Con l’intento di trasformarla in un centro culturale e ambientale e di garantirne la conservazione futura, il Ministero della Cultura spagnolo ha acquistato dalla famiglia Gomis Bertrand, per circa 7,2 milioni di euro, la celebre Casa Gomis, conosciuta anche come “La Ricarda”. Progettato dall’architetto catalano Antoni Bonet Castellana (1913-1989) tra il 1949 e il 1956 e costruito tra il 1957 e il 1963, l’edificio è considerato un esempio di rilievo dell’architettura moderna spagnola del XX secolo. Si trova nell’area naturale protetta del Delta del Llobregat (Barcellona), un ecosistema di alto valore ecologico riconosciuto dall’Unione Europea.

Foto: Asier Rua.

Dichiarata Bene Culturale di Interesse Nazionale nel 2021, la casa è caratterizzata da una perfetta integrazione con il paesaggio naturale circostante e conserva ancora le sue caratteristiche originali, inclusi gli arredi progettati dallo stesso Bonet Castellana. La villa rappresenta un esempio unico di dimora per il fine settimana e le vacanze dell’alta borghesia catalana, con spazi dedicati sia alla vita familiare sia a eventi culturali. Negli anni Sessanta, durante il regime franchista, la Casa Gomis divenne un importante punto di ritrovo culturale, ospitando concerti, eventi artistici e performance musicali, tra cui quelle di Montserrat Caballé. La famiglia registrò numerosi concerti sotto le cupole della casa, creando un patrimonio sonoro in parte donato alla Biblioteca di Catalogna.

Il progetto della villa si deve a una combinazione di fattori eccezionali: la sua posizione privilegiata, un’area costiera di pini mediterranei a pochi chilometri da Barcellona; un committente colto e progressista, fermo nelle sue idee; il lavoro di Antoni Bonet Castellana, membro del GATCPAC e collaboratore di Le Corbusier a Parigi, prima dell’esilio in Sud America a causa della guerra civile spagnola (1936-39). La realizzazione del progetto richiese pazienza e risorse economiche: dal primo incontro tra architetto e committente nel 1949 trascorsero ben 13 anni prima del completamento dell’opera.

Foto: Asier Rua.

La seconda proposta di Bonet Castellana, sviluppata nel 1953 in Argentina, fu quella approvata e realizzata. La casa si sviluppa su un unico piano, con un’altezza massima di 3,75 metri, integrandosi armoniosamente nel paesaggio circostante e rinunciando alla vista diretta sul mare, distante un centinaio di metri. La pianta segue una griglia modulare di 8,8 metri di lato, definendo spazi semiaperti che fondono interni ed esterni, con cupole a volta catalana sostenute da pilastri metallici. I moduli si aggregano longitudinalmente e lateralmente, configurando spazi centrali per soggiorno, sala da pranzo e cucina. Verso sud, due moduli aperti si affacciano sul giardino, mentre verso nord si sviluppano le ali dedicate alle camere da letto, compresa quella padronale, collegata al resto della casa tramite un passaggio vetrato.

Foto: Asier Rua.

Dal 2014, Casa Gomis fa parte del network Iconic Houses, un’organizzazione non profit che tutela le opere architettoniche del XX secolo più significative. Inserita tra le proprietà a rischio, la casa ha beneficiato del lavoro di sensibilizzazione svolto dal network, diretto dalla fondatrice Natascha Drabbe, contribuendo a garantirle un futuro sostenibile. Con questa acquisizione, il governo spagnolo non solo preserva un gioiello dell’architettura moderna, ma lo rende un patrimonio aperto al pubblico, garantendone la fruizione per le generazioni future.

Foto: Asier Rua.