Questo progetto ha avuto due fasi di realizzazione: la prima nel 2010 ha riguardato il giardino intorno al casale, la seconda, nel 2018, la realizzazione della piscina e del parco agricolo nel resto della tenuta.
Nel giardino sono state usate piante mediterranee: la tavolozza del colore delle fioriture si muove all’interno di un’alternanza di texture grigie e verde scuro. Tra i rosmarini e i Teucrium spuntano i fiori delle rose Chinensis mutabilis, della Verbena bonariensis e della Gaura lindhemeri.
Anche il forno, in pietra locale, è immerso in un gruppo di corbezzoli, mirti, rose, un grande fico e piante aromatiche.
Foto: ©Marta Fegiz. (cliccare sull’immagine per consultare la galleria fotografica)
La ginestra è stata usata per delimitare lo sguardo tra il giardino e la campagna circostante.
Per la piscina a sfioro è stata usata la pietra in modo che l’acqua abbia un colore naturale.
Tra la piscina e il forno si distendono sparpagliate le casse dell’orto, realizzate con pali di castagno, che aprono verso il viale del parco punteggiato di cipressi immersi nell’oro della Stipa tenuifolia e della Calamagrostis Karl Foerster.
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Nel parco le dinamiche naturali, mutazioni vegetali e temporali, si muovono all’interno di una drammaturgia spaziale molto definita, quasi un’astrazione dello spazio dove la statica del rigore geometrico è rotta dall’inserimento di volumi fuori scala, dall’uso deciso del colore, e soprattutto dall’uso di una vegetazione “espolsa” usata in masse nel contrasto tra volume, texture e colore.
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Il progetto è un “ordito” di linee, griglie e giaciture che si muovono articolando le forme del suolo.
Dal centro del grande ovale, punto più alto nella tenuta, si dipartono linee concentriche che assecondano le curve di livello, tagliate dai viali di cipressi che a loro volta delimitano le differenti zone di coltura, vigna e frutteto, contornate dall’uliveto.
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L’ovale è “una piazza”, un belvedere dove ci si raccoglie a guardare il mare contenuti in una massa dinamica di sinuose masse di graminacee che ondeggiano al minimo alito di vento, catturando i riflessi della luce e trasformandosi in autunno in una massa rosso bronzea. Il rosa leggero e soffice della Muhlenbergia capillaris si staglia sull’oro delle Calamagrostis. Tra i Pennisetum alopecuroides, i Miscanthus sinensis gracillimus e i fiori della Gaura lindhemeri si insinuano i viali, anch’essi concentrici, con i cipressi immersi nella Stipa tenuifolia.
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