L’opera, insieme ad altre realizzate dalle stesse autrici, rappresenta una linea operativa precisa nell’intervento di recupero e valorizzazione di vecchi edifici rurali nel paesaggio del Monferrato. La modalità è quella di una consapevole riscrittura del costruito, che rende coerente le tecniche del restauro con i nuovi innesti e addizioni.
Il rustico oggetto di riforma è la porzione terminale della manica di un caseggiato rurale che ha subito ingenti trasformazioni. Il progetto ritrova il volume originario del manufatto e definisce una teoria ordinata di finestre, che mostra il ritmo degli spazi interni. La storia dell’edificio e delle sue trasformazioni è leggibile nei cambi di materiale e negli sfalsamenti dei piani di facciata interni ed esterni. Negli spazi esterni, una serie di padiglioni e piccoli manufatti caratterizzano le diverse parti del giardino, traducendo la dimensione rurale dell’aia in una scena a cielo aperto rivolta verso l’antico nucleo abitato.

Foto: Matteo Piazza.

Relazione di Progetto
I nostri lavori intrattengono uno stretto dialogo con le esperienze di studio e di ricerca, traendo da esse la convinzione che il progetto possa fondare la sua appropriatezza sulla conoscenza intesa come sintesi e come interpretazione.
Nel lavoro sul patrimonio esistente, il principio dell’immaginazione del nuovo si afferma attraverso la ricerca delle forme originarie, prendendo atto dell’opposizione tra vecchio e nuovo attraverso un consapevole procedimento di riscrittura che definisce nuove relazioni tra sito e tema, tra artificio e natura.

Foto: Matteo Piazza.

L’area di intervento si colloca subito al di fuori del centro storico di Grazzano Badoglio, lungo la via Einaudi. La strada prende inizio dal nucleo abitato e si estende delineando un percorso di crinale con una sequenza di viste sull’antico abitato di Grazzano, denominato Borghetto. La zona è compresa nella Buffer Zone del sito UNESCO denominato “I Paesaggi vitivinicoli del Piemonte Langhe-Roero e Monferrato”, e nella fascia di rispetto della “Strada dei Vini”, dichiarata di notevole interesse pubblico (D.M. 01/08/1985).
Il casale rappresenta l’ultimo edificio di una serie di manufatti rurali che costeggiano via Roma e piegano poi su via Einaudi, definendo un fronte stradale compatto e unitario, che costituisce il limite delle corti interne a uso semi-agricolo. Il rustico oggetto di riforma rappresenta la porzione terminale di una lunga manica di caseggiato rurale disposta secondo una giacitura orientata est-ovest e, in particolare, costituisce la parte più meridionale dell’ala che ha subito nel tempo ingenti modifiche e trasformazioni.

Planivolumetrico.

Il progetto prevede l’eliminazione di tutte le superfetazioni e l’apertura di un ritmo ordinato di finestre sul fronte orientale. Il nuovo partito definito dalle bucature mostra esternamente il ritmo della struttura interna. Vengono privilegiati i principi di conformità alla tradizione locale e di uniformità, cercando di inserire sostanzialmente soltanto due tipologie di aperture: una a porta finestra a due ante per il fronte est e una verticale a una sola anta per il fronte ovest, dove fa eccezione solo la porta di ingresso, collocata su tre gradini in pietra di Luserna.

Foto: Matteo Piazza.

Il fabbricato rustico è realizzato interamente in paramento murario misto, con conci in pietra arenaria tufacea misti a mattoni, con disposizione irregolare. Nei fronti sud e ovest, dove il paramento murario conserva una geometria relativamente regolare, si realizzano opere di restauro che consistono nel mantenimento del materiale a vista. Per quanto riguarda invece il fronte rivolto a est, la sequenza di interventi e modifiche avvenute nel tempo e le differenti tipologie di aperture praticate nel paramento murario hanno reso illeggibile la tessitura materica originale. Considerata la necessità prioritaria di ridare unità a questo fronte, si utilizza qui l’intonaco con finitura in calce idraulica naturale mista a inerti dolomitici, colorata in pasta con effetto non uniforme.

Foto: Matteo Piazza.

Il piano di intonaco dunque riprende il tono di colore del paramento murario a vista, creando un dialogo tra queste due modalità di civile decoro delle facciate. Per quanto riguarda gli spazi interni, il progetto prevede il recupero dei volumi dell’intero fabbricato rurale e il risanamento conservativo dell’intero manufatto, con l’adattamento della distribuzione interna per il recupero di tutti gli ambienti. Per quanto riguarda la sezione, il progetto non implica modifiche ai piani di impalcato interni, né alla sagoma e alla linea di imposta delle falde del tetto, che rimane inalterato. La struttura delle volte viene mantenuta, tranne nella porzione del piano terra oggi destinata a magazzino, dove si sono già verificati crolli. Proprio in questa campata, dove si rende necessaria la demolizione della volta esistente, viene realizzata la nuova scala di collegamento verticale, concentrando in un’unica posizione la discesa alla cantina e la salita al piano primo.

Foto: Matteo Piazza.

Il progetto comprende la completa riconfigurazione del giardino e degli spazi aperti in modo da ricreare un insieme coerente e ristabilire un rapporto chiaro tra il lotto di proprietà così riformato e l’edificio oggetto di ristrutturazione.
L’intervento prende le mosse dalla lettura della topografia del suolo e dal rilievo delle principali relazioni visive e delle visuali panoramiche dell’area. Il disegno di suolo mantiene i rapporti esistenti tra i livelli del terreno, andando a conferire ruoli leggibili alle differenti quote del giardino.
All’interno della proprietà, il percorso di ingresso recupera il dislivello esistente tra la quota di accesso e il piano della casa, attraverso una rampa. Al termine della rampa il percorso piega planimetricamente seguendo l’andamento del fabbricato, costeggiando il fronte occidentale. Il piccolo volume, dove sono collocati, in semi-ipogeo, gli impianti e i servizi della piscina, viene incastonato nella sponda del terreno, in modo che la sua copertura risulti in continuità con il piano superiore del giardino. Il piano di copertura del vano tecnico, infatti, viene lastricato in pietra, costituendo così la prosecuzione lineare del parterre superiore. Sopra questo piano in pietra viene realizzato il nuovo berceau, che si colloca così nel punto baricentrico del sistema di relazioni visive che è alla base del progetto degli spazi esterni; da questo punto infatti si ha la visuale privilegiata, aperta verso le due vallate a est e a ovest della proprietà. Accanto al locale tecnico viene realizzata la scala che collega le due quote: quella del percorso d’ingresso e quella del piano alto della piscina. Alla quota superiore, difatti, viene realizzato lo scavo per la vasca della piscina, accanto al pruno esistente, lasciando così la visuale libera e priva di interruzioni.

Foto: Matteo Piazza.

Dall’altro lato del casale, l’area oggetto di intervento è costituita da un terreno che presenta una prima parte pianeggiante, mentre poi scende abbassandosi di quota e inserendosi tra le due proprietà confinanti.
Qui il progetto lavora aprendo il canale visivo centrale verso l’antico borgo di Grazzano, definendo l’estensione del piano orizzontale con due nuovi elementi: il primo, verso nord, riprende esattamente il sedime della preesistente tettoia demolita di cui viene mantenuto il muro perimetrale, ripiegandone la linea, a formare una seduta che delimita la pavimentazione esterna in lastre di Luserna; il secondo è un piccolo padiglione in pietra locale e legno, con tetto a falde in coppi, che segna il margine del piano trattato a prato e l’inizio del bordo di grossi arbusti, che fa da limite rispetto al lotto confinante verso sud.
Questi due nuovi elementi, insieme al berceau della piscina, tracciano il sistema di triangolazioni sui cui si fonda il disegno dell’intero intervento: una grande scena aperta sulla valle verso il borgo, che enfatizza il ruolo del corpo lungo e stretto del casale esistente, come fondale continuo e regolare.

Testo di Carlotta Torricelli

Foto: Matteo Piazza.