L’uomo vuol farsi un alloggio che lo copra senza seppellirlo. Alcuni rami tagliati nel bosco sono i materiali adatti al suo disegno. Egli ne sceglie quattro dei più forti, e li rizza perpendicolarmente, disponendoli in quadrato. Sopra ne dispone altri quattro di traverso; e su questi altri inclinati a spiovente, che si riuniscono a punta nel mezzo. Questa specie di tetto è coperta di foglie abbastanza fitte perché né sole né la pioggia possano penetrare; ed ecco l’uomo sistemato.”
Marc-Antoine Laugier, Essai sur l’architecture, 1753 (tr. it. Saggio sull’Architettura, Aesthetica Ed., 1987).

Il panorama dell’architettura oggi è multiforme riguardo al tema della copertura degli edifici, forse uno dei più complessi sistemi dell’edificio stesso. Le coperture possono avere molteplici classificazioni, assegnate ad esempio sulla base della continuità dello strato di tenuta all’acqua, dal comportamento termo-igrometrico, dal grado di accessibilità e dalle caratteristiche di forma e funzione. Molteplici sono anche i materiali a disposizione dei progettisti per la sua realizzazione, variabili a seconda della tipologia di copertura (piana o a falde) e alla funzione che ospita (luogo di relazione sociale, come le coperture verdi-tetto giardino, o semplice superficie ispezionabile per manutenzione).
Le coperture in laterizio sono parte della nostra tradizione costruttiva, già impiegate dalle civiltà mediterranee, in particolare dai romani, che utilizzavano la tegula per proteggere gli spazi dalle infiltrazioni di acqua posizionandola nel tectum, soluzione costruttiva per la chiusura superiore di edifici civili e sacri. L’argilla è un materiale facile da plasmare e le pratiche di lavorazione tradizionali prevedevano una modellazione degli elementi in laterizio in due forme semplici: la forma coppata, ottenuta da una galletta di argilla umida che veniva appoggiata e pressata sulla coscia dell’artigiano, assumendone così la sagoma, e la forma piatta, ottenuta da una galletta tagliata che non subiva ulteriori lavorazioni prima dell’essicazione in piano e la cottura. Oggi le tecnologie di produzione industriale permettono la realizzazione di forme più complesse per gli elementi in laterizio dei manti di copertura, per le quali sono stati studiati i singoli particolari, come gli incastri atti ad agevolare la posa in opera da parte delle maestranze o agli arrotondamenti sui bordi che migliorano lo scorrimento dell’acqua.

Ma quali aspetti guidano nella scelta degli elementi per la realizzazione di una copertura in laterizio?
Il colore potrebbe influenzare la scelta del progettista verso uno specifico elemento di copertura. Esso deve essere opzionato sulla base di differenti fattori, come l’integrazione della copertura nel paesaggio circostante (urbano o antropizzato), allo stile architettonico dell’edificio in cui si inserisce, all’accostamento con i materiali utilizzati per la costruzione del fabbricato e al confronto con gli edifici attigui. Il prodotto in laterizio potrebbe essere caratterizzato da toni “naturali”, che riguardano tutte le sfumature del rosso e del rosato, o da colori “tradizionali”, ottenuti dalla miscelazione di paste e pigmenti appositamente pensate per realizzare un manto di copertura dall’aspetto “vissuto”, utile negli interventi di riqualificazione o ripristino di una copertura inserita in un contesto storico, rustico e/o vincolato; infine, gli elementi in laterizio possono anche essere colorati con tonalità “moderne”, con la possibilità quindi di poter scegliere tra differenti gamme cromatiche.
Inoltre, il colore diviene un elemento importante nella scelta del manto di copertura poiché ad esso sono legate le proprietà radiative degli elementi del manto e quindi le proprietà di riflettanza (R), emissività e l’indice SRI (Solar Reflectance Index), proprietà sottoposte a specifiche verifiche richieste dalla legislazione cogente. Ad esempio, l’indice di riflettanza solare, che si misura in scala 0-100, esprime la capacità del materiale colorato di riflettere la radiazione solare e la capacità di emettere la radiazione solare assorbita come radiazione termica. Ecco quindi che tegole e coppi di colore scuro presentano un indice più penalizzante rispetto a elementi di copertura chiari e per questo motivo, nel caso la scelta del progettista ricada su tegole nere, o comunque scure, è consigliato prevedere una maggiore ventilazione della copertura o una climatizzazione passiva.

Anche la modalità di posa in opera potrebbe influenzare la scelta del prodotto per la realizzazione del manto di copertura. La posa degli elementi in laterizio prevede passaggi precisi e attenti da parte delle maestranze, in modo da ottenere un risultato conforme alla UNI 9460:2008 (Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione delle coperture discontinue realizzate in laterizio o cls). Tuttavia, la possibilità di avere famiglie di prodotti eterogenei e completi permette al progettista di affrontare senza ulteriori problematiche la fase di posa in opera degli elementi.
Terreal Italia propone differenti soluzioni di colore e forme di tegole e coppi per la realizzazione di molteplici soluzioni di copertura in laterizio; i suoi prodotti possono essere legati alla forma coppata della tradizione (come la tegola portoghese, marsigliese o i coppi sardi, piemontesi e veneti) o alla forma piatta (come il prodotto Volnay, Kapstadr o Heildeberg) dalla rapida posa in opera.
Durante la realizzazione di una copertura in laterizio, l’uniformità dei materiali utilizzati per la realizzazione del manto deve essere rispettata, anche se a cause di alcune consuetudini costruttive legate alla prassi comune (per velocità di posa e per tradizione delle maestranze), a volte si scelgono differenti materiali senza utilizzare accessori idonei creati per garantire alte prestazioni e agevolare il fissaggio (ad esempio, la linea di colmo, fissata con la malta, potrebbe essere realizzata con materiali non abbinati alla tegola dal punto di vista cromatico).
Una possibile soluzione potrebbe essere l’impiego del kit colmo ventilato di Terreal Italia per la realizzazione del colmo nelle coperture ventilate, utilizzando un unico corpo in acciaio microforato e una bandella plissettata da mettere in aderenza alle tegole; a questo si aggiunge poi l’utilizzo della guaina Poli Roll 390, in un rotolo semi-rigido dotato di bandella plissettata con nastro butilico, e i ganci per le due tipologie di tegole di colmo (i ganci ferma Copponi e i ganci ferma Colmi Correnti).
Per supportare la progettazione consapevole delle coperture in laterizio ad alte prestazioni termiche (vedi articolo Coperture ventilate: accessori dedicati e funzionali), Terreal Italia propone ai progettisti quattro possibili soluzioni costruttive, illustrando i materiali che compongono la stratigrafia dell’elemento di copertura.

Soluzione 1 Terreal Italia per coperture ventilate.
Legenda: 1. Travetti in legno a T (9 x 9 cm); 2. Tavelle in cotto; 3. Membrana freno a vapore Dry tex; 4. Soletta collaborante in cls (8 cm); 5. Pannello isolante in EPS Isotile Grafit (14 – 16 – 18 cm) ricoperto da uno strato di alluminio goffrato e con listello fissa-tegola listello tegola; 6. Tegole Coppo SanMarco Evo color Adige; 7. Aeratore con griglia; 8. Colmo ventilato Terreal; 9. Griglia ventilata; 10. Linea vita.

La soluzione 1 analizza una copertura ventilata ipotizzando una struttura portante sottostante in travi di legno, su cui appoggiano delle tavelle in cotto. Le tavelle sono poi rivestite da una membrana freno a vapore, i cui bordi sono fissati con nastro butilico atto a proteggere lo strato di laterizio dalla soletta collaborante in calcestruzzo gettato in opera. Lo strato di isolamento termico in EPS (dallo spessore variabile), ricoperto da uno strato di alluminio goffrato, diviene la superficie di supporto per l’aggancio del listello fissa-tegola in acciaio zincato con trama forata, il cui scopo è favorire la ventilazione dell’intercapedine. Il manto di copertura è poi realizzato mediante tegole e coppi Terral Italia, al quale possono essere associati i componenti strategici e funzionali (come gli aeratori, i ferma-neve, i ganci di fissaggio, la griglia di aerazione e il kit salva vita). Il kit colmo di SanMarco completa la linea di colmo della copertura, favorendo una corretta e costante ventilazione dell’intercapedine d’aria.

Soluzione 2 Terreal Italia per coperture ventilate.
Legenda: 1. Intonaco; 2. Solaio in laterocemento (20 cm +4 cm); 3. Membrana freno a vapore Dry tex; 4. Pannello isolante in EPS + OSB (14 – 16 – 18 cm); 5. Membrana traspirante impermeabile Wind tex; 6. Listello a “U” per fissaggio Tegole; 7. Tegole Novocoppo PICA color nero; 8. Aeratore con griglia; 9. Colmo ventilato Terreal; 10. Griglia ventilata; 11. Linea vita.

La soluzione 2 di Terreal Italia analizza una copertura ventilata a partire da una struttura portante in laterocemento. La superficie è rivestita mediante una membrana freno a vapore (fissata con nastro butilico) sormontata da un pannello isolante in EPS caratterizzato da scanalature che, sormontate da un pannello OSB (con certificazione PSV – plastica seconda vita), permette una prima ventilazione. Lo strato superiore del pannello isolante + OSB viene poi sormontato da una membrana impermeabile e traspirante, anch’essa fissata con nastro butilico, sulla quale vengono ancorati i listelli fissa-tegola micro forati, il cui spessore permette una seconda ventilazione della copertura.

Soluzione 3 Terreal Italia per coperture ventilate.
Legenda: 1. Intonaco; 2. Solaio in laterocemento (20 + 4 cm); 3. Membrana freno vapore Dry tex; 4. Isolante in lana di roccia (16 – 18 – 20 cm); 5. Montanti verticali in legno fissati con “L” in metallo; 6. Membrana traspirante impermeabile Wind tex; 7. Listelli in legno per fissaggio membrana traspirante; 8. Listelli in legno per fissaggio tegole (ventilazione); 9. Tegole Volnay color nero; 10. Aeratore con griglia.

Soluzioni differenti sono invece proposte per le coperture in continuità con le pareti esterne dell’edificio, il cui rivestimento è realizzato mediante tegole piane o listelli in cotto a pasta molle. Nella soluzione 3, il sistema di isolamento e di rivestimento esterno è montato su di un sistema a secco (ligneo o metallico) a scomparsa. Dopo aver posizionato la membrana a freno vapore e uno strato di isolante minerale, la superficie della copertura e della parete viene ricoperta da una membrana impermeabile e traspirante, sui cui è posizionata una seconda orditura a secco (lignea o metallica) che garantisce la corretta ventilazione dell’intercapedine. La soluzione prevede una continuità con la parete verticale, grazie all’utilizzo di tegole piane in copertura e in facciata, creando così un unico involucro dell’edificio.

Soluzione 4 Terreal Italia per coperture ventilate.
Legenda: 1. Intonaco; 2. Solaio in laterocemento (20+4 cm); 3. Membrana freno a vapore Dry texMembrana tex; 4. Pannello isolante in EPS + OBS (14 – 16 – 18 cm); 5. Membrana traspirante impermeabile Wind tex; 6. Lastra metallica grecata; 7. Angolare rompitratta; 8. Membrana in geocomposito per drenaggio planare; 9. Listelli Linea Classico SanMarco colore giallo (25 x 5 x 5,5 cm).

Nel caso il rivestimento esterno fosse realizzato in listelli in cotto a pasta molle (soluzione 4), una lamiera grecata metallica viene posizionata dopo lo strato isolante in EPS e rivestita da una rete tridimensionale per consentire la dilatazione termica dei materiali senza problematiche, assorbire i rumori e asciugare più rapidamente il materiale di copertura in terracotta. In questo sistema la ventilazione è innescata nella linea di gronda dalle fessure di recupero dell’acqua piovana, diffusa attraverso le nervature della lamiera grecata, fino a sfociare nella linea di colmo.

Differenti colori, materiali, texture, modalità di posa in opera e possibilità di assemblaggio sono caratteristiche delle coperture in laterizio analizzate da Terreal Italia nelle soluzioni proposte ai progettisti, grazie ad una gamma di prodotti che possono fornire differenti possibilità progettuali.