Il fenomeno turistico ha radicalmente modificato il carattere urbano di Ascona e quello del Lido che per la sua ampiezza e situazione gode di meritata fama internazionale.
Si può affermare che con la Piazza e il Golf esso faccia da sempre il fascino di Ascona.
Malgrado l’inquinamento del lago manifestatosi in questi ultimi decenni, il Lido è sempre molto frequentato. Le punte massime di affluenza si verificano durante luglio e agosto, con una frequenza attorno alle duemila persone al giorno.
Questo fatto si è manifestato in modo graduale, facendo sì che anche le infrastrutture si adattassero tramite soluzioni provvisorie di emergenza a mano a mano che i bisogni si facevano sentire. Oggi ci si trova confrontati ad una situazione disagevole, perché tutte queste aggiunte improvvisate hanno degradato l’ambiente e creato difficoltà di conduzione.
©Studio Vacchini architetti.
I tempi sono maturi per mettere in ordine in questo stato di cose e per riconferire al Lido il suo carattere degno. Dal punto di vista pratico si tratta di collocare sul terreno:
– 208 cabine;
– gli spogliatoi comuni con i relativi servizi;
– una buvette-servisol;
– la cassa;
– i depositi;
– un piccolo appartamento per il guardiano;
– un locale per la società dei sub di Ascona;
– gli spogliatoi ed i servizi per 2 campi da tennis.
Questa notevole massa edificatoria (che si traduce quantitativamente in circa 5.000 mc) va situata in una zona relativamente limitata e preziosa, a cavallo fra il Golf ed il lago.
Malgrado la natura del luogo, che ne vorrebbe una sola, il Golf e il Lido costituiscono due entità separate; infatti, le cinte sono costituite da una semplice rete metallica che non distrugge questo bisogno di continuità spaziale. Fra le due cinte esiste una passeggiata molto frequentata. In questa stretta fascia di terreno libero si devono prevedere circa 400 posteggi, ciò che rappresenta un’occupazione di circa 12.000 mq di suolo.
Se a questa superficie si aggiunge quella necessaria all’edificio e ai campi da tennis, si può intuire il notevole impatto architettonico di tutta l’operazione.
Piante. ©Studio Vacchini architetti.
Il progetto propone di organizzare tutto il programma di costruzione in un solo edificio a due piani, posto parallelamente alla riva del lago e situato al confine con la passeggiata.
Al pianterreno vi sono tutti i locali chiusi e al primo piano tutte le cabine.
Un edificio di questa mole e importanza deve significare per mezzo della sua forma quello che domani sarà il Lido di Ascona nella memoria collettiva. Un’architettura particolare che non metta in evidenza i contenuti di per sé poco interessanti, ma che riferisca in primo luogo all’immagine dell’acqua che portiamo in noi e che permetta a coloro che dal Lido stanno fuori di godere del lago stesso.
Il tutto considerando che l’edificio apparirà al passante come un oggetto visibile controluce con la facciata in ombra e il riflesso del lago sullo sfondo.
Quando parlo di forme legate all’acqua penso a corpi percorsi da un asse orizzontale molto evidente. Penso all’arco di un ponte che riflettendosi si trasforma in un cerchio, ad una nave con la chiglia ben marcata da una fascia scura a sostegno del bianco che le sta sopra e che riflettendosi nell’acqua si raddoppia.
©Studio Vacchini architetti.
Come un ponte che riflettendo i suoi archi nell’acqua forma una serie di cerchi completi, il progetto del nuovo Lido si compone di due lunghe facciate bianche e azzurre, dove sette cerchi si alternano a otto parti piene, interrotte da due stacchi contenenti le scale di accesso alle cabine.
Queste facciate, costruite con mattoni silico-calcari a vista, hanno una funzione di tamponamento, non portante. La loro forma non esprime il contenuto dell’edificio ma piuttosto il carattere pubblico della costruzione.
Attraverso le aperture circolari il passante gode di una vista particolare ed insolita verso i lago, mentre il bagnante ha una vista particolare verso il verde del Golf.
Come i merli del castello completano la murata, in ugual maniera le cabine del nuovo Lido disegnano una linea spezzata verso il cielo, completando l’edificio verso l’alto.
Schema strutturale. ©Studio Vacchini architetti.
Dal punto di vista funzionale, l’edificio è concepito come un filtro che viene attraversato dal pubblico in più punti a seconda del caso. Coloro che fanno capo agli spogliatoi comuni passano uno degli archi, si spogliano ed escono dal lato opposto così come sono entrati. Coloro che usano le cabine percorrono uno dei due gruppi di scale, si spogliano ed escono dal lato opposto sempre tramite la stessa scala, accessibile dai due lati.
A pianterreno i percorsi sono coperti e formano dei porticati messi perpendicolarmente alle facciate principali. Qui il pubblico trova rifugio durante i temporali estivi e trova anche le infrastrutture secondarie (la gelateria, il chiosco dei giornali, i telefoni, ecc.) che completano il centro balneare.
Ad un capo dell’edificio si trova la buvette (cucina fredda, grill, ecc.) con un banco di spaccio che, con il sistema servisol, permette ai bagnanti di rifornirsi di bibite e di pasti semplici stando all’esterno. Consumeranno poi quanto acquistato sul prato o sulla spiaggia.
All’altro capo dell’edificio si trovano gli spogliatoi e i servizi per chi pratica il tennis; funzionano indipendentemente dal centro balneare e fanno capo ad esso solo per quanto riguarda la cassa.
©Studio Vacchini architetti.
Il problema dei posteggi è complesso sia perché ci troviamo in una zona verde molto pregiata, sia perché l’occupazione è saltuaria e avviene solo un paio di mesi all’anno.
Il progetto prevede la formazione di un lungo viale con due filari di pioppi sul sedime stesso della passeggiata in modo da formare uno spazio gradevole dove si possa camminare con piacere durante tutto l’anno. Questo spazio è dimensionato in modo da poter servire in pari tempo da posteggio in luglio e agosto mentre per gli altri periodi è sbarrato al traffico.
Si tratta di un intervento importante nell’assetto paesaggistico del luogo, che con la sua forma geometrica precisa mette in risalto il terreno naturale che sta attorno. Questa sistemazione permetterà di liberare dal traffico tutta l’area denominata “Boschetto” che sta fra l’edificio del Golf e il nuovo Lido.
Livio Vacchini, febbraio 1986