Il volume è il terzo della serie che riguarda l’impegno promesso per il “rammendo” delle periferie dal senatore Renzo Piano, da quando è stato nominato Senatore a vita nel 2013.
Di questa edizione, che è diversa dalle precedenti, la curatrice è ricercatrice a Padova sui temi della rigenerazione urbana ed è stata vincitrice del “Renzo Piano World Tour”.
G124 prende il nome dalla stanza di Palazzo Giustiniani, assegnata a Piano per la sua permanenza al Senato.
A differenza delle altre due ricerche, che hanno riguardato nel 2015 il Giambellino a Milano e nel 2017 Marghera a Venezia, questo nuovo lavoro è stato affidato a dodici giovani borsisti delle Università di Milano (Politecnico), Padova, Roma (La Sapienza), Siracusa, guidati da Raffaella Neri, Edoardo Narne, Pisana Posocco, Bruno Messina, con il ruolo di tutor, coordinatori scientifici dei rispettivi progetti. Piano ha indicato loro trentatre punti programmatici, su temi quali l’espansione delle città, il verde, gli orti urbani, i micro cantieri, l’auto costruzione, il trasporto, i parcheggi, l’adeguamento energetico, i processi partecipativi, la solidarietà, lo sport, la musica, la scuola, l’abusivismo, le aree da dismettere, l’illuminazione.
Milano. L’atrio della nuova Casa di quartiere. Foto: Alessandro Lana.
Per Milano è stato scelto un luogo, una ex scuola in via Ciriè, da trasformare in Casa di Quartiere, a disposizione di tutti (vedi l’articolo pubblicato su weArch). È stata analizzata l’espansione periferica cittadina e in particolare il quartiere di Niguarda, ove essa sorge con grandi strutture, come l’ospedale, qui costruito alla fine degli anni ’30 e da cui ha preso il nome; la Caserma Mameli in attesa di riqualificazione; la Manifattura Tabacchi, riconvertita in Museo del Cinema; l’Archivio comunale.
Poi è stato ipotizzato il rinnovamento dei corpi della struttura scolastica esistente, le aule, la palestra, il giardino, riprogettandone gli spazi collettivi, per dare loro maggiore risalto e riconoscibilità e condividendone con gli abitanti l’attuabilità, per renderla laboratorio di molteplici attività comunitarie.
Padova. Il corridoio trasformato da luogo di passaggio a luogo di racconto. Foto: borsisti G124.
A Padova l’intervento ha riguardato il quartiere multietnico dell’Arcella, mirando alla valorizzazione di alcuni luoghi come centri di aggregazione.
La proposta si è sviluppata in tre atti: con le ipotesi di rifunzionalizzazione di alcuni ambienti della Parrocchia di San Carlo; con l’analisi sociologica e l’ascolto della popolazione dell’Ansa di Borgomagno; con la progettazione di un intervento nello spazio antistante il Central Park multipiano, per renderlo cerniera infrastrutturale e luogo di socializzazione, dotato di una sala civica sopraelevata, una piazza arredata e protetta, un parcheggio e laboratorio bici custodito.
Roma. Il “cuore” della casa, che raccoglie le funzioni principali del modulo M.A.MA. Foto: Alessandro Lana.
A Roma ci si è concentrati sul Carcere di Rebibbia con la proposta del M.A.MA., ovvero il Modulo per l’Affettività e la Maternità, luogo di incontro tra madri e famiglie, al servizio dei detenuti e delle detenute, realizzato grazie alla sinergia e alla collaborazione con aziende private e enti pubblici, tra cui il Diap, Dipartimento di architettura de La Sapienza, e il DAP, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il modulo è un’entità minima abitabile in legno di 28 mq, un volume compatto che rimanda alla forma iconica della casa tradizionale.
Siracusa. La seduta collocata nei pressi dell’accesso alla piattaforma di balneazione. Foto: borsisti G124.
A Siracusa l’area di progetto è il quartiere Mazzarona, caratterizzato da caseggiati di edilizia popolare degli anni ’70. È stato impostato un processo partecipativo che ha coinvolto i cittadini e le istituzioni locali; sono stati aperti tre micro cantieri e programmato un piano a scala urbana, con una visione a medio e lungo termine, articolato in azioni focalizzate sugli spazi aperti, sulle attrezzature, sulla mobilità e sulla residenza.
Un micro cantiere ha riguardato il collegamento con la pista ciclabile realizzata sul sedime del tracciato ferroviario; un altro l’allestimento di un ambiente di incontro e di presidio per la circoscrizione di quartiere; l’ultimo la sistemazione di un campo da calcetto con la costruzione di una tribuna in legno.