“Il settore delle costruzioni incide con una percentuale consistente sulle emissioni in atmosfera e sul consumo di energia. Ed è per questo che costruire in modo sostenibile è una scelta urgente che tutti dovremmo fare consapevolmente per contrastare la crisi climatica. È un tema molto delicato e difficile che si scontra anche con abitudini costruttive ancora oggi radicate a metodi e materiali tradizionali, energeticamente non performanti e non sostenibili”.
Con queste parole sull’importanza della sostenibilità ambientale nel settore delle costruzioni, il libro Costruire sostenibile con la canapa ci pone davanti ad una delle più grandi sfide del nostro tempo, la lotta al “cambiamento climatico”. Questa prende forma attraverso una nuova attenzione rispetto ai materiali dell’edilizia e alle tecnologie costruttive, che insieme devono essere in grado di minimizzare i consumi di energia e di materiali, massimizzando il benessere abitativo nel rispetto dell’ambiente.
“Fra i tanti prodotti oggi a disposizione nel campo dell’edilizia, la canapa è un materiale naturale e sostenibile che si distingue per avere molti lati positivi dal punto di vista della riduzione degli impatti sull’ambiente”.
Partendo dalle origini, con approfondimenti della conoscenza della canapa nel mondo delle costruzioni e in altri settori da parte dell’uomo, il libro illustra gli svariati usi della pianta in campo industriale, artigianale e della bioedilizia, descrivendone gli sviluppi e le applicazioni nell’odierno settore delle costruzioni.
L’uso della canapa nell’edilizia italiana risale agli anni ’80 del secolo scorso, con la promulgazione di normative atte a ridurre i consumi energetici attraverso l’utilizzo di materiali isolanti ad alte prestazioni, tra cui i pannelli in fibra di canapa. Nei primi anni 2000, grazie al significativo contributo di alcuni artigiani, il vero potenziale della canapa nel settore delle costruzioni viene riscoperto, promuovendo molteplici tipologie di impasto e leganti a basso impatto ambientale e sviluppando nuove tecniche costruttive. Contemporaneamente in UE vengono promosse attività di studio e ricerca in cui l’obiettivo è la comprensione di come la canapa possa apportare benefici all’impronta ambientale dell’edilizia grazie all’azione di stoccaggio della CO2 per la riduzione dei consumi energetici durante le fasi del ciclo di vita del materiale e dell’edificio.
Da destra: termo-intonaco, intonaco e pittura di finitura (www.bancadellacalce.it).
Molteplici sono i prodotti in canapa presenti nel mercato italiano dell’edilizia. Tra i principali annoveriamo i manufatti da costruzioni prodotti in stabilimento (quali blocchi, pannelli e lastre), i materiali confezionati in opera o preconfezionati (quali conglomerati, malte, intonaci e materiali aggregati) e pitture di finitura.
Questi prodotti incontrano gli obiettivi della sostenibilità ambientale essendo (1) realizzati da fonti naturali rinnovabili, che possono essere utilizzate a sostituzione di prodotti sintetici di origine fossile (quindi non rinnovabili), (2) caratterizzati da un elevato contenuto di carbonio stoccato al proprio interno durante la vita della pianta e (3) realizzati minimizzando gli scarti durante la fase di produzione, a favore di un’economia circolare del prodotto, oggi importante obiettivo di produttori e consumatori su scala globale.
Blocchi per l’edilizia in canapulo e calce (www.edilcanapasrl.it).
Le potenzialità tecniche e di riduzione degli impatti ambientali della canapa nel settore edile sono messi in evidenza da numerosi studi internazionali. Alcuni studi focalizzano l’attenzione sull’analisi del ciclo di vita (metodologia Life Cycle Assessment – LCA) dei prodotti, la quale è utilizzata come strumento di valutazione della sostenibilità ambientale considerando tutte le fasi produttive dei materiali, di trasporto, di messa in opera, di manutenzione e di smaltimento al termine della vita utile. Basandosi sulla recente letteratura scientifica e sulle ricerche condotte da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e dal Politecnico di Milano, si stima per i prodotti calce-canapulo una capacità di sottrazione della CO2 al mq compresa in un range di -59,60 e -26,01 kgCO2 equivalente. Nel segno negativo degli impatti ambientali associati ai prodotti in canapa troviamo il beneficio ambientale legato al sequestro attivo di carbonio da parte della pianta durante la fase di crescita e la conseguente compensazione degli impatti legati alla produzione dei manufatti.
Frontini Terrana Architects, Casa S, Serradifalco (Caltanissetta), 2016-18.
La seconda parte del libro illustra un repertorio di progetti e realizzazioni italiane di nuovi edifici, risanamenti e ristrutturazioni caratterizzati dall’uso di varie tipologie di materiali a base di canapa. Disegni architettonici e dettagli tecnologici dei nodi costruttivi illustrano in modo accurato il progetto e la stratigrafia dei componenti costruttivi realizzati con prodotti in calce-canapa, accompagnati da un testo dettagliato in grado di spiegare al lettore il percorso progettuale e gli obiettivi di sostenibilità fissati da progettisti e committenti.
MdAA architetti associati, Edificio Soter, Lecce, 2014-18. Foto: Simone Bossi.
Il primo edificio in “calce e canapa” nasce nel 2010, a San Matteo Decima (Bologna), sulla richiesta dei committenti di realizzare una “casa naturale” e in grado di “consumare poca energia”. Sugli stessi princìpi si basano altre costruzioni ex novo, che si pongono non solo l’obiettivo di utilizzare materiali ottenuti da fonti rinnovabili, ma anche la volontà di realizzare edifici ad elevate prestazioni energetiche in grado di garantire un elevato comfort degli ambienti interni sia in inverno sia in estate. A questo bisogna aggiungere il calcolo dell’impronta ambientale dell’edificio, che, utilizzando materiali a base di canapa, presenta un bilancio di CO2 negativo per molti anni (circa 35-40) dopo il termine della realizzazione, ossia le emissioni di carbonio in atmosfera prodotte durante la fase di uso dell’edificio risultano inferiori a quelle “stoccate” nei materiali dei componenti costruttivi.
Pedone Working, Case di luce, Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), 2010-16. Foto: Sergio Campione.
La canapa si configura come un prodotto davvero interessante per la bioedilizia contemporanea, in particolare per i risvolti positivi che può avere sull’ambiente e sull’economia, essendo in grado di “favorire la nascita di nuove filiere, incentivate anche da leggi nazionali”. E proprio i prodotti composti da materiali naturali, a basso impatto ambientali e con elevato contenuto di riciclato, come i prodotti a base di canapa, trovano un ampio spazio nei nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM), adottati dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare nel nuovo Codice dei contratti, e dei protocolli ambientali per edifici (quali LEED, BREEAM, DGNB, ecc.).
Negli ultimi anni si è diffusa una maggiore consapevolezza e sensibilità verso l’utilizzo dei materiali naturali e a basso impatto ambientale nel settore delle costruzioni, guardando all’edilizia come un settore che può davvero essere rispettoso dell’ambiente circostante. Anche se la legislazione italiana muove ancora piccoli passi verso il sostegno delle filiere della canapa, a livello regionale si attivano leggi per la promozione della coltivazione, la trasformazione e la commercializzazione della canapa e dei suoi prodotti.
“Servono però una divulgazione della conoscenza e una spinta di sensibilizzazione verso i temi ambientali”; questo è l’obiettivo che si pone il libro, divenendo un contenitore ricco di informazioni che ci spingono a riflettere sull’utilizzo dei materiali naturali in edilizia e sulle tematiche ambientali che oggi, come progettisti del domani, siamo chiamati a considerare nei nostri progetti.