L’area nella quale sorge la nuova cantina o, meglio, la ristrutturazione di quella esistente, con il mantenimento della barricaia e la nuova edificazione delle aree di produzione dei vini, si colloca quasi al centro della tenuta, in posizione baricentrica rispetto alle principali vie di accesso, la Bolgherese e l’Aurelia e in adiacenza a Podere Guado al Tasso, adibita ad accoglienza degli ospiti, da sempre cuore pulsante delle attività di accoglienza della tenuta.

Foto: Pietro Savorelli.

Il nuovo edificio è ipogeo con quota altimetrica corrispondente a quella della precedente barricaia interrata. Concepita nel rispetto del paesaggio circostante, la cantina è un luogo affascinante e insolito, che esalta il podere retrostante nella tradizione e nella storia della famiglia.

Foto: Pietro Savorelli.

La cantina è dotata di tre accessi, uno per l’uva, di grandi dimensioni, uno per i visitatori e winelovers e uno per gli ospiti presenti presso Podere Guado al Tasso.

Pianta livello 00.

La ricerca di continuità con il luogo è anche cromatica, dal calcestruzzo colorato in pasta agli intonaci, fino ai setti che esternamente emergono come fratture del suolo, a identificare le aperture. Si ritrova così una grande analogia tra la cantina e i colori dei terreni nei quali essa è immersa.

Foto: Pietro Savorelli.

La scelta di un edificio ipogeo consente molti vantaggi; oltre all’aspetto paesaggistico, e quello legato alla qualità del vino, si ha anche un notevole contenimento energetico per la produzione dello stesso e il conseguente affinamento, tramite la naturale azione coibente del terreno e delle coperture inerbite.

Foto: Pietro Savorelli.

Adiacenti alla barricaia esistente, alcuni vani accessori costituiscono una cerniera con i nuovi volumi della vinificazione, divisa in due ambienti contigui, uno circolare e uno di forma allungata e irregolare, volti a individuare e caratterizzare uno specifico spazio per uno specifico vino.

Foto: Pietro Savorelli.

Le pareti inclinate della vinificazione del Guado al Tasso Bolgheri DOC Superiore, assieme al flesso centrale del soffitto, rendono lo spazio dinamico e teso, mentre le pareti circolari della vinificazione del Matarocchio Bolgheri DOC Superiore sono arricchite da intarsi ottenuti tramite subbiatura.

Foto: Pietro Savorelli.

La “vecchia” barricaia, vecchia solo per forma e non per tecnologia, di forma rettangolare, contiene le barriques a uno e a due livelli. Ancora una volta lo spazio vuole riflettere l’importanza del vino, così i grandi pannelli verticali disposti in cerchio, come drappi, custodiscono un vino di grandissima qualità e prodotto in piccolissimi numeri, il Matarocchio.

Foto: Pietro Savorelli.

Il cuore della cantina è lo spazio di accoglienza: la degustazione. La sala, raggiungibile dagli ingressi pedonali, è posta a tre metri sopra al piano di lavoro, permettendo una vista privilegiata su tutti gli ambienti sottostanti compresa la Riserva Storica, spazio a doppia altezza dove viene conservata ogni annata dei vini prodotti in cantina, e sui vigneti, visibili dalla porta di ingresso.
L’utilizzo di noce canaletto e bronzo fa riferimento ai materiali più nobili della storia e della famiglia Antinori.

Foto: Pietro Savorelli.

La cantina, la quale esprime appieno la sua appartenenza a questo luogo, affonda le sue radici in questo terreno, così come la famiglia Antinori è radicata in questo territorio.

Foto: Pietro Savorelli.