Sacro cubo bianco
Pensata come mezzo di profonda riflessione ed espressione, l’architettura cimiteriale si esprime attraverso uno stile minimalista, proponendo semplicità di forme e volume. Basandosi sulla riduzione degli elementi e sull’eliminazione del superfluo, il progetto mette in luce l’essenza dello spirito imponendo la concentrazione del visitatore sull’esperienza della visita estraniandolo completamente dal tempo. In tale contesto il design gioca un ruolo comunicativo primario: l’attenzione alla proporzione tra luci ed ombre è una chiave interpretativa per rilevare l’essenza del costruito e rivelare gli obiettivi del progettista.

Foto: Simone Ottaviani.

Trattandosi di un’opera privata, l’elemento intrigante è la scelta di comunicazione e materializzazione del rapporto tra l’autore e gli affetti più cari, apparentemente distante. La dualità persona-architettura diventa narrazione visiva della complessità delle relazioni personali assegnando al costruito il ruolo di guida attraverso la varietà delle emozioni umane, da quelle più oscure ed introspettive a quelle più luminose e riconciliative.

Pianta.

L’involucro architettonico si sviluppa su pianta quadrata 4 x 4 m, stessa misura dell’altezza a compimento di un cubo perfetto. Il riferimento dichiarato è il blocco di cava modellato tramite sottrazione del superfluo per dare forma ad un “monumento” esternamente monocromatico caratterizzato unicamente da due ampie aperture da cui prende luce l’unico ambiente. Gli intagli sui setti svolgono un compito cruciale: l’inclinazione della luce solare, intercettando gli spigoli, dà vita ad ombre dalle differenti profondità e proiezioni creando prospetti sempre diversi.

Foto: Simone Ottaviani.

La disposizione dei loculi, unitamente alla pavimentazione, delinea un percorso che invita il visitatore ad esplorare l’angolo nascosto dove si trova la seconda apertura del blocco. L’esposizione del costruito rispetto al percorso del sole regala differenti intensità di luce all’ambiente conformando un contesto sempre diverso a seconda dell’ora di visita e della stagione in corso. L’ingresso e proiezione della luce esalta la finitura in travertino a rivestimento dei loculi ed irradia il colore scuro della pavimentazione effetto basalto, proposta anche su un paramento verticale.

Foto: Simone Ottaviani.

Il progetto sfida il contesto religioso italiano, noto per la sua ricchezza di elementi e decorazioni, promuovendo invece una rivoluzione che restituisca sacralità e centralità al volume ed allo spazio. La scelta di privilegiare l’essenziale onora il valore intellettuale dell’architettura, stimolando i visitatori a spogliarsi delle convenzioni ricercando una contemplazione intima e libera dalla frenesia quotidiana. L’incoraggiamento è riverso ad un viaggio senza tempo, verso il silenzio della spiritualità e della riflessione.

Esploso assonometrico.

Funeral Chapel, Massa d’Albe (L’Aquila)

Sacred White Cube
Designed as a means of deep reflection and expression, cemetery architecture manifests itself through a minimalist style, proposing simplicity of forms and volume. Based on the reduction of elements and the elimination of the superfluous, the project highlights the essence of spirit by imposing the concentration of the visitor on the experience of the visit, completely estranging them from time. In this context, design plays a primary communicative role: attention to the proportion between light and shadow is an interpretative key to detect the essence of the built environment and reveal the goals of the designer.

Foto: Simone Ottaviani.

Being a private work, the intriguing element lies in the choice of communication and materialization of the relationship between the author and the dearest affections, seemingly distant. The duality of person and architecture becomes a visual narrative of the complexity of personal relationships, assigning to the built environment the role of guiding through the variety of human emotions, from the darkest and introspective to the brightest and reconciliatory.

Foto: Simone Ottaviani.

The architectural envelope develops on a square plan of 4 x 4m, the same measure as the height completing a perfect cube. The declared reference is the quarry block modeled through subtraction of the superfluous to shape a externally monochromatic “monument” characterized only by two large openings from which the sole environment takes light. The incisions on the partitions play a crucial role: the inclination of sunlight, intercepting the edges, gives rise to shadows of different depths and projections, creating ever-changing perspectives.

Foto: Simone Ottaviani.

The arrangement of the niches, together with the flooring, delineates a path that invites the visitor to explore the hidden corner where the second opening of the block is located. The exposure of the structure in relation to the path of the sun gives different intensities of light to the environment, shaping a context that is always different depending on the time of visit and the current season. The entrance and projection of light enhance the travertine finish covering the niches and radiate the dark color of the basalt-effect flooring, also proposed on a vertical surface.

Foto: Simone Ottaviani.

The project challenges the Italian religious context, known for its wealth of elements and decorations, instead promoting a revolution that restores sacredness and centrality to volume and space. The choice to privilege the essential honors the intellectual value of architecture, stimulating visitors to strip away conventions and seek intimate contemplation free from daily frenzy. The encouragement is directed towards a timeless journey, towards the silence of spirituality and reflection.

Foto: Simone Ottaviani.