House for Trees. Architect: Vo Trong Nghia Architects. Location: Ho Chi Minh City, Vietnam. Status: Built (2014). Photo: Hiroyuki Oki.
Sicuramente interessante il tentativo di suddividere i 74 progetti presentati nel volume in 5 macrocategorie concettuali che riassumono le tendenze contemporanee della progettazione del verde, o meglio, mostrano le principali dinamiche in corso di sviluppo nel rapporto natura-uomo-città. Si tratta di progetti recenti, molti realizzati dal 2000 ad oggi, altri presenti a livello di concept da applicare in un futuro nemmeno troppo distante. I capitoli, approfonditi di seguito, sono più strumentali a una descrizione di quali siano effettivamente le riflessioni e i processi più significativi in corso in questo campo, che a tracciare una vera demarcazione tra opere, le quali, a ben vedere, contengono fusi al loro interno molteplici livelli di lettura.
White Walls – Tower 25. Architect: Jean Nouvel with Takis Sophocleous Architects. Location: Nicosia, Cyprus. Status: Built (2015). Programme: housing, offices, retail. Photo: Courtesy Ateliers Jean Nouvel.
1. Fusion
Oggi la natura all’interno di edifici e spazi antropici non è più solo un abbellimento, ma uno strumento da utilizzare in risposta a specifici problemi (ridurre l’inquinamento, migliorare gli aspetti climatici, ridurre l’impronta ecologica del manufatto). La vegetazione viene incorporata nelle opere, non semplicemente appoggiata o utilizzata come un riempimento. Vengono cioè previsti appositi spazi per ospitare una vita vegetale o animale. Tale pratica dà luogo a nuove forme di ibridazione tra architettura e natura.
2. Expansion
I nuovi progetti non cercano di ricordare o suggerire la natura, ma di creare un’esperienza sensoriale autentica utilizzando il suo stesso vocabolario, colonizzando nuovi e inaspettati luoghi urbani, come garage, strade sotterranee, ponti, spazi residuali o sottoutilizzati. Gli scenari più radicali immaginano la presenza della vegetazione persino nelle basi sottomarine.
Chamber of Commerce and Industry. Architect: Chartier-Corbasson Architects. Location: Amiens, France. Status: Built (2012). Programme: offices, auditorium and event space. Photo: Courtesy Chartier-Corbasson Architectes.
3. Coexistence
In molti esempi persone e piante convivono a stretto contatto nello stesso spazio: la vegetazione affianca le attività umane e le arricchisce del suo potenziale psicologico e funzionale Questa pratica sempre più diffusa fa sì che il limite tra spazio interno ed esterno, tra architettura e paesaggio sia sempre più poroso e nebuloso.
4. Performance
Il verde è spesso fattore “scientifico” e funzionale: la presenza di elementi naturali è finalizzata al miglioramento dei fattori bioclimatici, all’aumento della biodiversità, al miglioramento della qualità di aria e acqua, alla fitodepurazione, alla controllo delle acque. Sotto la categoria “verde funzionale” rientra a pieno titolo l’agricoltura urbana, con numerosi esempi di coltivazione di molteplici tipologie di superfici e volumi delle nostre città contemporanee – coperture, facciate, balconi, contenitori sospesi all’interno delle stanze…
The Lowline. Architects: James Radsey/Raad Studio, Mathews Nielsen, John Mini Distinctive Landscapes. Location: New York, NY. Status: ongoing (scheduled opening 2020).
5. Fusion 2.0
Nell’ultima sezione del libro, si immaginano avveniristici scenari attraverso progetti da realizzare in un futuro più o meno prossimo. Nei prossimi anni probabilmente la bio-integrazione sarà protagonista: edifici come organismi viventi che imitano i processi naturali, che producono energia al posto di consumarla, che trasformano rifiuti in risorse. Inoltre vi sarà una stretta relazione tra digitale e naturale. Quasi in chiusura, viene proposto il suggestivo progetto di “ambulanze ambientali”: giardini sospesi su dirigibili (il rimando alla Instant City degli Archigram è immediato) in grado di soccorrere con ossigeno, ombra, vegetali edibili le carenze delle nostre città soffocanti e carenti di spazi verdi.
Paris Smart City 2050. Architect: Vincent Callebaut Architectures. Location: Paris, France. Status: prospective research studies (2014-15). Programme: eight prototypes of positive-energy towers based on historical, modern and new construction. Photo: Courtesy Vincent Callebaut Architectures.
La pubblicazione, attraverso i suoi numerosi e suggestivi progetti, riesce a far emergere numerose domande cruciali per la fase che stiamo vivendo: quali ripercussioni funzionali, estetiche ed umane avrà l’attuale processo di fusione tra natura ed architettura? Come sta cambiando la nostra modalità di fruizione dei parchi? E quali nuovi tipi di parchi stiamo prefigurando? Come si stanno trasformando le città? Questioni cui non è semplice rispondere, ma che presuppongono un cambio di paradigma già in corso e che la paesaggista Diana Balmori aveva perfettamente sintetizzato nella frase: “It is not a matter of putting nature into the city. The city itself has to work like nature”.