“…e ridere delle follie del mondo”
Enzo Jannacci, Vivere, 1976.
Fino al 9 febbraio 2025, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale di Milano, si svolge la mostra BAJ. Baj chez Baj, che celebra temi e soggetti di Enrico Baj, maestro della neoavanguardia italiana e internazionale. Promossa da Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale con Electa, la mostra è curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj.
Quasi cinquanta opere accompagnano il visitatore nella produzione artistica di Baj dai primi anni Cinquanta all’alba del Duemila, attraversando le fasi di ricerca e adesione ai movimenti del tempo: dal recupero del Dadaismo e del Surrealismo ai modi dell’arte Informale, dalla vicinanza al gruppo nordico di Co.Br.A alla genesi del movimento dell’arte Nucleare (fondata dallo stesso Baj nel 1951 a Milano con Sergio Dangelo).
Enrico Baj, 1964.
L’allestimento è progettato da Umberto Zanetti, ZDA Zanetti Design Architettura con la sponsorizzazione tecnica di UniFor, ed è pensato per armonizzare le opere dell’artista con la suggestiva sala del Palazzo. Le dieci sezioni tematiche della mostra affondano nella riflessione dell’artista, cercando di illustrare lo sviluppo del suo pensiero.
Ad accogliere subito i visitatori nella sala del Lucernario è la ricostruzione scenografica dell’Apocalisse, un polittico allestito in altezza composto da un assemblaggio di figure immaginarie e oniriche ispirato idealmente al Giudizio Universale michelangiolesco, punteggiato di demoni goffi e beffardi, arrampicati e urlanti fino al soffitto.
Nella sala delle Cariatidi si susseguono i soggetti di Baj dal forte potere immaginifico, quali le Opere nucleari, gli Ultracorpi, le Parate, I funerali dell’anarchico Pinelli, i Generali, i Meccano, i Mobili, gli Specchi e le Dame.
Enrico Baj, La Neva, 2002, collage su tavola, 130 x 100 cm, Archivio Enrico Baj, Vergiate (VA).
Il viaggio nel mondo di Enrico Baj è arricchito da una geografia personale, fatta di luoghi, episodi e incontri, ambientati sullo sfondo di una Milano passata dal boom economico agli anni di piombo, dai capricci della “Milano da bere” al nuovo millennio.
I suoi personaggi animano creature in un universo surrealista e fantascientifico; Baj è un artista che ha fatto dell’ironia e del grottesco un espediente per scardinare il conformismo borghese e schierarsi contro ogni forma di potere costituito. I Generali, ad esempio, nascono dallo humor antimilitarista dell’artista e sono immaginati come tiranni di fango e pezza che abbaiano al vento senza alcuna qualità.
Sullo sfondo di un’epoca divisa tra ansia della guerra fredda ed eccitazione per le nuove scoperte / tecnologie, Baj traduce in follie polimateriche i temi del secondo Novecento.
Enrico Baj, Generale, 1961, olio, collage e passamaneria su tela, 146 x 114 cm, foto Gianni Ummarino. Collezione privata, Courtesy Giò Marconi, Milano.
L’estetica di Baj si affida anche all’utilizzo della passamaneria, delle nappe e dei bottoni, impiegati come fili conduttori per cucire i temi della poetica dell’artista, legata ad arte e letteratura, colori e parole (suggerendo allo spettatore un tempo e uno spazio teatrali che si ritrova anche nell’allestimento).
Enrico Baj, Louise Marie Thérèse Victoire de France, Princesse, 1975 collage su tavola, 146 x 114 cm, Archivio Enrico Baj, Vergiate (VA).
Dopo 12 anni, I funerali dell’anarchico Pinelli tornano a Palazzo Reale, in un percorso che li vede inseriti come un tassello essenziale nell’evoluzione dell’artista; forma e contenuto vanno di pari passo e l’opera (che prende a modello Guernica di Picasso) diventa manifesto d’accusa contro ogni sopruso subito.
I funerali dell’anarchico Pinelli, 1972, allestito a Milano, Palazzo Reale, 2012. Foto di Andrea-Scuratti.
L’8 ottobre è stata inaugurata una mostra dedicata all’opera ceramica di Baj in tutto il suo sviluppo storico e cronologico al Museo della Ceramica di Savona, con una sezione anche al MuDA – Museo Diffuso Albisola di Albissola Marina, nelle sedi del Centro Esposizioni e di Casa Museo Jorn.
La collaborazione scientifica tra Milano e Savona, tra i curatori e le istituzioni coinvolti, disegna due itinerari autonomi ma complementari.
Il catalogo unico, edito da Electa, include entrambi i percorsi espositivi; inoltre, Electa dedica a Baj un volume della sua collana “Enciclopedie A-Z”, serie di lemmari monografici che raccontano figure eclettiche del Novecento (progetto grafico di mostra e libri a cura dello studio Leonardo Sonnoli).