E lucevan le stelle. Lo spazio e la luce della Casa alle Coste
Il progetto per la Casa alle Coste è un progetto cui teniamo particolarmente, perché in esso è contenuta tutta la nostra passione, espressa da tutti quei contenuti in cui crediamo e che riteniamo fondamentali per l’architettura e per il mestiere dell’architetto. A partire dalla sequenza di scelte che crediamo razionali, alle scelte che esprimono intelligibilità, fino al confronto con il luogo e con tutto il mondo della storia dell’architettura.
Ma questo lavoro contiene, direi inevitabilmente, anche quella parte di esperienza personale che attinge alla sfera emotiva e alla personale interpretazione della vita.
Foto: Riccardo Stermieri.
Il lavoro sulla Casa alle Coste è un lavoro importante, almeno per noi, perché costituisce una sorta di “manifesto” sul metodo di lavoro che abbiamo messo a punto e che applichiamo sempre nei nostri progetti. Infatti, abbiamo operato sempre attraverso caratteri di esemplarità e quindi di ripetibilità; caratteri che sono alla base della naturale evoluzione dell’architettura.
Ciò che interessa, prima di tutto, è dare ragione delle scelte operate. Tutte le scelte progettuali tendono ad avere una spiegazione e quando questo non avviene, interviene un’indagine che si spinge, per quanto possibile, nei meandri dello stato emotivo.
Le scelte di progetto quindi sono anzitutto un percorso intelligibile, in altre parole discutibile, con il quale ci si può confrontare su di un piano dialettico.
Planimetria.
Il luogo è molto interessante, proprio perché si trova in uno dei primi rilievi che si staccano per poche decine di metri dalla Pianura Padana, in provincia di Parma, e che formano quella fascia parallela ai grandi segni di costruzione del territorio (il grande fiume Po, la via Emilia, ecc.) che da est a ovest costituiscono quella linea pedemontana che raccoglieva la traccia dei viandanti per condurli verso la strada Francigena nei territori di Borgotaro, attraverso il passo della Cisa per proseguire verso il mare. Ed infatti l’origine di questo luogo dipende da questo tracciato storico, che identifica il punto di fondazione a partire dall’oratorio quattrocentesco dei SS Pietro e Giacomo. Oratorio che a sua volta ha originato un complesso monastico che in tempi diversi, ed in seguito a numerosi rimaneggiamenti, è diventato una corte agricola, rimasta tale fino a tempi recenti, quando versava in precarie condizioni.
Foto: Riccardo Stermieri.
Occorre precisare che al momento delle prime decisioni progettuali, ci è venuta in soccorso la normativa, che impone il mantenimento dei volumi esistenti, insieme alle loro giaciture, volumi che abbiamo identificato come formati dal portico a tutta altezza e dal volume di testa chiuso per il ricovero degli animali.
La normativa vigente ci è venuta in aiuto proprio perché ha dettato le regole della composizione volumetrica, obbligandoci ad un rapporto diretto ed inequivocabile con la preesistenza che ci obbligava a ricercare quelle regole fondamentali che costituivano l’anima di quegli edifici. Regola che in questo caso si trasforma in una vera e propria persistenza, che rimane costante nel tempo, una regola che arriva dalla storia, che viene assunta e confermata nella nuova composizione e che risulta un modo di proseguire quell’esperienza nel lavorare sulla trasformazione degli edifici.
Schizzo di studio.
Una volta stabilita la ragione volumetrica che sta alla base della composizione dell’edificio, abbiamo approfittato di un vecchio nostro riferimento: la trasformazione del casino di Charlottenhoff di Karl Friedrich Schinkel a Postdam.
Ciò che ci interessava recuperare di quella lezione d’architettura era la regola volumetrica. A Postdam Schinkel recupera i volumi preesistenti, aggiornandoli, ma confermandone la regola.
Nella Casa alle Coste abbiamo cercato di recuperare lo stesso metodo di lavoro sulla composizione dei volumi. In questo modo, i volumi preesistenti hanno trovato nuova vita diventando i due volumi che si uniscono nel muro del camino, il quale governa tutta l’altezza del soggiorno e che distribuisce costruendo la scala.
Foto: Riccardo Stermieri.
Ma la cosa più rilevante introdotta da questo progetto è che il volume turrito, la testa della composizione, stabilisce il rapporto con il luogo, che si delinea a lungo raggio, verso sud; o nell’immediato attraverso le aperture verso il giardino in una sequenza di spazi in continuità: cucina – soggiorno – portico – giardino.
Per disegnare lo spazio del soggiorno siamo andati in analogia con un atrio, molto interessante, che troviamo proprio a poche centinaia di metri dalla nostra casa e che si trova all’interno della villa settecentesca che ospita il museo della Magnani Rocca. Si tratta di un atrio, anch’esso a tutta altezza, il cui impaginato prospettico interno è composto da tre finestre al piano terra e tre al piano primo. Tutto intorno a questo grande spazio corre una balconata che sottolinea questo grande volume. Ecco che questa lezione ci sembrava molto interessante proprio perché attraverso questo elemento tipologico si stabilisce il rapporto con il luogo. Infatti, a terra si concretizza il rapporto diretto con il parco, mentre le finestre dell’ordine superiore stabiliscono il rapporto con le colline e con il cielo, quindi con il paesaggio a lungo raggio.
Foto: Riccardo Stermieri.
Cogliendo questa lezione abbiamo cercato di fare lo stesso nella Casa alle Coste, con le relative differenze imposte dalla diversa disposizione planimetrica. Quindi le tre finestre al piano terra dettano la continuità spaziale e di relazione visiva con il portico e con il prato, mentre le finestre rivolte a sud, stabiliscono la relazione con il paesaggio.
Foto: Luca Trascinelli.
Qui nella Casa alle Coste gli ordini finestrati, al piano terra e al piano primo, subiscono una rotazione di 90 gradi, per andare a cogliere gli aspetti determinanti del paesaggio in quel luogo.
Tutto questo spazio a doppia altezza è tenuto in tensione dal muro del camino che sottolinea la terza dimensione dell’invaso del soggiorno. Questo spesso muro, dipinto di blu profondo, mantiene la tensione da terra fino al cielo per darci la possibilità di liberare lo sguardo, attraverso le tre finestre al piano superiore.
Foto: Luca Trascinelli.
La parte emotivamente più importante di questo lavoro si svela quando, entrando nel volume principale, lo sguardo viene attirato dal soffitto blu in continuità cromatica con il muro del camino. E si scopre anche una certa contraddizione in quelle tre finestre rivolte verso sud, di cui dicevamo in precedenza. Finestre che hanno, come funzione principale, quella di guardare verso il cielo, portando all’interno non solo la luce del sole, ma anche il buio della notte. Perché quel soffitto, come si diceva di un blu profondo e polveroso perché fosse adatto ad assorbire la luce, abbiamo voluto decorarlo con delle stelle in foglia d’oro, luccicanti per far scintillare l’idea. Stelle che abbiamo preso in prestito da un bellissimo dipinto di Karl Friedrich Schinkel dal titolo Urano che danza con le stelle. Ecco, Urano ha una Stella importantissima sulla fronte, modello per le nostre stelle, e balla con le muse e tutte le stelle del firmamento in questa danza celeste. Le stelle del soffitto della Casa alle Coste ci aiutano a portare lo sguardo verso il cielo, verso la luce e verso la notte.
In questo progetto si rivela quindi una certa concessione emotiva, stato d’animo cui sembra impossibile sottrarsi, ispirata da una frase di Immanuel Kant, a me particolarmente cara che ho voluto fissare sul muro del camino: “Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente… il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me”. Frase guida, a mio avviso potentissima, da considerare come una mia, personale, dedica al committente.
Questi spazi, in cui il cielo entra accompagnato fino a terra dall’architettura, vorrei che fossero di buon auspicio per la vita che, in questa casa, verrà. In fin dei conti l’architettura serve per fare incontrare le persone e serve per celebrarne la vita. In altre parole credo che l’architettura serva per ricondurre gli dei sulla terra.