappresentazione iconica; un “omnipaesaggio” (Jakob, 2009), che rappresenta l’immagine della crescente globalizzazione. Ciò significa che negli anni il concetto di paesaggio ha superato la frontiera interpretativa dell’estetica del territorio, abbandonando l’idea di bellezza dei paesaggi e dei luoghi eccezionali.

Afragola, 2019. Foto: Mario Ferrara.

In questa ampia accezione di paesaggio, si definisce periurbano quella parte di territorio compresa tra l’urbanizzato e il non edificato, di varia dimensione. Il periurbano è un fenomeno dalle molteplici connotazioni e che può diventare un paesaggio in e di transizione.

Afragola, 2019. Foto: Mario Ferrara.

Le aree periurbane sono spesso fasce a gemmazione spontanea, prive di pianificazione e ciò comporta una distribuzione casuale di costruito e non costruito, di infrastrutture, servizi o attività commerciali in stretta relazione con le aree dismesse. Il periurbano può trovarsi in una condizione di sospensione, di cambiamento in corso, di passaggio di ciclo, wastescape in mutazione possibile e potenziale: “un paesaggio in cui si vanno delineando indizi di nuove ecologie tra territorio e società (…) portatrici di una proposta inedita di sostenibilità e di nuove forme di spazialità urbana su cui è giunta l’ora di interrogarsi” (Donadieu, 2013), sostiene Pierre Donadieu.

Acerra, 2020. Foto: Mario Ferrara.

Le venti fotografie qui presentate fanno parte di un corpus di circa duecento realizzate tra il 2019 ed il 2021, per una campagna fotografica che mira all’individuazione dei caratteri del periurbano tra Napoli e Caserta. In particolare, è stata presa come riferimento una sezione di territorio di 12 x 24 km tra il quartiere di Ponticelli ad Est di Napoli ed i confini della città di Caserta.

Caivano, 2021. Foto: Mario Ferrara.

Qui i vuoti urbani, un tempo agricoli, sono oggi occupati dalle aree commerciali, dalle infrastrutture del traffico veicolare e della ferrovia veloce. Il comune di Afragola ospita la sinuosa stazione della TAV progettata da Zaha Hadid, che, lontana ormai nel tempo dalla sua inaugurazione, è ancora adagiata in un vuoto in attesa di attenzione. A qualche chilometro di distanza, i cantieri della linea veloce offrono, in un fazzoletto di territorio, serre, campi coltivati, condomini pluripiano e muri di cemento con ferri in attesa destinati a sostenere in futuro il fiammante treno veloce. Il Termovalorizzatore di Acerra ed il sistema di canali di antica realizzazione dei Regi Lagni, caratterizzano altrove il paesaggio della focus area.

Marcianise, 2020. Foto: Mario Ferrara.

Alle due estremità della stessa, i bordi delle città di Napoli e di Caserta: a Sud le Torri residenziali di Ponticelli si affacciano su terreni in attesa dalle improbabili recinzioni; a Nord, tra spazi abbandonati e sale bowling, una “casertana” Statua della Libertà dà le spalle alla Reggia vanvitelliana.

Caserta, 2021. Foto: Mario Ferrara.