A Roma, presso WeGil, spazio polifunzionale della Regione Lazio, è in corso una singolare e affascinante rassegna fotografica, che presenta al grande pubblico, in anteprima assoluta, l’opera del fotografo dilettante Alberto di Lenardo.
Come un novello Vivian Maier italiano, di Lenardo, nato in provincia di Udine nel 1930, per quasi sessant’anni scatta immagini della società in cui ha vissuto e del mondo frequentato durante i suoi molti e spensierati viaggi.
©Alberto di Lenardo, maggio 1965. Gita a Capri.
“Scoperto” dalla nipote Carlotta di Lenardo – curatrice della mostra romana e del volume londinese An Attic Full of Trains (contenente una prima selezione delle immagini ereditate) – l’archivio del nonno fotografo per hobby è formato da oltre 10.000 scatti, realizzati in bianco e nero e a colori, che documentano, attraverso “lo sguardo inedito di un grande fotografo” innumerevoli momenti di vita vissuta, sua, ma anche nostra.
©Alberto di Lenardo, febbraio 1959. Sappada (Udine).
Quello che affascina maggiormente in questo tipo di operazioni culturali, e nello specifico nella mostra al WeGil, non è la maestria fotografica di di Lenardo in sé – sicuramente di buona qualità e cifra stilistica –, bensì tutti gli altri aspetti, che, quasi inevitabilmente, si porta dietro, tra cui quelli storici, di documentazione degli usi e costumi della società borghese italiana del secondo Novecento, nostalgici, dei “tempi che furono” e che alcuni di noi (e dei visitatori) hanno vissuto, e sentimentali, di ricordi di persone, familiari e amici, scomparse.
©Alberto di Lenardo, agosto 1969, Tramonti (Pordenone). Picnic.
L’esposizione ha il pregio di far scattare (scusate l’involontario? gioco di parole) in noi questa moltitudine di sentimenti quando ci troviamo di fronte a una delle 154 fotografie esposte, dedicate ad alcuni grandi temi come viaggi, tempo libero, ritratti, vacanze.
Alberto di Lenardo. Lo sguardo inedito di un grande fotografo è organizzata in tre sezioni: la prima, “una galleria di immagini tratte dal campionario di viaggi e situazioni familiari vissute”; la seconda, più privata e raccolta, è formata da “immagini che ripercorrono la storia personale dell’autore”; infine, l’ultima è composta “da 9 pareti tematiche che ripropongono situazioni ricorrenti su cui il fotografo amava puntare l’obiettivo”.
©Alberto di Lenardo, agosto 1968. Crociera in Jugoslavia. Un ultimo bagno e un bellissimo tramonto ci salutano al nostro rientro verso casa.
Accompagna la rassegna il fotocontest “Alberto di Lenardo – Memoria di Viaggio”, aperto fino al 4 aprile, dedicato a tutti gli appassionati di fotografia e che si concluderà con l’esposizione nelle sale del WeGil, a partire dal 14 aprile fino al termine della mostra, degli scatti giudicati vincitori.
©Alberto di Lenardo, maggio 1970, Venezia. Gita domenicale con la famiglia.