Burle Marx. Paraísos inventados è il volume che accompagna l’omonima esposizione organizzata da Almeida e Dale, galleria d’arte con sede a Rio de Janeiro, sull’opera del grande paesaggista brasiliano Roberto Burle Marx (1909-1994).
La mostra, realizzata nell’ottobre 2020, risulta tuttora visibile virtualmente, previa entrata nella Viewing Room della galleria (qui) e successiva registrazione (ndr: non è necessario fornire anche l’autorizzazione a ricevere la newsletter).

Terraço Jardim do Ministério da Educação e Saúde (MES, atual Palácio Capanema) / Terrace Garden of the Ministry of Education and Health – current Capanema Palace, 1938, guache sobre papel, 52 × 105,5 cm, dimensões totais: 60 × 115 cm. Acervo Instituto Burle Marx.

L’intero apparato espositivo di Rio – numerosi quadri originali, foto e modelli dei suoi famosi giardini e parchi, alcuni gioielli realizzati da questo poliedrico artista – è stato raccolto in una pubblicazione a colori di 130 pagine, bilingue (in portoghese e inglese), scaricabile gratuitamente qui.

Perspectiva do Parque do Flamengo, Rio de Janeiro / Perspective of Flamengo’s Park, Rio de Janeiro, 1961, grafite sobre papel-manteiga, 49,5 × 70,5 cm. Acervo Instituto Burle Marx.

La parte testuale del volume presenta l’introduzione di Isabela Ono – direttrice dell’Istituto Burle Marx, fondato nel 2019 per preservare e diffondere l’importante collezione dell’artista brasiliano –, un esaustivo testo, intitolato Paraísos inventados/ Recreated Paradises, del curatore della mostra, l’architetto Ghilherme Wisnik, e due interessanti scritti di Burle Marx, Conceitos de composiçāo em paisagismo (1954) e Jardim e ecologia (1967), pubblicati anche in inglese. Inoltre, una approfondita Cronologia ripercorre tutto il suo lungo percorso professionale.

Residência / residence Burton & Emily Hall, Tremaine – Santa Barbara, Califórnia, 1948, pintura automotiva sobre aglomerado de madeira, 98,7 × 142,6 cm. Acervo Instituto Burle Marx.

Il libro ci restituisce la figura di un’artista eterogeneo, che attraversa mezzi espressivi diversi. Paesaggista e pittore, ma anche scultore, designer di gioielli e ceramista. Burle Marx, evocando le arti plastiche, compone i giardini con l’utilizzo di forme, trame, colori, volumi e ombre.

Banco Safra, edifíco-sede em São Paulo / Safra Bank headquarters building in SP, 1983, guache sobre papel, 81 × 99,5 cm. Acervo Instituto Burle Marx.

Ghilherme Wisnik descrive la sua opera con queste parole: “Se la sua pittura è più astratta che naturalistica, i suoi giardini sono più costruiti che spontanei, sebbene le forme curve e ameboidi dei loro contorni possano suggerire il contrario. Sono giardini pittorici, realizzati con trame contrastanti e grandi macchie di colore piatto. In essi, gli arabeschi ondulati delle linee di contorno contrastano con la qualità ruvida e ispida delle specie vegetali, quasi sempre un po’ docili al contatto”.

c. 1961. Roberto Burle Marx no [at] Sítio Santo Antônio da Bica, atual [today] Sítio Burle Marx. Barra de Guaratiba, Rio de Janeiro. Foto: Marcel Gautherot. Acervo Instituto Moreira Salles (IMS).

I saggi del libro ci mostrano anche un Burle Marx appassionato difensore delle istanze ecologiche, che già a partire degli anni ’60 avviava i primi dibattiti sulla protezione dell’ambiente lottando per la difesa della foresta amazzonica. Inoltre, documentano la sua costante ricerca per scoprire nuove specie vegetali autoctone per, poi, inserirle nei suoi progetti di paesaggi unici, autentici “paradisi inventati”.

Vista dell’esposizione. Foto: Sergio Guerini.